"The heretic seal beyond divine
A prayer to a god who's deaf and blind
The last rites for souls on fire
Three little words and a question: why?"
The funeral of hearts - HIM
Organizzare un funerale non è per niente semplice, e Deya vive quella realtà solo perché è Lazar a esserci immischiato. Quel giorno vola senza che lei riesca a stargli dietro, lo vede fare infinite telefonate, reclutare svariate persone – un'agenzia funebre non si regge su da sola, ha bisogno di personale, e anche se non ha mai visto nessuno lì nell'ultimo periodo, ha subito cominciato a riempirsi di gente.
Lazar l'ha mandata più volte a casa, indaffarato, esaurito, con le energie al minimo e qualche residuo allucinatorio impresso nelle sclere stanche e contornate da occhiaie livide.
Il funerale si terrà il giorno successivo, ed è tutto fatto di fretta, dall'ordinare i fiori, al prendere informazioni su come fare la lapide – che sarà finita solo un mese dopo, siccome è impegnativo farlo, e non possono essere pronte sin da subito.
Il loculo è stato assegnato, è ai posti bassi, e Lazar le spiega che mettere lì dei corpi costa un po' di più.
Non lo sapeva, non ha mai visto organizzare qualcosa del genere.
La parte dei fiori è quella più bella, dolce. Altre cose, invece, sono più che lugubri. Lazar la tiene fuori da svariate occasioni. Prima di tutto, quando arriva il momento di vestire il morto – e lei ancora non si è schiodata, ha voluto vivere ogni cosa da vicino, nel delirio di un trip che ancora annebbia i pensieri, divora il cervello.
La chiesa, il cammino fino al carro funebre che avanza lugubre nelle vie del paese, poi la tomba ricoperta di fiori, come a voler dipingere di petali e colori qualcosa che è solo legno e morte. Un requiem di lacrime e singhiozzi.
Non crede in Dio, e in chiesa non ci vuole entrare, infatti rimane all'esterno, a osservarla alta e imponente, gotica, con le punte tirate verso il cielo a imporla tetra e maestosa contro uno sfondo di natura morta. Fuma una sigaretta, poi due, e sposta il peso da un piede all'altro, quasi saltellando, per smorzare l'attesa e il freddo.
Lazar la raggiunge fuori, quando ha finito ciò che deve fare, quando quella marea di individui che lavorano per lui hanno smesso di tediarlo di domande. «Dovresti tornare a casa», le fa notare, ma lei scuote il capo, categorica.
«No, non ci torno senza di te», quando si mette in testa qualcosa è difficile dissuaderla dall'obiettivo. «E poi ci sono delle cose di cui dobbiamo parlare.»
«Avevi detto di volerti tirare fuori da questa storia, e così sarà», Lazar invece si tira indietro, anche se era il primo a insistere asserendo che fosse necessario illuminare i dubbi bui di quel periodo, iniziare a comprendere i meccanismi oscuri e nascosti fra i muri della città, fra gli occhi orbi che osservano e non dicono, fra le voci che corrono e che non sono quasi mai attendibili.
Ha sentito una signora anziana parlare di lupi mannari nel bosco, di trasformazioni, di vampiri succhia sangue. Tutte follie, tutti castelli d'idee malsane e cattivi presagi, tutte paranoie dovute al parroco che parla del male da estirpare dal mondo tramite la preghiera.
A volte si ritrova a pensare che vorrebbe congiungere le mani assieme e utilizzare una litania pronunciata sottovoce per far nascere più luci nel buio. Il mondo sarebbe un posto in cui la vita è più semplice da gestire, e non un intricato rompicapo senza vie d'uscita.
«Ho cambiato idea, non posso fare finta di non vedere ciò che succede», ora rimane ferma sulla sua posizione. Non può chiudere gli occhi, non davanti a ciò che ha visto, sentito, intuito.
Lei era con Lazar la notte in cui è morto il vecchietto nella bara, quindi non può essere colpa sua. Più volte si sono verificati degli eventi in concomitanza con le sue amnesie, ma deve guardare la realtà in faccia e non rifuggirla per il terrore: non tutto è collegato alla sua vita, non è per forza artefice di crimini che non ricorda d'aver commesso.
Non ne è sicura, perché quando la tua memoria ti si rivolta contro ogni certezza ha il valore di uno zero.
Però ha speranza, una flebile fiamma che arde dentro di lei, fra le ossa della gabbia toracica, e la scalda di vita uccidendo la morte.
«Mi nascondi qualcosa, ne sono piuttosto sicuro», non si beve tutte le sue scuse, ha captato delle stranezze nei suoi comportamenti, e più passa il tempo più sembra evidente. Sa delle amnesie, e sa che è come una matta in balia di tragici eventi che non è in grado di gestire. Sa che lo ha accusato di averle messo della droga nell'alcool, e per quanto forse sia l'ultima persona sulla Terra a poter parlare di correttezza, non ha mai neanche pensato di fare niente del genere. E poi basta farla ubriacare per farle perdere il senno e il pudore, non servono droghe particolari – ormai ha iniziato a conoscerla e sa che regge poco qualsiasi cosa, ma soprattutto l'alcool.
«Sì, è vero», conferma, lasciandolo spiazzato.
«E lo ammetti così?»
«Sì, perché tanto non rischio la galera. Ti ricordi il gatto? Quello che hai seppellito? L'ho ucciso io. Per sbaglio», si sente scivolare via un peso con quella confessione, un'ancora che l'ha tenuta sul fondo dell'oceano per giorni, lasciandola annegare, e ora ecco di nuovo l'ossigeno che entra nei polmoni, la vita che sboccia come un fiore in primavera. Poi, prima che l'altro possa rispondere, il volto le si illumina di una nuova idea, un fulmine a ciel sereno. «Invece non so chi ha commesso gli altri omicidi, sono quasi sicura di non essere stata io, solo che non ricordo cosa ho fatto le volte in cui sono stati fatti, a parte quando è morto il signore che sta dentro», indica la chiesa in fretta, poi torna a concentrarsi su Lazar. «Solo tu sai dei miei vuoti di memoria, nessun altro. Perciò sei l'unico che può aiutarmi a eliminarli.»
Quella conclusione sembra un po' utopica. Non ha una medicina in grado di restituirle le memorie cancellate, e non sa nemmeno perché dimentica, in che circostanza. Tuttavia, il fatto che lei stia parlando è già qualcosa, e alcune situazioni assurde ora iniziano ad apparire più chiare. Non vuole credere che Deya sia un'assassina, ha un viso troppo dolce e un sorriso così puro che nemmeno in un incubo grottesco potrebbe arrivare a pensarlo con sicurezza.
Vuole aiutarla, anche se non sa come fare, né può immaginare in che guaio si stiano cacciando; è come dimenarsi nelle sabbie mobili invece di restare fermi. Si sprofonda sempre di più, finché non si viene divorati dal terreno, finché non si soffoca e si smette di esistere. Cancellati dal mondo, inglobati dal suolo.
«Potrei aiutarti, certo, ma non so come fare», le confessa, anche se ora appare un po' distratto, qualcuno lo chiama. Il funerale è finito, l'aria si addensa di tristezza nuova e il momento della sepoltura si avvicina. «Ne parliamo più tardi.»
E più tardi, l'aria è carica di pioggia e l'atmosfera sembra onirica, solo il frammento di un sogno lontano. Sono stanchi, sfiniti; salgono a casa di Lazar e si lasciano cadere sul divano, dopo una cena veloce, e prendono da bere. Forse non è poi una buona idea stare sempre ubriachi, soprattutto quando l'intelletto gli serve per venire a capo di intricati enigmi saturi di misteri mai pronunciati ad alta voce.
La pioggia batte sui vetri e ora un liquido tendente al rosso riempie i bicchieri sul tavolino. Se lo rigira fra le mani, la testa bassa e la mente altrove, e Lazar la fissa incantato, come di fronte a un'opera bellissima, come un'artista con la sindrome di Stendhal, coi capogiri e la nausea.
«Vedi, esistono delle applicazioni per le donne che subiscono stalking, magari da un ex fidanzato, e non si sentono al sicuro. Permettono a una terza persona, che conosce la situazione, di controllare la posizione del cellulare della presunta vittima. Visto che io non ricordo mai cosa diavolo faccio di notte, tu potresti controllare i miei spostamenti.»
Si rende conto di quanto sia folle come idea, non si sentirebbe mai da sola.
Però, al tempo stesso, se può aiutarla a capirci qualcosa allora è meglio fare un tentativo.
Percepisce quella proposta come piuttosto assurda, ma alla fine acconsente. «Okay, se ti fa stare più tranquilla. Scopriamo cosa fai quando dovresti dormire.»
STAI LEGGENDO
Fame di male
Horror🏆 Wattys 2022 Winner! 🏆 "Un becchino indaga su una serie di omicidi, ma si innamora della sospettata principale." Le notti di Deya sono tormentate dagli incubi. Alcune amnesie le fanno dimenticare ciò che ha fatto il giorno prima, cancellando porz...