Cqpitolo 27

3.1K 208 32
                                    

Quel giorno aveva visto la situazione ribaltarsi. Ogni schema era stato modificato, ribaltato, con il risultato che la famiglia Zenzola aveva accolto in casa propria Christian per poter far passare un pomeriggio tranquillo ai due ragazzi, insieme, facendo rendere conto al biondo che per anni si era sbagliato riguardo a quel dettaglio. Aveva sempre considerato la famiglia Stefanelli come perfetta, che dietro a quelle tende blu non si nascondesse nulla, ma la realtà dei fatti era che nascondevano la vera natura del proprio figlio, che trattassero bene una ragazza che gli stava accanto, solo nella vana speranza che lei non si stancasse delle disattenzioni del suo fidanzato, facendole regali e promesse di cose belle, mentre il figlio soffriva, guardando verso Mattia, e volendo avvicinarsi a lui, senza poterlo fare.

Era stato facile vederlo presentarsi alla porta di casa propria, vederlo sorridente, finalmente pronto ad essere se stesso, ma era stato difficile rendersi conto quanto sarebbe stato complicato affrontare il mondo esterno, per primi i genitori di Christian per fargli presente la volontà del figlio, di quello che fosse, di quello che volesse.

La mamma di Mattia aveva accolto Christian con un caloroso abbraccio, proprio come faceva quando era piccolo e poi i due ragazzi erano andati al piano di sopra, con il biondo imbarazzato per il comportamento della madre. Adorava quella nuova situazione venitesi a creare nella sua casa, dove lui poteva essere se stesso, senza segreti, senza rimorsi, con la madre che gli permetteva di frequentare il ragazzo che amava.

Si era reso conto, quindi, che fosse la propria famiglia ad avere tutti i presupposti per essere perfetta, ma che per anni non avessero fatto altro che renderli vani, avendo tutti paura di comunicare. Era bastato eliminare quel piccolo problema per rendere ogni momento fantastico, anche se il lavoro dei genitori li rendeva sempre così lontani da lui. Perché al momento la madre se ne stava a casa in ferie, ma sarebbe dovuta tornare a lavorare e il tutto sarebbe tornato come prima, ma contemporaneamente no, perché ora Mattia sapeva di poter contare sulla sua famiglia.

Quando si sedette accanto a Christian e gli prese le mani, però, si rese conto che se lui avesse questa fortuna, il moro no e una piccola parte del proprio cuore venne spezzata, pensando a quanta tristezza avesse accumulato in tutti quegli anni, mentre doveva trattenere il proprio io, esattamente come aveva fatto lui. E allora si chiese se, quel segnale delle tende aperte negli ultimi periodi, non significasse che anche lui aveva passato anni a pensare a lui, anche mentre faceva sesso con la propria ragazza.

Christian si voltò verso di lui, distogliendo lo sguardo dalle proprie mani e portò entrambe attorno al viso di Mattia, stringendolo, per poi avvicinarselo e congiungere le loro labbra. Il biondo non aveva chiuso la porta a chiave, ma passò in secondo piano quando la lingua di Christian si fece spazio nella sua bocca. Il moro aveva fame di lui a causa di tutti quegli anni passati a reprimersi e Mattia amava farsi modellare dalle sue mani e da quel calore che sentiva provenire dal proprio petto. Il biondo gli portò le mani attorno alla testa, infilando le dita tra quei capelli dalle ciocche ricce leggermente lunghe e le tirò, mentre si godeva quella lingua che si muoveva esperta nella propria bocca. Chiuse gli occhi e sentì il proprio corpo eccitarsi quando le mani del moro iniziarono a scendere sulla schiena carezzandolo fino al sedere, dove cercarono di infilarsi nei pantaloni.

"Scusate..."

I ragazzi si staccarono improvvisamente, con le labbra gonfie e bagnate e le guance rosse. Mattia alzò lo sguardo verso la madre, che ora li guardava leggermente imbarazzata per aver interrotto il momento, ma non disse nulla perché congelato dall'essere stato beccato a fare smancerie. Vide che la donna stringeva tra le mani un piccolo vassoio su cui aveva posto dei pasticcini e del succo di frutta e fece per alzarsi ad aiutarla, ma Christian fu più veloce.

Si alzò in piedi ed afferrò il vassoio, mostrando alla madre il miglior sorriso del proprio repertorio.

"Grazie signora Zenzola, non doveva"

La madre ricambiò il sorriso, ammaliata da esso proprio come il figlio ogni volta e gli consegnò il vassoio. Prima di uscire dalla stanza, però, lanciò uno sguardo al figlio che al primo istante Mattia non comprese, ma quando Christian poggiò il vassoio e chiuse la porta, questa volta facendo scattare la serratura, capì. Si portò le mani al volto per l'imbarazzo, rendendosi conto che sia lui che la madre avessero gli stessi gusti in fatto di persone e che volesse riferirgli in quel modo, che lei apprezzasse quel ragazzo e quello che stessero facendo lì dentro.

Mattia si sarebbe aspettato tutto nella vita, meno che quello che gli stava davvero capitando.

"Tua madre è una donna stupenda" fece Christian, tornando a sedersi accanto al biondo, che se ne stava ancora con le mani sul volto per la vergogna. Sentiva di essere bordeaux sul volto, proprio per tutto quello che stava capitando, ma quando le mani di Christian furono sulle proprie, liberandogli il viso, non si tirò indietro dal liberarsi la vista. Il ragazzo gli stava sorridendo, di un sorriso sincero, nonostante avesse mille cose di cui preoccuparsi e allora decise di mettere da parte quell'imbarazzo almeno per lui, per poter passare ogni momento bello tranquillamente col ragazzo che amava.

"Hai deciso che ogni componente della famiglia Zenzola ti piace?"

Mattia lo guardò con fare malizioso, cercando di essere spiritoso nel suo piccolo, perché voleva vederlo sorridente e felice. Riuscì nel proprio intento, quando lo vide inginocchiarsi sul letto e mettersi sopra di lui, facendolo arretrare fino a sdraiarsi sul cuscino. Si fissarono negli occhi, mentre Christian sorrideva conquistando ogni suo neurone e mandandolo in tilt. Ancora qualche secondo e Mattia non avrebbe capito più nulla con cervello in pappa.

"Deve essere il cognome Zenzola" sussurrò il moro, avvicinandosi al suo orecchio e provocandogli brividi in tutto il corpo. Mattia deglutì, fermo immobile sul letto, mentre percepiva sulla propria pelle il respiro caldo di Christian che passò dall'orecchio, alla guancia, fino al collo, dove prese e baciare e leccare, facendolo fremere ed emettere dei gemiti.

"Ma solo tu sei mio ed è solo a te che farò queste cose, per molto tempo"

Mattia sorrise a quell'affermazione e gli mise le mani dietro la schiena, atterrandolo addosso a se, abbracciandolo stretto e annusando quel profumo fantastico che emanava. Tutto di lui lo rendeva perfetto, tutto lo rendeva eccitante e quel tutto glielo faceva amare da morire.

Christian ricambiò l'abbraccio e si strinsero forte.

Il biondo desiderava che il moro lo prendesse lì, seduta stante, ma nonostante ora la porta fosse chiusa e la madre gli avesse dato la propria benedizione per quella cosa, a lui sembrava strano farlo quando in casa ci fosse qualcun altro. Così rimasero fermi in quella posizione per alcuni istanti, fino a che Christian si tirò su, portandosi dietro anche Mattia mentre lo baciava castamente sulle labbra.

"Penso che non mi stancherò mai dei tuoi baci" disse il biondo, mentre il moro si sporgeva verso la scrivania per prendere uno dei pasticcini che la madre aveva portato nella stanza precedentemente. Mattia lo vide sorridere e quando tornò a sedersi come prima si avvicinò con il dolce tra le dita. Lui aprì la bocca e poi morse quel dolce che gli stava porgendo.

"Non permetterò mai che tu ti stanchi dei miei baci. Ho aspettato così tanto tempo per farlo che ho intenzione di recuperare tutti quelli che non ti ho dato in questi anni"

Quasi Mattia non si strozzò a quell'affermazione e, mentre gli passava del succo per mandare giù il boccone, Christian scoppiò a ridere.

Non era pronto a sentirsi dire tutto quelle dolci cose, ma sicuramente ci si sarebbe abituato volentieri.

Ancora sveglio - Remake [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora