Capitolo 10

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Alle prime luci dell'alba il cinguettio di alcuni uccellini iniziava ad aleggiare nell'aria. La luce debole invernale filtrava della finestra la cui tenda era leggermente scostata, provocando l'amaro risveglio di Mattia, che si rigirò nella coperta che gli era stata posta sui fianchi.

I capelli, insolitamente gonfi, gli solleticarono il naso, facendogli stropicciare gli occhi per il fastidio. Si portò una mano sul capo per togliere quei ciuffi fastidiosi, trovandoli leggermente umidi. Mugugnò ancora nel dormiveglia, desiderando di potersi riaddormentare, ma sapendo che fosse impossibile. Così, amaramente, si trovò ad aprire lentamente gli occhi e ad alzarsi, andando, come prima cosa, verso la finestra per buttare fuori quella luce insopportabile.

La testa pulsava per via della sera precedente, ma non solo per la canna, anche per il pianto a cui si era abbandonato come non capitava da molto tempo ormai. Sentiva di stare meglio, di essersi liberato di un piccolo peso, perché infondo il dolore esige di essere liberato, sentito, perché più lo reprimi più esso cresce. E Mattia lo sapeva bene.

Quando si avvicinò alla finestra, prese il tessuto bianco tra le mani e fece per chiuderla totalmente, osservando, però, prima, quello che la sera precedente aveva lasciato sul terrazzino. Cenere e un mozzicone, se ne stavano lì, proprio accanto a qualche goccia, di cui rimaneva solo l'alone, del proprio sperma. Si mise due dita sugli occhi e li stropicciò pensando di se stesso che fosse proprio senza speranze. Così si voltò verso quella finestra, che la sera precedente aveva osservato così a lungo da decidere di farsi una sega e trovò le tende già scostate, segno che Christian fosse sveglio. Negli anni lo aveva guardato così spesso che sapeva perfettamente che nei giorni scolastici usava svegliarsi verso le sette, ma in quel momento, nonostante fossero le sei, lui era già sveglio. All'inizio pensò che si trattasse di una cosa normale, in fin dei conti capitava a tutti di svegliarsi prima o non riuscire a riaddormentarsi, però, poi, vide una mano piccola e con le unghie dipinte di rosa, afferrare la tenda ed aprirla di più, per poter osservare il giardino fuori al meglio.

Serena sorrideva soddisfatta alla luce del sole, mentre alle sue spalle Mattia potè osservare Christian addormentato sul letto sfatto, circondato dalle coperte bianche, con i capelli ricci poggiati morbidamente sul cuscino. Si rese conto di stare osservando la scena a bocca aperta, solo quando lo sguardo della ragazza cadde anche sulla propria finestra, facendolo risvegliare e facendogli rendere conto che lei lo potesse vedere.

La ragazza dai capelli ricci castani lo salutò.

Deglutì, rendendosi conto di essere stato beccato nell'osservare la scena, ma decise di ricambiare il saluto, nella speranza che nella mente di Serena quella fosse solo una coincidenza. Così, dopo averle fatto un saluto, chiuse le tende e andò velocemente al bagno, che aveva lasciato solo qualche ora prima, dopo essersi addormentato sotto il getto caldo dell'acqua.

Il trauma della giornata, però, arrivò quando Mattia arrivò di fronte alla scuola.

Luigi gli fu vicino in qualche istante dopo averlo visto e gli diede una pacca sulla spalla come saluto.

"Ma dove sei finito tutto il fine settimana, fra?"

Mattia, con una sigaretta accesa tra le dita, si gratto la fronte, proprio accanto all'attaccatura della rasatura che pensò di dover far ripassare dal parrucchiere.

"Non sono stato bene" si inventò, perché certamente non avrebbe mai detto al proprio amico che se n'era stato a casa ad aspettare una chiamata o un messaggio da una persona a cui sua madre aveva deciso di dare il proprio numero. Per lo più, non gli avrebbe mai detto che quella persona era un ragazzo.

Luigi non sembrò convinto dalla risposta, ma non disse nulla al biondo, semplicemente continuando a camminare verso il giardino della scuola, dove continuarono a fumare entrambi in tranquillità, circondati da altrettanti fumatori. Nella loro scuola era vietato fumare, così il consiglio d'istituto aveva pensato di creare quell'area apposta per loro, non rendendosi conto che così avevano solamente creato una ciminiera all'aria aperta, dove, tra l'altro, grazie alle dosi vendute da Luigi, molti dei ragazzi presenti non fumavano sigarette semplici, anche se i controlli dei professori erano molti e continui.

L'amico aveva iniziato, così, a raccontargli di quello che aveva fatto da solo quel fine settimana, di quella ragazza dai capelli castani che aveva incontrato la sera in cui era uscito con Mattia, che casualmente aveva beccato ad un'altra festa, ma questa volta non si era fatto scappare. Gli aveva raccontato che avesse davvero meno di quindici anni, come aveva pensato lui, ma che non le aveva permesso di ricordarsi nulla il giorno dopo, avendola fatta ubriacare a poi scopata fino allo sfinimento. Gli aveva anche raccontato di averla lasciata in una delle stanze di quella casa e di non essersi preoccupato di chiudere la porta perché qualcuno avrebbe potuto farle del male.

Mattia era sempre sconvolto dai racconti del proprio amico, ma non gli diceva mai nulla, forse per indifferenza, forse perché la sua presenza lo disgustava a prescindere già così, fatto sta che rimase in silenzio, giudicandolo per i suoi atti.

E in quel momento, mentre pensava al proprio disgusto, Christian e il suo ciuffo moro, apparvero in mezzo a quella ciminiera. Sul volto non aveva il solito sorriso, il sole non poteva illuminarlo come sempre e lo stomaco di Mattia si strinse riportando alla memoria la scena della stessa mattina, quando aveva potuto osservare il ragazzo abbandonato sul letto, probabilmente dopo una scopata selvaggia con Serena, che se ne stava alla finestra ad osservarlo, con il suo sguardo luminoso, soddisfatto.

"Che ci fa Christian 'sono perfetto' Stefanelli qua?" fece al suo fianco Luigi, che probabilmente aveva notato la traiettoria dello sguardo dell'amico, che se ne stava con un'espressione confusa sul volto, non comprendendo veramente cosa c'entrasse lui in quel luogo.

Il moro si guardò attorno qualche secondo, mentre molte delle persone presenti lo salutavano calorosamente, tutti amici dell'ex rappresentante d'istituto, che non era stato nominato anche il secondo anno di seguito, solo perché aveva sorpreso tutti non presentandosi alle elezioni. Quando trovò quello che cercava, infine, il suo sguardo si puntò verso quel punto e iniziò a camminare a passo spedito verso il suo obiettivo.

E Mattia si sorprese di esserlo.

Christian sollevò una mano per salutarlo e il biondo lo fece a sua volta, sconvolto da quella nuova situazione. Sentiva lo sguardo di Luigi bucargli la guancia, ma decise di non permettergli di guardare i propri occhi, il proprio volto, le proprie guance, altrimenti si sarebbe accorto che qualcosa non andava. Osservò quelle gambe muscolose muoversi verso di lui e arrivare a destinazione in pochi istanti, facendo tornare sulle labbra il sorriso splendido di sempre.

"Ciao Matti, ciao Luigi" salutò Christian, sorprendendo Luigi per via del fatto che il biondo fosse stato chiamato per nome, addirittura con un diminutivo.

"Ciao?" fece Luigi, quasi come se fosse una domanda, per poi allontanarsi, guardando sempre confuso il proprio amico. Mattia sapeva perché il castano si fosse allontanato da lì e per una volta ringraziò il fatto che il proprio amico fosse uno spacciatore: aveva paura di essere beccato da Christian e almeno lui poteva godersi in solitario la sua presenza e le sue attenzioni.

"Che ci fai qui?" chiese, cercando di essere il più burbero possibile, non salutandolo nemmeno, ma arrivando alla conclusione velocemente. Il proprio cuore era in subbuglio, mentre alla mente gli tornavano continuamente le immagini della mattina e della sera precedente, di un se stesso disperato e di un Christian addormentato serenamente.

Il biondo continuò a sorridere, senza mostrare cedimento di fronte alla barbaria di Mattia, incrociando le braccia al petto. Il sole sembrava essersi concentrato unicamente su di lui, che, come una stella, splendeva di luce propria, accecando il biondo che se ne stava così esposto alla sua luminosità.

"Dopo scuola andiamo a casa mia?"

Ancora sveglio - Remake [Zenzonelli]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora