Capitolo 12

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Il sole debole del fine pomeriggio entrava diretto nella stanza dove i due ragazzi stavano studiando. Per la prima volta dopo molto tempo, Mattia si impegnò davvero nel comprendere i concetti che Christian sembrava tener così tanto ad insegnarli.

Se ne stava con la testa piegata sul foglio, con una mano a reggere il capo, mentre cercava di carpire la spiegazione che il moro gli stava dando di un concetto della fisica che non voleva entrargli in testa. Quando sentì la sua voce fermarsi, confuso più che mai su quel concetto che gli sembrava fantascienza, alzò il capo reclinandolo all'indietro. Aveva un mal di testa atroce e per la frustrazione, lasciò andare un piccolo verso di lamento con la gola, per poi grattarsi la nuca.

"Mi pare che tu non abbia ancora capito" concluse Christian, dall'alto della sua intelligenza. Mattia tirò giù la testa, riportandola sul foglio su cui si era appuntato alcune spiegazioni di quelle che gli aveva dato il ragazzo. Aveva provato a fare mille giri di parole per fargli comprendere quel concetto, che quando veniva spiegato dalla bocca del moro sembrava facilissimo, ma quando cercava di metterlo in pratica lui, diventava complicato, come se avesse dovuto trovare la formula per rendere possibili i viaggi nel tempo.

"Quando me lo spieghi è perfetto, ma quando cerco di formularlo nella mia mente, non si capisce più nulla"

E si voltò a guardarlo, scoprendolo sorridente, con il mento poggiato sul palmo della mano, che a sua volta lo osservava, facendo confluire tutta la luce presente nella stanza sulla propria figura. Grazie a tutti quei concetti il biondo era riuscito ad evitare, a sotterrare in qualche modo, i propri sentimenti, così da riuscire a passare un pomeriggio intero con quel ragazzo.

"Okay, forse è meglio se facciamo cinque minuti di pausa, allora"

Mattia colse l'opportunità al volo e si alzò in piedi per sgranchire le gambe. Era tutto il pomeriggio che se ne stavano lì seduti per terra a fare i compiti, iniziati subito dopo aver mangiato quello che al biondo parve il pasto più buono della propria vita. Da mesi non mangiava così a sazietà e, stranamente, avrebbe volentieri fatto il bis, ma non lo aveva detto a Christian per vergogna.

Si guardò attorno qualche istante prima di piegarsi verso il proprio zaino e tirarne fuori un drum già fatto.

"Posso fumare?" chiese, indicando il terrazzino e poi voltandosi verso il proprio interlocutore, che se ne stava ancora seduto a terra, sempre con il mento poggiato sulla mano a fissarlo. Per risposta gli diede solo un sorriso e un assenso con la testa e prima che il cuore di Mattia potesse scoppiare, decise di recarsi velocemente verso la finestra.

L'aprì e si accese il drum, prendendo un grosso respiro.

Desiderava rilassarsi, perché se era riuscito a trattenersi per tutto il pomeriggio con la mente occupata, ora che gli era stata concessa un po' di libertà, non sapeva che fare, se non pensare all'opportunità di baciare quelle labbra meravigliose che avevano parlato così tanto rivolte a lui.

"Posso fare un tiro?"

Mattia si voltò, trovandosi alle spalle Christian, che ancora gli sorrideva, coperto da un pile che il biondo riconobbe come uno di quelli presenti sul suo letto. Accolse la richiesta del moro e la passò in rassegna: non lo aveva mai visto fumare, anche se le loro finestre comunicavano, ma a parte quella piccola connessione, Mattia non conosceva nulla di lui, per cui, nelle uscite con la propria fidanzata, magari, usava fumare come tutti i ragazzi della loro età.

Così gli passò il drum, contenente solo tabacco, cercando di non far collidere le loro mani e quando vide le labbra di Christian aprirsi e mostrare la lingua rosa, quasi svenne rendendosi conto che quella meraviglia di ragazzo stava per andare ad appoggiare le labbra dove poco prima c'erano state le sue.

Il ragazzo fece un tiro e passò qualche secondo prima che iniziasse a tossire come un ossesso e Mattia si riprendesse il drum dalle sue mani ridendo.

"Non avevi mai fumato?" chiese sorridendo, mentre osservava Christian cercare di riprendere fiato e fare una faccia schifata per il sapore che ora percepiva nella propria bocca.

"No, si nota?" e così facendo il sorriso tornò su quelle labbra perfette, che Mattia osservò per qualche istante di troppo.

Deglutì a vuoto, mentre il drum tra le proprie mani bruciava, esattamente come se stesso in quel momento. Si sentiva andare a fuoco, bruciato dalla fiamma della passione, che in quel momento era alimentata dal puro ossigeno emanato dalla presenza di Christian. Aveva passato il pomeriggio più bello degli ultimi mesi della sua vita, nonostante lo avesse passato studiando, ma ancora si chiedeva per quale motivo lo avesse voluto lì.

Il moro fece qualche passo avanti, andando davanti alla ringhiera ed afferrandola con entrambe le mani. Mattia lo seguì con gli occhi e con tutto il corpo, spostandosi insieme a lui e seguendolo, come una falena attratta dalla luce.

"Comunque, puoi venire a casa mia tutti i pomeriggi a studiare, se vuoi" riprese Christian, osservando il giardino che divideva le loro case, non mostrando il proprio volto, coperto dai capelli ricci e dal pile che portava alto sulle spalle, con le mani che lo reggevano.

I polsi di Mattia presero a tremare mentre recepiva quell'invito e trattenne il fiato avvicinandosi leggermente di più a Christian, che ancora se ne stava con la testa voltata dalla parte opposta. Il biondo era senza giubbino, esposto al freddo invernale, con solo una maglia a maniche lunghe nera, eppure sentiva caldo in tutto il corpo, come se una nuova fiamma stesse splendendo nel suo cuore. Il moro non gli aveva detto chissà cosa, ma per lui poter passare un'infinità di pomeriggi in quella casa, con lui, era la prospettiva migliore che si potesse creare.

Pensò anche alle scuse da doversi inventare con Luigi, ma sorprendentemente, non gliene importò più di molto.

"E Serena?"

Quella domanda gli uscì di getto dalla bocca, scioccamente, come se la ragazza c'entrasse qualcosa in quella loro situazione. Christian si era semplicemente impegnato a farlo studiare, forse preso dalla pena per lui, anche per via di quella frase che gli aveva detto in mensa qualche settimana prima. Così si ritrovò a maledirsi mentalmente per aver osato tanto e per tanti passi aveva fatto in avanti, tanti altri ne fece indietro, trovandosi al proprio punto di partenza. Chiuse le mani a pugno e si portò il drum quasi terminato alle labbra, facendo un respiro, come se potesse trovare forza in quel gesto inutile.

Il moro, poi, si voltò verso di lui, guardandolo qualche istante con uno sguardo indecifrabile. Mattia lo vide osservare il drum e poi tendere una mano verso di esso. Senza esitazione lui glielo passò e lo rivide compiere lo stesso gesto di prima, questa volta lasciando andare il fumo senza tossire e tenendo il drum tra le sue mani anziché passarlo di nuovo a Mattia.

Poi lo buttò a terra, schiacciandolo con il piede.

"è la mia ragazza, ma questo non vuol dire che io debba passare tutta la mia vita con lei, no?" gli rispose, questa volta muovendolo lui qualche passo verso il biondo, che si ritrovò a guardare Christian dritto negli occhi, non riconoscendo quello sguardo diverso dal solito. Lo aveva osservato dormire, sorridere, studiare e persino scopare, eppure quell'espressione sul volto per lui era una novità incomprensibile.

E si ritrovò ad indietreggiare, fino a che dietro di se ci fu la parete, con il moro che non si fermava, che avanzava verso di lui. Lo guardò mentre nell'avanzare buttava a terra la coperta che poco prima portava sulle spalle e, con la schiena al muro la sua mente si spense, confusa più che mai, credendo che quello fosse solo uno dei suoi soliti sogni.

Fu solo quando Christian, con il suo sguardo duro, gli si attaccò al corpo, che capì che quello non fosse solo un sogno, ma la dura e cruda realtà.

Ancora sveglio - Remake [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora