Capitolo 4

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Christian nei giorni seguenti non aveva più rivolto la parola a Mattia e il biondo, dal canto suo, aveva continuato a comportarsi come sempre. Aveva portato avanti la sua solita maschera, soprattutto composta da occhiaie per le nottate insonni o sotto l'effetto di sostanze, mentre gli altri non gli chiedevano nulla, come sempre. Si trascinava a scuola, fumava un po' con il proprio amico, tornava a casa e la sera cercava un po' di distrazione per non costringersi ad affacciarsi alla finestra ad osservare le tende tirate della stanza di Christian. Ora sapeva che profumo ci fosse lì, sapeva quale fosse l'espressione del moro mentre dormiva, osservata da distanza ravvicinata e sapeva che i propri sentimenti avessero subito solo una risalita da quel momento.

Non riusciva a pensare ad altro, se non al suo sedere tondo che aveva avuto ben in vista quando si era piegato per prendere la roba che gli aveva prestato e poteva riportare alla mente la sensazione che quello aveva causato nella sua mente e direttamente al suo pene. Ogni volta si ritrovava a stringere le gambe e a portarsi una mano sul cavallo, cercando di darsi un contegno, di alleviare la pressione.

Molte volte per la mente gli era passata l'idea di avvicinarsi al ragazzo, ora che era stato lui a fare il primo passo. Aveva anche la scusa degli abiti da dovergli restituire, ma nemmeno una volta lo aveva fatto. Aveva preferito lavare via il proprio odore dal tessuto, mettere maglia e pantaloni in un sacchettino e lasciarli ben piegati sulla propria scrivania, li fermi da qualche giorno. Non passava notte in cui non pensasse al fatto che quegli abiti avessero toccato anche Christian e allora si ritrovava a masturbarsi prepotentemente, cominciando anche a stimolarsi l'ano alla ricerca di nuove sensazioni che potessero raffreddare la propria mente una volta terminato.

Le dita che riusciva a far entrare nella fessura aumentavano di giorno in giorno, fino a che tutta quella foga lo portò a trovare, da solo, la propria prostata e non l'aveva più lasciata in pace. Vedeva le stelle ogni volta che sfiorava quel punto e si chiese come potesse essere quella sensazione se fosse stato il cazzo di Christian a stimolarlo.

Questa ondata di pensieri lo coglieva nei momenti meno opportuni, a volte anche in mensa, davanti al solito caffè, offerto dal solito Luigi, che poi spariva nei bagni. E Mattia sapeva cosa ci andasse a fare in quei bagni, ovvero lo stesso motivo che lo portava ad offrirgli tutti i giorni qualcosa: spacciava. Tutti a scuola lo sapevano, ma tutti tacevano e lui era uno dei primi.

Fu in uno di quei momenti, abbandonato dal proprio amico, che il ricordo del culo tondo di Christian gli tornò alla mente. Gli si mozzò il fiato e si ritrovò a sedersi meglio sulla sedia, nella speranza che nessuno notasse l'accenno di erezione tra le sue gambe. Non gli importava nulla di quello che la gente pensasse su di lui, ma come se potessero leggergli nella mente, si vergognava del motivo per cui quella nasceva.

L'avvento di Christian nella mensa, di certo non lo aiutò.

Lo vide entrare dalle porte principali, con accanto la propria ragazza, entrambi sorridenti, con dei libri tre le mani. Serena non andava in classe con loro, ma il suo fidanzato passava a prenderla nella sua aula ad ogni pausa, così da poterla passare insieme. Mattia si ritrovava spesso ad aggrottare la fronte, trovando quanto quell'eccessivo affetto fosse disgustoso, ma tutte le volte si rendeva conto che fosse solo la propria gelosia a parlare, altrimenti ci sarebbe passato sopra, come faceva con tutto il resto.

Li vide camminare verso il bar, mentre qualcuno salutava la splendida coppietta e poi, con la solita felicità, il solito sorriso, Christian aiutava la propria ragazza a portare ciò che avevano ordinato al tavolo.

Stranamente, però, lui non si sedette.

Quando lo vide voltarsi nella sua direzione, solo allora, notò che quelli che stringeva al petto non fossero libri, ma i propri abiti.

