Capitolo 20

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La parte più complicata di tutta quella situazione non fu prepararsi, nemmeno il pensiero di poter essere di nuovo scopato a sangue da Christian, ma suonare al campanello di casa Stefanelli, avendo la consapevolezza che, questa volta, il ragazzo non fosse solo in casa. Il moro non lo aveva messo in guardia, non gli aveva detto nulla, aveva semplicemente chiuso il telefono dopo avergli detto di raggiungerlo, non mettendo in conto tante cose.

Prima di tutto: come si sarebbe presentato lui lì? i genitori di Christian lo conoscevano, certo, ma appunto per questo sapevano che Mattia non fosse uno dall'amicizia facile e, per tanto, doveva sembrare strano ai loro occhi che il figlio fosse riuscito ad entrare nelle sue grazie.

Secondo: con che scusa poteva chiedere di entrare in casa? Sarebbe bastato chiedere di vedere Christian perché gli facessero raggiungere la sua stanza? Nella mente del biondo parve una cosa impossibile senza che fosse seguito direttamente, sempre per la questione del se stesso troppo rigido con gli altri.

Terza questione: come avrebbe passato la notte in quella casa, con i genitori consapevoli della sua presenza? Era ovvio che non potessero essere coscienti delle vere intenzioni del figlio e che, quindi, non avessero nulla in contrario se un ragazzo avesse dormito nella sua stessa camera, ma come avrebbero scusato la scelta così improvvisa di Mattia di essere amico di loro figlio, così tanto da passarci una notte insieme?

Tutto poteva essere riassunto nel fatto che la personalità che Mattia si era inventato per proteggere se stesso e gli altri dal suo vero modo di essere, facesse schifo.

Così si era semplicemente trovato a suonare al campanello di casa Stefanelli, con naturalezza, come aveva fatto altre volte, ma con tantissima ansia in corpo. Essa venne triplicata quando, un taglio stravagante e biondo gli aprì la porta sorridente. La mamma del moro, nonostante non la vedesse molto, era rimasta esattamente come se la ricordava: bellissima.

"Mattia! Da quanto tempo, entra pure, Christian ti sta aspettando" fece la donna, scostandosi dall'uscio, facendo rendere conto al biondo che il ragazzo avesse già risolto ogni paranoia che lui si era creato attraversando i loro giardini. Decise di ricambiare il sorriso della donna, probabilmente stupendola, ma si fece comunque avanti, osservandosi attorno, notando le differenze tra la casa vuota e con i componenti della famiglia Stefanelli. Salutò il padre che se ne stava sul divano del salotto a guardare la televisione, anche lui non troppo stupito nel vederlo in casa e poi salì le scale, senza aspettare che qualcuno lo accompagnasse, forse destando qualche sospetto di troppo. Ma decise che non si sarebbe creato una paranoia anche su quello. Arrivato al piano della camera che conosceva ormai bene, si fermò davanti alla porta chiusa, notando che ci fosse attaccato un cartello alla porta con scritto 'non disturbare'. Il biondo sorrise di fronte a quella scena, quasi ridendo, ma si fece avanti e bussò.

"Mamma, ti ho detto di non entrare. Quando arriva Mattia fallo entrare direttamente!" sentì provenire da dentro la stanza e ancora rise, forse a voce troppo elevata, perché qualche istante dopo Christian gli aprì la porta e lo trascinò all'interno della stanza.

Senza dargli il tempo di pensare, dopo aver fatto scattare la serratura, gli si fiondò sulle labbra, facendolo arretrare fino all'enorme armadio, dove lo attaccò, iniziando ad esplorargli la bocca. La lingua fu nella sua bocca selvaggia e dolce, solo per qualche istante, prima di essere staccata con forza e portata a lambire il collo lungo ed esposto del biondo. Sussultò, così come il proprio pene e si strusciò con forza per creare attrito ed eccitare anche Christian davanti a se. Il moro gli tirò su una gamba per avvicinarsi ancora di più e gli carezzò la coscia con la mano aperta, fino a risalire fino al sedere sodo, che strinse, nonostante sapesse che Mattia fosse ancora dolorante. Iniziò a dare qualche stoccata in avanti, sempre più velocemente, facendo sussultare anche il biondo, che se ne stava con la testa reclinata all'indietro, mentre Christian gli mordeva e graffiava il collo con i denti.

"Aspetta, aspetta. E se ci sentono i tuoi?"

Vide Christian come risvegliarsi da un sogno, portando lo sguardo direttamente nei suoi occhi. Si leccò le labbra, percependo ancora il sapore dolce della sua saliva, mentre gli lasciava andare la gamba. Mattia si ritrovò, così, con un'erezione, che fino a qualche istante non aveva e Christian che lo fissava famelico ad una distanza fin troppo ravvicinata.

"Aspettami qui, non ti muovere nemmeno di un millimetro"

E così Mattia fece, rimanendo fermo lì, con i pensieri bloccati come il corpo, mentre Christian usciva dalla stanza con un'erezione ben visibile attraverso il tessuto leggero della tuta che usava per stare in casa. Cercò di non pensare al fatto che i genitori avrebbero potuto vederlo esattamente come lo aveva visto lui e cercò di non chiedersi nemmeno perché se ne fosse andato dalla stanza. Rimase semplicemente fermo, quasi non respirando in quel breve lasso di tempo che passò fino al ritorno del moro.

"Sono già usciti, in casa non c'è più nessuno" fece, rientrando dall'uscio, ma questa volta senza accompagnarsi la porta alle spalle. Mattia, allora, si staccò dall'armadio e gli andò incontro, mettendogli le braccia attorno al collo e portandosi vicinissimo al suo viso.

"Quindi lo sapevi che sarebbero usciti, per questo mi hai invitato qui tutta la notte? Vuoi scoparmi per dodici ore di fila?"

Christian arretrò fino al letto, sedendosi e portandosi con se Mattia, che ancora lo fissava negli occhi, preso dal nuovo coraggio ottenuto dall'assenza di altre persone, con una casa enorme e perfetta a disposizione.

"Dodici, ventiquattro, quarantotto, finchè non avrai più sensibilità a questo culo meraviglioso. Oggi ho visto come facevi fatica a camminare e stare seduto. Voglio vederti ancora così"

A Mattia mancò il fiato a quelle affermazioni, mentre sentiva le mani di Christian infilarsi sotto la maglietta che aveva indossato al volo solo per uscire da casa propria e andare in quella accanto. Quando arrivò a toccargli le spalle, il tessuto fu sfilato velocemente e i capezzoli del biondo s'indurirono al contatto con l'aria. Una mano di Christian si fece impaziente avanti e stimolò quello destro con le punta delle dita, facendo crescere ancor di più l'erezione di Mattia.

Il biondo, però, preso da un'altra voglia, si alzò in piedi solo per poi inginocchiarsi di fronte a Christian, seduto sul bordo del letto. Portò entrambe le mani al suo cavallo e iniziò a slacciargli il laccio della tuta, venendo aiutato dallo stesso ragazzo, fin troppo impaziente di vedere quello che avrebbe fatto. Quando si ritrovò Christian con i soli boxer davanti, fu un gioco da ragazzi sfilargli anche quelli e guardarlo dall'alto al basso mentre indossava solamente la maglia che usava per stare in casa. Abbassò lo sguardo sulla sua erezione e si fece avanti, abbassando la testa e prendendola tutta in bocca. Lo accolse al meglio che potè, cercando di non graffiarlo con i denti. Lo accarezzò con la lingua percorrendo il tragitto di tutte le vene da cui era composto, andando piano, facendolo impazzire, mentre lo sentiva crescere nella bocca sempre più piena.

Però Christian lo bloccò e lo strattonò per terra, sorprendendo Mattia che sgranò gli occhi mentre il moro gli tirava giù velocemente i pantaloni, mettendolo poi a pecorina. Sorrise pensando di essere riuscito nel proprio intento e trattenne un urlo quando lo sentì entrargli dentro senza prepararlo, proprio come solo il giorno prima.

"Cazzo, quanto sei stretto" sussurrò tra i denti Christian, questa volta rimanendo fermo qualche istante. Mattia così, potè godersi la sensazione di averlo dentro, di essere completo, come se fosse fatto apposta per averlo così duro, grosso dentro di lui. Per una volta pensò che i propri sentimenti non dovessero essere tanto sbagliati se tutto quello sembrava così giusto. Persino quando Christian cominciò a muoversi con stoccate dure e forti, colpendogli direttamente la prostata e portandolo alle stelle, facendogli gemere il proprio nome, mentre gli teneva i fianchi e se lo portava contro, con Mattia che faceva la sua parte inarcando la schiena e permettendogli di arrivare sempre più infondo. Anche quando Christian lo afferrò e se lo portò di nuovo in braccio, pancia contro pancia e Mattia prese a saltellargli contro, scopandosi praticamente da solo. Anche quando venne sul proprio stomaco e Christian dentro di lui.

Anche in quel momento, quando i propri sentimenti arrivarono al culmine, percepì di non essere sbagliato.

Ancora sveglio - Remake [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora