Note

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Non sempre scrivo delle note alla fine di un libro, ma questa volta ho sentito l'esigenza di farlo, per i più curiosi. 

Da un po' di tempo pare che io prediliga i finali felici. Non è così, ma per una questione personale, non riuscivo proprio a far finire male questo libro, nonostante la relazione fittizia (ha una sua interpretazione anche quella, come tutto, ma preferisco lasciare un po' di mistero su certe cose, nonostante io stia facendo delle note per spiegarne altre). Comunque, penso che tornerò a fare l'autrice cattiva, dopo questo libro. 

Ci sono alcune parentesi che potrebbero apparire aperte e mai chiuse, in realtà è una mia scelta. Non si sa molto del passato di Deya, ma vi ho dato modo di sapere e di capire, seppur non nel dettaglio. La sua mancanza di fiducia nei confronti di Lazar e in generale di chiunque parte dall'inizio del libro e arriva fino in fondo. Ho volutamente lasciato un velo di dubbio, che poi tanto dubbio non è, su certi aspetti, perché credo che alle volte possa lasciare più risposte di una spiegazione.

Mi premeva fare le note più per altri dettagli. 

La sindrome di Todd, così come il delirium crepuscolare (o stato crepuscolare) esistono veramente.

Nel caso dell'ultimo, sono doverose delle precisazioni: pare che sia diffuso soprattutto negli anziani, è uno stato che si sviluppa in modo rapido proprio quando cala il sole e ti porta a dimenticare alcune delle tue azioni o ad agire come se non fossi tu a compierle. Tuttavia, ci sono stati anche casi documentati di giovani a cui è accaduto. 

Ho pensato che potesse soffrirne anche Deya, per giustificare così la sua assenza di ricordi, e non con una delle solite soluzioni che vengono trovate per coprire i vuoti di memoria nei libri o nei film (solitamente, vanno perlopiù il disturbo dissociativo o il falso ricordo, e io non volevo nulla che suonasse troppo "già visto").

Per quanto riguarda Tiana/Karen, ho scritto di lei dopo aver studiato un manuale di criminologia e mi sono divertita molto a caratterizzarla come serial killer e ad andare un po' fuori dagli schemi e dagli stereotipi che la televisione ha alimentato negli anni. Per questo, si rivela una villain pessima, per niente geniale e intelligente come ci si aspetterebbe, anche se di sicuro folle e dalle idee allucinanti. 

Sono qui dunque per svelarvi una verità che potrebbe deludervi molto: come dicevo in un altro capitolo, non tutti i serial killer sono dei geni incompresi col QI altissimo, molto spesso tendono ad avere vittime come donne o bambini poiché percepiti come più "deboli" e dunque più facili da catturare. Anche se su questo argomento potremmo discuterne per davvero molto tempo, e non è un trattato di criminologia quello che voglio scrivere in queste note. 

Volevo smontare questo stereotipo, e difatti Karen fa un po' la figura della... disorganizzata. Insegue solo follia e istinto. 

Non va bene romanticizzare certe tematiche e far passare il messaggio che violento e omicida sia figo e renda intelligente. I casi di serial killer carismatici esistono (vedi Ted Bundy, Jeffrey Dahmer), ma sono meno comuni di quanto possiate immaginare, anche se fanno più scalpore. 

Molto spesso i serial killer sono persone che hanno subito dei traumi, traumi spesso scatenati da alcune loro insicurezze, che possono riguardare anche l'aspetto fisico. In tutti questi anni di studi a riguardo ho trovato innumerevoli serial killer borderline e sociopatici, molti casi di killer affetti da grosse insicurezze o dipendenze, e su queste basi ho sviluppato la personalità di Tiana, che fa delle mosse azzardate e che le risultano fatali, consentendo ai protagonisti di tirarsi fuori dai guai senza troppa fatica. 

Secondo i manuali e le statistiche, gran parte delle donne uccide con altri mezzi, compie omicidi meno cruenti e più distaccati (veleni, per esempio, o si potrebbe aprire una lunga parentesi sugli "angeli della morte"). Comunque, non è detto che sia per forza così, e Tiana aveva un complice (Iuri), che l'ha aiutata nell'impresa, perché comunque un omicidio potrebbe essere faticoso, ecco. Soprattutto quando ci sono corpi da spostare, tagliuzzare e portare in giro. 

Il posto in cui ho ambientato il romanzo esiste davvero, non vi dirò dove si trova, ma molte cose sono riprese da lì - altre, per forza di cose, ho dovuto inventarle, come l'agenzia funebre, l'obitorio e la chiesa diroccata sul fiume.

Detto ciò, non ho altro da aggiungere ma resto disponibile per eventuali domande e chiarimenti, qui sotto, in privato o su Instagram (dove mi trovate sempre come Fumoemiele). 

Ringrazio chiunque sia arrivato fino a qui, e spero con tutto il cuore di avervi intrattenuti o di avervi lasciato qualcosa. 






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