Si voltò immediatamente verso il proprio caffè, irrigidendosi all'istante, sperando che non avesse notato come li stava fissando fino a qualche istante prima.

Lo percepì arrivare ancor prima di vederlo. Il suo profumo, il rumore dei suoi piedi contro il pavimento, tutto lo mandò in crisi, desiderando di poter sparire nel terreno per non permettere a quel ragazzo di far così male al proprio cuore, anche senza rendersene conto.

Per qualche istante ci fu il silenzio nelle proprie orecchie, come se qualcuno si fosse portato via il senso dell'udito. Tutti in mensa continuavano a fare le proprie cose, in pochi si erano stupiti del fatto che il perfetto Christian gli si fosse avvicinato, ma quei pochi li fissavano e Mattia sentiva la propria testa bruciare.

"Hei, ciao! Ti ho riportato le tue cose"

Mattia si voltò verso il ragazzo, cercando di mettere su la sua solita espressione, sperando che una qualunque emozione potesse essere distratta dalle occhiaie profonde nere che solcavano il proprio volto. Osservò il suo sorriso luminoso, gli occhi verdi sprizzanti felicità e quelle leggere lentiggini che aleggiavano sulle sue guance. Il ricordo di averlo visto dormire gli tornò alla mente e la portata di quei sentimenti, quasi lo fece tremare. Non capiva da cosa nascesse tutto quello, eppure c'era e lui non era in grado di fermarlo. Sperava fosse solo voglia di fare sesso, ma aveva capito non fosse così da troppo tempo.

Christian, non ricevendo una risposta verbale, porse gli abiti piegati e posti in un sacchetto di carta a Mattia, che allungò la mano afferrandoli. Il suo sguardo, ancora fermo sul volto perfetto del moro, però, a quel punto, notò vacillare il sorriso. Improvvisamente il ragazzo di fronte a se divenne serio e fece un passo indietro.

Il proprio cuore mancò un battito.

Decise di abbassare la testa, distraendosi da tanta bellezza e guardò il sacchetto nel quale erano contenuti i propri vestiti. Nella propria vita aveva avuto una sola opportunità di passare del tempo con Christian e l'aveva sprecata a vomitarsi addosso, anche se, in realtà, quello che fosse accaduto nemmeno se lo ricordava.

Fece per aprire la bocca, forse ringraziarlo o forse per dirgli che gli avrebbe portato anche lui i suoi abiti, ma Christian si era allontanato prima che potesse anche solo formulare la frase. Sentì i suoi passi allontanarsi, mentre si portava via anche il proprio profumo. Mattia si ritrovò boccheggiante, mentre lo sguardo tornava su di lui e le mani stringevano violente il sacchetto dal contenuto morbido. Si morse il labbro mentre guardava quel sedere allontanarsi da lui, attraverso movimenti sinuosi, combattendo contro le proprie emozioni.

Lo vide avvicinarsi a Serena, che se ne stava seduta tranquilla e gli sorrise appena lo vide avvicinarsi.

Lo guardò allontanare la sedia dal tavolo, quella proprio accanto alla ragazza, sedersi e poi avvicinarla al tavolo, prendendo un boccone della brioche che la castana gli mise in bocca con le proprie dita. Osservò quella bocca rosea stringersi attorno alle dita della ragazza e una fitta gli strinse lo stomaco, pensando alle proprie dita strette in quel calore umido.

Quasi svenne.

Chiuse gli occhi, alzandosi e uscendo dalla stanza, disgustato da se stesso e dalla scena che gli si parava davanti. Non riuscì, però, a togliersi dalla mente che le sensazioni che provava lui fossero sbagliate, che Serena avesse tutte le autorizzazioni per poter amare Christian, mentre a lui non restava che sognarlo, masturbarsi e cercare di dimenticare in qualche modo.

Tirò fuori dalla tasca anteriore dei pantaloni il portafoglio, nel quale teneva le cartine e filtri, mentre usciva dalla scuola, andando verso il cortile, esponendo alla luce anche il proprio grinder, ormai quasi vuoto, che conteneva quello che rimaneva della sua erba.

Ancora sveglio - Remake [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora