11. IL NUOVO CONTRATTO

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Era passato un mese da quella sera dove Riki aveva fatto a pugni con André e fortunatamente non si era fatto più ne vedere né sentire.
La relazione tra Myko e Riki andava a gonfie vele, i due si amavano ogni giorno di più e Frederik si era definitivamente trasferito a casa di Mykolas, ora convivevano.
"Amore allora io vado" disse Riki sorridendo al compagno, era così felice, davanti a sé aveva una persona che amava tanto e adesso doveva recarsi a Milano per firmare il nuovo contratto, con una casa discografica, per il suo nuovo disco, "Lo sai che ti amo vero?" continuò mentre i suoi occhi si perdevano in quelli profondi dell'altro, "Lo so amore mio, ti amo anch'io" e Myko sorrise, quel dolce sorriso che faceva battere il cuore al rapper, si diedero un bacio e si salutarono, Riki salì in macchina e partí.
A Mykolas venne un'idea "Preparerò una torta per stasera quando Rik tornerà, così festeggeremo" pensò "Ma che dolce potrei fare? Ah, si farò un tiramisù, il suo dolce preferito".
Myko andò in cucina e iniziò a organizzare ingredienti e accessori per preparare il dolce.
Mentre guidava, Frederick ascoltava musica per rilassarsi e far si che il viaggio passasse più velocemente.
Riki sorrideva, è vero, la sua vita era drasticamente cambiata, ma non si era mai sentito cosi felice in vita sua come lo era ora, era incredibilmente innamorato e non credeva che sarebbe potuto succedere.
Uno stridio di freni, distolse lo sguardo dalla strada e quando Frederick voltò leggermente il viso quello che vide lo spaventó, un camion aveva sbandato e si stava dirigendo verso di lui. Frederick provo a strerzare.
"Pronto? Pronto? Riki, non ti sento bene, mettiti dove prende meglio." Visto che l'interferenza non faceva capire niente decise di attaccare.
"Peccato che non si sentiva bene, sicuramente mi vorrà dire com'è andata la firma" ma ripensò che l'avrebbe richiamata e non ci diede molto peso e continuò i suoi esercizi.
Poco dopo il telefono squillò di nuovo insistentemente, guardò il display "Frederick" ,"Se quello scemo mi sta facendo uno scherzo giuro che..." disse avvicinando l'orecchio al telefono "Pronto? Riki.... Guarda che se è uno scherzo io...." La interruppero "La Signorina Giulia?" chiese la voce che rispose al telefono, "Si sono io, lei chi è? Perché ha il suo telefonino in mano? Dov'è Riki? Cosa succede?" disse agitandosi all'udire una voce non familiare.
" Siamo i carabinieri di Milano, il Signor Frederick Evans ha avuto un incidente stradale, l'abbiamo chiamata per avvisarla che i medici lo stanno portando all'Ospedale San Raffaele" La ragazza appena sentí la parola incidente/ospedale si paralizzo, la gola inizió a seccarsi, farfugliava frasi senza senso, le lacrime le rigavano il viso, poi tra i singhiozzi chiese " Come sta? Cosa è successo?" il carabiniere rispose "Signorina, non sappiamo dirle niente, sul ragazzo, dovrebbe recarsi all'ospedale e lì le sapranno dire le sue condizioni, al momento, noi stiamo valutando la dinamica dell'incidente."
Silenzio, Giulia non riusciva a parlare, sbiancò terribilmente e per poco non svenne, le girava la testa e non voleva credere a quello che aveva appena sentito, "Signorina mi sente?" chiese il carabiniere, Giulia tornò in se "Si si la sento, parto subito per l'ospedale" disse con voce tremante, "La ringrazio Signorina arrivederci" e riagganciò.
Giulia era distrutta, era in una valle di lacrime, la sua mente alternava ricordi belli vissuti con Riki a immagini terrificanti su quello che poteva essergli successo era in uno stato catatonico, cercò le chiavi della macchina dovunque, quando in realtà le aveva lasciate al solito posto, nel piattino vicino alla porta, usci di casa, ma le sue gambe erano traballanti, si muoveva senza neanche sapere cosa stava facendo in realtà, salí in macchina e si diresse all'ospedale .Quando arrivò trovò i carabinieri all'ingresso chiese se erano loro quelli che erano stati chiamati sul posto dell'incidente e spiegò che era lei la ragazza che aveva risposto al telefono.
"No signorina, ci dispiace, noi siamo qui per un'altra situazione" videro che la persona davanti a loro era sotto shock e cercarono di aiutarla " Si rivolga all'accettazione vi sapranno dare più informazioni"
Ringraziando, Giulia si allontanò.
Giulia segui il suggerimento del carabiniere e si avvicinò al bancone dell'accettazione "Mi scusi, signora cerco il mio amico, Riki, mi hanno detto che ha avuto un incidente, vorrei sapere come sta e dove lo posso trovare". L'infermiera controllò sul registro e domandò "Mi dica il nome e cognome del suo amico", "Si chiama Riki Evans", la signora controllò di nuovo poi aggiunse "Signorina, le chiedo scusa, ma non c'è nessuno con questo nome...ho un Evans ma si chiama Frederick", "É lui, è lui mi scusi quello che le ho dato è il diminutivo, ditemi dov'è? Come sta?", "Adesso è in sala operatoria, non vi so dire di più, questi però sono gli oggetti personali del ragazzo, aspettate lì appena escono i dottori potete chiedere a loro" e gli porse il sacchettino con gli oggetti di Riki
Estrasse dalla bustina il telefono di Riki, "Siciramente troverò il numero di Mykolas qui" pensò scorrendo la rubrica dell'iPhone rimasto un po' ammaccato.
Compose il numero di Mykolas per informarlo dell'accaduto.
"Myko ti prego rispondi...." Giulia era in ansia troppo preoccupata per l'amico.
Mykolas sentì suonare il telefono "Merde!! Mais en ce moment ça devait sonner ?!?" ( Trad. "Merda!! Proprio in questo momento doveva suonare?!?") il ragazzo si passò un dito tra le labbra per pulirlo dalla crema del tiramisù prese il telefono e guardò lo schermo "Rik❤️" fece un sorriso dolcissimo e gli occhi si illuminarono "Amore mio mon trésor" rispose...ma il sorriso si spense all'istante, dall'alta parte del telefono non c'era il suo Riki a parlare.
"Mykolas...sono Giulia..." Il giovane la interruppe "Giulia???" "È succeso un casino..." riprese la ragazza singhiozzando "Cioè...devi...devi raggiungermi...mi devi aiutare....oddio... Riki...." Quando Myko sentì quella parola, quel nome, capì che la cosa era grave, si sedette sullo sgabello della cucina perché gli tremavano le gambe "Giulia calmati ti prego così non capisco nulla!!" , Giulia fece un profondo respiro e disse "Riki...ha fatto un incidente in auto...l'hanno portato all'Ospedale San Raffaele di Milano, sta in sala operatoria, io sono gia qui perché i carabinieri mi hanno chiamata, Frederick aveva ancora il mio numero come numero delle emergenze e io non avendo il tuo sono venuta qui per chiamarti con il suo telefono....ti prego Myko di qualcosa... ".
Mykolas al suono di quelle parole si impietrí, gli occhi fissi nel vuoto, il cervello rivolto a un solo pensiero... FREDERICK.
Giulia..." disse con voce tremante "arrivo immediatamente,mio dio, Rik...." Gli occhi erano pieni di lacrime,"Ok, fa presto ciao Myko" disse Giulia e riagganciò.
Mykolas uscì di corsa da casa salì in macchina e mise in moto, mentre guidava faceva profondi e lunghi respiri nell'invano tentativo di calmarsi . Era rimasto agitato pet tutto il tragitto, ma finalmente era arrivato, parcheggió e scese dall'auto.
Si diresse di corsa al Pronto Soccorso, un'infermiera lo fermó "Hey hey !!!! Non si può correre qui!!! Sei in un Pronto Soccorso!!!". Il ragazzo si bloccó all'istante "Le chiedo scusa Signora ma vede un ragazzo è stato portato qui in ambulanza dopo un incidente stradale, la prego mi dica dove posso trovarlo o con chi poter parlare". Mykolas vide una regazza corregli in contro, era Giulia che lo abbracciò e iniziò a piangere. Il cantante era in panico, moriva dentro all'idea di perderlo, all'idea che il "ti amo" di quella mattina fosse stato l'ultimo, l'ultimo bacio, non poteva vivere senza di lui e doveva fare tutto ciò che era in suo potere per aiutare il suo amore. Strinse forte Giulia per alleviare la sua preoccupazione. Nel frattempo uscì un dottore dalla sala operatoria. Giulia come lo vide, prese per il braccio Mycolas e si avvicinarono a lui "Dottore chiedo scusa, vorremmo sapere come sta il nostro amico", "È arrivato poco fa un ragazzo, incidente in auto, coinvolto anche un camion...".
Mykolas diventò ancora piu pallido, gli venne un mancamento e si mise una mano sulle labbra, "Hey Myko tutto ok?"chiese Giulia, "Si" rispose flebilmente il ragazzo.
Il dottore continuò "Il ragazzo coinvolto si chiama Frederick Evans lo conoscete?" , "Si è lui" risposero insieme Myk e Giulia. "Gli è stato fatto il massagio cardiaco sul posto, non respirava, ma siamo riusciti a rianimarlo. Il ragazzo ha subito molte fratture, una costola a perforato un polmone, lo sterno è incrinato e il polso sinistro è rotto in modo scomposto. Lo abbiamo operato per sistemare la frattura alla costola per permettere al polmone di guarire, è stato sistemato anche lo sterno e il polso. Ha anche molte contusioni che stanno finendo di medicare". Gli occhi di Mykolas erano spenti, completamente senza luce, "La ringrazio..." disse al dottore, ma lo interruppe "Non è tutto... purtroppo il ragazzo è in coma e solo dopo, quando finirà l'effetto dell'anestesia potremmo capire se si risveglierà". A quelle parole Myko crollò, cedette alla sofferenza, si lasciò andare sulle ginocchia e iniziò a piangere. "Questa è la sala d'attesa della sala operatoria" . Giulia si abbassò e mise un braccio intorno alle spalle del ragazzo"Mykolas ti prego alzati, andiamo ", il ragazzo si alzò a fatica, barcollava. "Sedetevi pure qui, appena il paziente verrà portato in camera potrete visitarlo, io passerò più tardi a vedere come si sta riprendendo, vi auguro ogni bene, arrivederci" e il dottore se ne andò.

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