Capitolo 1

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"Oh Mattia! Ma dove sei sparito sabato sera?"

Luigi gli fu accanto appena lo vide entrare nel corridoio della scuola. Il biondo si voltò verso l'amico trovando i soliti capelli castani su cui poggiavano i suoi soliti occhiali ovali bianchi, su un viso solcato dalle occhiate per i fine settimana passati a sballarsi. Se si fosse concentrato, Mattia non avrebbe fatto fatica a ricordare il mal di testa con cui si era risvegliato il giorno prima, dopo quella serata in cui aveva decisamente esagerato rispetto alle volte precedenti, ma non trovava un motivo per pentirsene. Avevano festeggiato la partenza del loro amico comune, Dario, per Londra.

Il suo amico dai capelli neri lui non lo avrebbe mai capito. Stava abbandonando tutto per andare a lavare i cessi a Londra, quando rimanendo lì avrebbe potuto essere mantenuto almeno per gli ultimi mesi delle superiori dai genitori, prendendo almeno il diploma. Invece aveva deciso di abbandonare gli studi per andare a cercare qualcosa che lui riteneva migliore.

Mattia si passò una mano sulla rasatura dei capelli, mentre il resto se ne stavano leggeri sulla testa fonati con cura, con un bandana nera posta sulla fronte.

"Me ne sono andato, stavo troppo male"

"Minchia frate, me ne sono accorto, sei improvvisamente scappato in bagno"

Prima di poter mandare avanti la conversazione, Mattia decise per amor proprio di proseguire il cammino verso la propria classe, perché altrimenti ne avrebbe dette quattro a Luigi che, pur vedendolo star male, lo aveva lasciato perdere per continuare a fumare e strusciarsi su quella tipa che aveva conquistato in serata.

Fu allora che lo vide sbucare dalla mensa.

I capelli castani vennero illuminati dalla luce al neon, che li resero quasi dorati, soffici, come quelli di un angelo. Il sorriso che solcava il volto fresco, appena sveglio e riposato, gli fece mancare il fiato, mentre lo vide stringere la mano alla ragazza dai capelli castani che gli stava sempre accanto. I ricci della ragazza si mossero soavemente mentre rispondeva sorridendo al proprio ragazzo, anche lei illuminata da una luce che il biondo sapeva di aver perso per sempre dopo le varie abitudini che aveva preso ultimamente.

Christian Stefanelli e Serena Carella erano perfetti.

E lui li odiava per questo.

"Oh amico! È da cinque minuti che ti chiamo!"

Luigi distolse Mattia dai propri pensieri, facendolo voltare verso di lui, che gli stava alle spalle, leggermente più basso. Tra le mani stringeva una cartina e nell'altra aveva il contenitore dei filtri.

"Che ne dici?" gli propose, sapendo benissimo che in tasca il biondo portasse sempre un po' d'erba.

E forse fu proprio a causa di quei capelli mori, dell'esitazione che aveva percepito nell'osservare le mani dei due ragazzi che si stringevano, nella fitta allo stomaco causata dal sorriso di Christian, che alla fine decise di accettare.

Era da mesi che andava avanti così e le cose non facevano altro che peggiorare. Una sera si era accorto di star fissando il proprio vicino di casa mentre andava a prendere la posta, perché, come se non bastasse, Christian Stefanelli abitava persino vicino a lui, vestito della sua semplice canottiera nera, così come i pantaloncini. Lo guardò mentre apriva la cassettina, ne tirava fuori il contenuto, lo guardava per due secondi e poi si rimetteva in cammino verso la propria perfetta casa. Aveva guardato fin troppo intensamente quel lembo di pelle lasciato scoperto dalla maglietta che, nel movimento, si era tirata su e si era ritrovato a masturbarsi nella sua stanza buia, in silenzio, mentre si mordeva il labbro, maledicendosi, infine, per aver accettato quella nuova situazione.

Da quel momento, le uscite con i propri amici erano peggiorate.

Beveva, fumava, non si dava il tempo di pensare, così si ritrovava, molto spesso, a farsi qualche ragazza in qualche angolo della discoteca, che poi il giorno dopo nemmeno si ricordava.

La maggior parte delle volte erano ricce e castane.

Si sedette sulla panchina posta fuori dalla scuola e passò l'erba al proprio amico, che in qualche minuto preparò una canna perfetta, che iniziarono a fumare. Mattia non avrebbe mai detto al proprio amico cosa gli passava per la mente, perché le volte in cui accettava di farsi una canna fossero aumentate così esponenzialmente rispetto a prima, perché non fosse più il ragazzo sorridente di una volta.

Eppure, Luigi, anche se se ne fosse accorto, probabilmente non gli avrebbe detto nulla.

E forse, in quel momento, comprese Dario che se n'era voluto andare da quel posto di merda, cercando più fortuna di quella che qui gli era stata data. Alla ricerca di qualcosa di cui vivere, non sopravvivere, come stava facendo lui ultimamente.

Decisero di entrare solo quando le loro menti furono quasi del tutto leggere.

Il sorriso era tornato sul volto di Mattia, che nemmeno si rese conto che la prima ora fosse passata. Entrarono in classe e si sedettero al loro posto. Tutti gli occhi erano su di loro, ma nessuno disse nulla, sapendo benissimo cosa stessero facendo prima di entrare nell'edificio, anche per via dell'odore che emanavano. Persino i professori avevano perso le speranze con loro due.

Ma forse Mattia non avrebbe voluto che fosse così.

Il biondo viveva circondato da quella indifferenza da tutta la vita, partendo dai suoi genitori, troppo presi dal lavoro per occuparsi di lui direttamente, i professori che lo avevano visto iniziare a mettere in atto quei comportamenti autodistruttivi, che se n'erano rimasti zitti e infine i suoi amici, che non gli avevano mai detto nulla, spingendolo solo a fare di più, spingersi sempre oltre, proponendogli nuove serate, nuove sostanze, cercando un nuovo modo di sballarsi.

Ma quando all'intervallo qualcuno gli mostrò il proprio interesse, quello fu l'inizio di tutto.

Se ne stava seduto in mensa, con una mano sulla fronte, alle prese con il post-sballo che diventava sempre peggiore man mano che faceva uso di quelle sostanze, nonostante facesse solo qualche tiro, mentre girava con il cucchiaino il caffè che Luigi gli aveva offerto prima di dirgli che andava cinque secondi al bagno. Era l'intervallo, tutta la scuola era riversata in quella stanza, ma lui non alzò lo sguardo per paura di vedere qualcosa che non desiderava.

Perché i suoi pensieri erano sempre rivolti in quella direzione.

"Forse dovresti smetterla di farti, in questo modo non avresti più questo mal di testa" disse una voce, sorprendendolo e facendogli alzare immediatamente il capo. Sentì il caffè uscire dal bicchierino in plastica, scosso dalla sua stessa mano, perché si era spaventato, non aspettandosi che qualcuno gli rivolgesse la parola.

Eppure quelle ciocche castane che sognava tutte le notti, se ne stavano ferme davanti a lui, mentre la sua mano gli porgeva quello che sembrava un antidolorifico. Non si mosse, non rispose, ma la sua mente iniziò a correre, mentre fissava quelle iridi verdi che per la prima volta erano serie, determinate e non sorridenti come quando si rivolgeva alla propria fidanzata. Analizzò la situazione, potendo osservare finalmente da vicino quello spettacolo che era Christian Stefanelli, mentre il suo profumo iniziava a circondarlo.

Il mondo attorno a loro sparì per Mattia e quando si accorse del calore che stava crescendo nel suo stomaco, distolse lo sguardo da quelle iridi smeraldine.

"Fatti i cazzi tuoi" rispose, tornando a girare il caffè, che ormai stava diventando freddo. Christian, però, non si mosse, mentre la sua mano rosea e liscia, continuava a porgergli quell'antidolorifico che avrebbe volentieri accettato, se solo non fosse stato così orgoglioso e spaventato. Quando il suo profumo divenne troppo intenso, Mattia decise di trattenere il fiato, sperando che, semplicemente, quello se ne andasse, sparisse insieme a tutti gli altri.

Per la prima volta volle che qualcuno diventasse indifferente nei suoi confronti, proprio come tutti gli altri, ma, sempre per la prima volta, qualcuno non si arrese.

La sua mano si mosse, poggiando la pastiglia proprio di fronte al ragazzo, che ancora stava cercando di non calcolarlo e fu solo quando Luigi tornò che quella situazione si sbloccò.

"Ciao, hai bisogno di qualcosa?" chiese il suo amico, sorridendo gentilmente al ragazzo. Mattia non alzò lo sguardo, non guardò ancora Christian, ma lo sentì dire un 'no', per poi alzare lo sguardo e vederlo allontanarsi.

Proprio come tutti gli altri.

Ancora sveglio - Remake [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora