Capitolo 30

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"Sicuro di stare bene?"

Erano queste le parole che avevano accompagnato la giornata di Mattia subito dopo essere rientrato in aula anche se in ritardo, ma con accanto i suoi ritrovati amici. Aveva trovato un Christian preoccupato per lui, che si era quasi alzato in piedi vedendolo entrare seguito dal castano e dal nero, sapendo cosa fosse successo prima, invece, tra Dario e Luigi. Aveva osservato anche lui il labbro spaccato dell'amico, ma non aveva avuto ancora tempo per parlarne con Mattia, che gli aveva sorriso in un primo momento per rassicurarlo, ma doveva saperlo che non sarebbe bastato.

Alla fine della giornata aveva insistito per tornare subito a casa, aveva persino guidato lui la sua macchina e una volta nell'abitazione, si era accertato che non avesse nessun tipo di escoriazione sul corpo. Mattia era rimasto ad osservare il ragazzo mentre controllava se fosse tutto al proprio posto, sorridendo come un ebete, persino quando Christian insistette per togliergli la maglia e i pantaloni per controllare meglio. Se solo non avesse riso, avrebbe trovato la situazione eccitante, con lui che gli chiedeva di spogliarsi.

"Hei, sto bene, basta. Io e i ragazzi abbiamo chiarito e basta. Anzi, ci siamo abbracciati se vuoi la verità"

Mattia vide Christian sbattere le palpebre un paio di volte, come confuso da quell'affermazione, fermo immobile al centro della stanza, dove aveva fatto cadere dalle proprie mani, sia la sua cartella che quella del biondo, che aveva afferrato appena entrati in stanza.

La casa era nel silenzio più totale, dato che i genitori erano tornati a lavorare dopo la settimana di ferie che si erano presi per stare accanto al figlio. La madre si era assicurata con Christian di tenere sotto controllo Mattia ed era esattamente quello che stava facendo, anche se in quel momento se ne stava impalato, come a decidere cosa fosse meglio fare. Per questo il biondo decise di fare un passo avanti, annullando le distanze e afferrando tra le braccia il moro che si lasciò stringere, nonostante Mattia non avesse indosso la maglietta e lui avesse indosso ancora la felpa. Una volta il proprio cuore non avrebbe retto tutta quell'emozione, perché sarebbe scoppiata tutta insieme, improvvisamente. Ora, invece, sapeva di avere Christian tutto per se, per tutto il tempo, e il proprio cuore si era abituato all'amore che sentiva scorrere tra i loro corpi.

Christian gli afferrò il viso e lo baciò, eliminando il controllo che aveva Mattia, perché il loro rapporto era così: il moro comandava e il biondo adorava lasciarli ogni sorta di decisione. La sua lingua gli affondò nella bocca, come se stesse scaricando in quel modo la frustrazione e, arretrando di qualche passo, lo fece sdraiare sul letto.

"Da quando hai imparato a controllarti così bene? Perché io non ce la faccio proprio a non saltarti addosso appena ti vedo senza maglia"

Mattia sorrise, carezzando la schiena del moro che stava sopra di lui, portandogli le mani direttamente sul sedere, che afferrò e strinse forte, dimostrandogli quanto apprezzasse quella situazione.

"Chri, ora posso averti quando voglio, è per questo che sono tranquillo"

Christian gli sorrise, lasciandogli un altro bacio sulle labbra e poi, alzando il capo, Mattia ritrovò sul suo viso un'espressione seria. Erano poche le volte in cui lo vedeva così con lui, la maggior parte delle volte stavano studiando. Per cui in un primo istante non capì cosa avesse pensato per fargli mutare espressione.

Poi capì.

"Voglio portarti a mangiare a casa mia, con i miei"

Il biondo trasalì, irrigidendosi, con il corpo di Christian sempre sopra il proprio. In un primo istante pensò soltanto alle cose brutte che sarebbero potute accadere se lui fosse andato in quella casa a presentarsi come qualcosa di più che un semplice amico: avrebbero potuto cacciarlo, vietare a Christian di frequentarlo, oppure anche fare del male al figlio. Ma quando tornò a fissare quegli occhi verdi, l'unica idea che gli rimase in mente fu il motivo per cui il moro volesse portarlo a casa sua.

Si ritrovò a sorridere, sempre sotto lo sguardo preoccupato di Christian, che al cambiamento della sua espressione, sembrò confuso. Mattia si sentiva stupido ad essere così egoista, ma non riusciva a fare altro.

"Vuoi presentarmi loro come il tuo fidanzato?"

La mano del biondo si fece spazio lungo la sua schiena, infilandosi sotto la felpa, lì dove poteva percepire le escoriazioni dovute al passaggio delle proprie unghie dei giorni precedenti. Il moro sgranò gli occhi in un primo istante, probabilmente sorpreso da quell'affermazione, ma subito dopo sul suo viso calò un dolce sorriso e si abbassò a baciare Mattia. Prima sulle guance, lascivo e dolce, poi sulle labbra, dove affondò la lingua senza ricevere restrizioni e godendosi il calore che nasceva dal centro dello stomaco e si irradiava in tutto il corpo.

Mattia gli portò le mani sulle spalle, fino ad arrivare a sfilargli totalmente la felpa. Sentiva l'esigenza di sentirlo caldo contro la propria pelle e Christian, come se potesse leggerli nella mente, lo abbracciò, petto contro petto, con una mano che carezzava il suo torace.

"Ti amo Matti, voglio che tu faccia parte per sempre della mia vita, quindi anche loro lo dovranno accettare"

Il biondo lo strinse ancora più forte a sé, come se potesse farlo entrare nel proprio petto dopo quell'affermazione. Gli veniva da piangere per la gioia che poteva percepire in se stesso, nuova, rinata, come non c'era mai stata nel suo cuore. Il pensiero, però, che quella stessa felicità non aleggiasse in Christian per via dei troppi pensieri riguardanti la sua famiglia, lo fece tornare alla realtà, una in cui non tutti li avrebbero accettati, in cui avrebbero dovuto lottare ogni giorno per il proprio amore.

"Ne sei proprio sicuro?"

Christian si tirò su, staccando quella connessione calda tra i propri corpi e fissando arrabbiato Mattia, che si stupì di quella luce nei suoi occhi. Non lo aveva mai visto così, e forse gli fece anche un po' paura.

"Cosa intendi dire?"

E più che una domanda, quella parve una minaccia.

"Cioè... non sto dubitando del tuo sentimento, mi chiedevo solo se ne valesse la pena per te rinunciare a tutto per uno come... me"

Quella strana luce negli occhi del moro non accennò ad andarsene, anzi, sembrò solo amplificarsi e Mattia deglutì, credendo di essere davvero nei guai se non avesse trovato le giuste parole per giustificarsi. Era strano come in una situazione del genere avrebbe dovuto essere spaventato, ma il proprio corpo stesse reagendo al contrario. Se ne stava, infatti, ancora sotto Christian, questa volta con un'erezione tra le gambe, che era sicuro lui stesse sentendo.

Poi una mano del suo ragazzo si mise attorno alla sua gola.

Il biondo sgranò gli occhi, improvvisamente senza fiato, ma non per la stretta di Christian, che sulla sua gola stava leggera, per quel gesto che lo mandò totalmente in estasi.

"E tu come saresti?" gli sentì dire, mentre lo vedeva avvicinarsi al suo viso e poi scendere fino al collo, dove passò solo la punta del naso, facendo eccitare ancora di più Mattia sotto di lui, che mosse il bacino senza nemmeno rendersene conto, alla ricerca di un qualche attrito per sentirsi meglio. Quando il sedere di Christian creò quella superficie adatta allo sfregamento, improvvisamente gli venne voglia di scoparlo. Non aveva mai pensato a quella opzione, ovvero che lui potesse dominarlo, prenderlo, esattamente come faceva il moro e si ritrovò a gemere mentre muoveva forsennatamente il proprio bacino contro il sedere di Christian, che stringeva ancora la sua gola e gli leccava il collo, portandolo a toccare il cielo.

Venne nei propri pantaloni, con l'immagine di se stesso che scopava il moro, esattamente come faceva il suo ragazzo con lui e quando lo vide alzare lo sguardo di nuovo puntato nei suoi occhi, seppe all'istante che la stessa cosa la stava pensando anche lui.

Ancora sveglio - Remake [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora