"Ora bevo in ogni piacere la sofferenza
e veleno in ogni vino;
mai avrei immaginato che fosse tanto amaro
esser solo
esser solo e senza di te."
Herman Hesse
A volte l'amore sa di fiele, di amaro veleno. È acido gastrico che risale su per la gola.
Tiana ha la pelle bianca e candida, fiocchi di neve compressi fino a formare una maschera di purezza; ora però una macchia violacea le segna lo zigomo sinistro, blu come il cielo nei giorni d'agosto, cobalto come i capelli soppressi da una tintura applicata ogni mese per tornare a brillare, lasciando il lavandino macchiato di sfumature d'azzurro indelebili – Iuri se ne lamenta sempre, come se quella fosse casa sua e come se non fosse anche lui in affitto.
La verità è che Iuri non ha rispetto di nessuno, mai.
Quella notte Deya torna prima dell'alba – evento strano, di recente si ritrova sempre occupata con Lazar e con le indagini, e finisce per non dormire nel suo letto, non disfa le lenzuola rosa confetto da un po'. Tuttavia, il lato sinistro è occupato da una presenza insolita. Tiana dorme lì con un livido gonfio sul volto, in contrasto con la neve della sua epidermide e col cielo riflesso fra i fili blu scompigliati dal cuscino, tagliati di recente fino alla base del collo sottile, dove delle vene appena verdognole pulsano sangue nel dormiveglia. Ha il naso all'insù arrossato dal freddo, una maglia sempre blu vecchia e scucita e una minuscola ferita sottostante, ora tramutata in una cicatrice traslucida. L'espressione è quella di una bambina spaventata dalla vita e dal corso degli eventi; oltre le palpebre abbassate sembrano nascondersi degli incubi ricorrenti, mostri dai denti affilati pronti a divorarla fino all'osso.
O almeno è ciò che immagina, vedendola agitata e preda in un sonno irrequieto, fatto di battiti accelerati e un corpo pallido che si rigira caotico fra il rosa delle coperte scaldate dal tempo passato lì dentro.
Decide di non svegliarla, e senza fare rumore raggiunge l'armadio per prendere il pigiama e cambiarsi. Non può chiederle di andare a dormire altrove – nella stanza che condivide con Iuri, come sarebbe normale, per esempio. In fondo quella è casa sua, sebbene Deya paghi la sua parte, e non ha nessuna intenzione di mandarla altrove, il letto è abbastanza spazioso per entrambe. E poi odia a morte Iuri, dunque non può che compiacersi di un eventuale litigio – sebbene quel livido in bella vista non presagisca niente di buono. Spera quasi di sbagliarsi.
Una volta infilato il pigiama, senza fare troppo rumore, decide di tentare una conferma e sguscia in corridoio; con passo felpato raggiunge la porta della camera in cui dovrebbe dormire Iuri, e si accovaccia fino a sfiorare la serratura con lo sguardo per poter sbirciare all'interno e capire se c'è qualcuno nel letto. E infatti, scorge due piedi alla fine del materasso, scoperti da un lenzuolo arruffato e quasi caduto tutto sul pavimento.
Si tira su e ritorna nella sua stanza, con le idee più chiare e meno speranzose di prima.
Non le dispiace che abbiano litigato e preferirebbe non avere Iuri fra i piedi, adorerebbe vederlo sfrattato dopo la rottura fra i due, ma non è così cattiva da sperare che abbia picchiato Tiana – anche perché questo vorrebbe dire che nessuna delle due è al sicuro, e nonostante l'odio adamantino e puro nei confronti del loro coinquilino tossico e sempre con una canna sostenuta fra le labbra, preferirebbe credere di essere protetta almeno quando è rinchiusa fra le mura in cui vive.
A volte l'amore ti fa venire la gastrite, e sta cominciando a esserne sempre più consapevole.
Silenziosa e calma, sguscia nel letto, sperando di non destare l'altra dal suo sonno profondo, ma visto il modo in cui si agita – come se Freddy Krueger la stesse torturando fino alla morte, direbbe Lazar – non sembra proprio una buona idea quella di lasciarla dormire.
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Fame di male
Horror🏆 Wattys 2022 Winner! 🏆 "Un becchino indaga su una serie di omicidi, ma si innamora della sospettata principale." Le notti di Deya sono tormentate dagli incubi. Alcune amnesie le fanno dimenticare ciò che ha fatto il giorno prima, cancellando porz...