Oscar si alzò, chiuse a chiave, prese il calamaio dallo scrittoio e vi intinse la piuma d'oca.
Padre, madre, sapete che non sono di molte parole ma quelle che Vi rivolgo ora sono di profonda gratitudine per la vita che mi avete dato.
<Padre mi rivolgo a Voi... Non crucciatevi della mia scelta di non rinnegare il modo in cui mi avete cresciuta... Anche se un giorno accetterò di essere nata donna non conosco altra vita se non quella rigorosa di soldato. Non avrei mai potuto accettare la proposta di matrimonio del Conte Girodelle... non potrei mai sposare un uomo che non amo.
Perdonate la mia testardaggine e la mia irruenza.
Vi voglio bene e sempre ve ne vorrò...qualunque cosa succeda
La vostra Oscar>
Si firmò senza gradi e senza titolo. Ormai la sua decisione era presa. Sigillò la lettera con la ceralacca, vi impresse lo stemma di famiglia e la lasciò bene in vista sulla scrivania. Sapeva che al cambio del turno di guardia il soldato addetto alla corrispondenza sarebbe passato nel suo ufficio. Entro domani la sua lettera sarebbe giunta a palazzo Jarjayes e per allora la sua decisione sarebbe stata nota a tutti.
Un sospiro le sfuggì dalle labbra. Se mai ci sarebbe stato un futuro per lei e per il suo uomo, non avrebbe mai potuto includere anche l'affetto della sua famiglia, soprattutto di suo padre.
Scosse la testa come a voler cancellare quel pensiero dalla mente, si guardò allo specchio della toilette e l'immagine riflessa non le piacque granché. Era molto pallida, il suo splendido sguardo azzurro era velato e circondato da ombre scure e i capelli, umidi per il vapore, erano appiccicati al viso sottolineando ancor di più il pallore delle sue guance.
"Oh André...se mi vedessi ora certo non mi vorresti più!" e scoppiò a ridere.
In quel mentre bussarono alla porta e senza attendere risposta la maniglia si abbassò ma la porta era chiusa a chiave.
"Oscar sono io... apri!"
La voce di lui la colse di sorpresa e un brivido le corse lungo la schiena. Rapida si ravvivò i capelli, girò la chiave ed aprì.
"André ma...che fai qui!? Dovresti essere nella camerata a..."
"Si Oscar il colonnello Da Guille mi ha informato ma dato che per andarci passavo giusto davanti al tuo ufficio volevo...ehm... salutarti anche se non capisco perché hai chiuso a chiave" e così dicendo l'attrasse a sé e la baciò.
Accarezzò con le sue quelle labbra tanto sognate ma quando approfondì il bacio si accorse che qualcosa non andava. La sua lingua aveva percepito un forte sapore... metallico.
Il sapore del sangue, che lui ricordava bene. Quante volte da bambini si erano feriti duellando ed ogni volta, per non farsi scoprire dalla nonna, si erano succhiati le ferite sino all'ultima goccia.
L'allontanò appena da sé trattenendola però nel suo abbraccio.
"Che hai Oscar!?? Tu non stai affatto bene. Ora ti accompagno in infermeria e chiamiamo il dottore e..."
"Ma cosa dici Andrè!! Il mio è soltanto un banale raffreddore e..."
"Non ingannarmi! La tua bocca sa di... sangue!!"
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La rosa ed il lillà la storia d'amore di Oscar ed Andrè
FanfictionQuesta storia è destinata a tutti gli appassionati del manga di Lady Oscar e, soprattutto, a chi ha sempre desiderato un finale diverso per il grande amore di Oscar ed Andrè. Due giovani cresciuti negli sfarzi della Corte francese del 1800, tra intr...