UNA LUNGA NOTTE

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Oscar intinse il pezzo di stoffa nella bacinella, lo strizzò e con molta delicatezza lo passò sul suo viso. Gli spostò una ciocca di capelli dal viso , si soffermò sulla cicatrice dell'occhio ormai cieco e scese sulle labbra. Quelle labbra che avevano suggellato con infiniti baci il loro amore. Si chinò su di lui e gliele sfiorò con un bacio che sapeva di sofferenza e amore.

"André... ti amo" gli sussurrò all'orecchio.

Rosalie si avvicinò con due sedie e fece finta di non aver udito quelle parole. Sapeva quanto era difficile per la propria amica esternare i propri sentimenti.

"Tieni Oscar" le disse spingendo la sedia verso di lei.

"Grazie Rosalie... Sei tanto cara ma io preferisco rimanere in piedi... qui... accanto a lui"

"Sii ragionevole! Si vede lontano un miglio che non stai bene... e dal tuo viso si comprende che stai male già da tempo..."

Lei sussultò a quelle parole, pronta a ribattere con qualche scusa ma Rosalie la interruppe prima.

"Non temere. Non voglio sapere da te più di quanto sei disposta a dire... Però ... ti prego di ascoltarmi. Siediti accanto a lui e preghiamo..."

Oscar era tanto stanca, sospirò e si sedette. Prese tra le sue la mano di André. Era fredda ed immobile, come tutto il suo corpo del resto. Chiuse gli occhi e pregò...come mai aveva fatto in vita sua.

Rosalie si sedette al lato opposto e raccogliendo le mani in grembo sussurrò:

"Ti prego O Vergine Maria... Veglia su di lui come se fosse Tuo figlio..." e dalle sue labbra uscì una lenta nenia.

Bernard e Robespierre che avevano assistito alla scena da lontano si guardarono negli occhi e fu Bernard a rompere il silenzio.

"Sai Robespierre... abbiamo l'onore di aver di fronte a noi una grande donna oltre che un valoroso soldato. Ha rinunciato a tutto solo per amore del suo uomo, per unirsi al popolo... e..."

Robespierre lo guardò con occhi interrogativi:

"Cosa stai dicendo!? ... Ma...effettivamente ora che mi ci fai pensare quando è giunta qui si è presentata come Oscar François...senza titoli e..."

Bernard lo prese sottobraccio :

"Vieni spostiamoci dove non possono sentirci... e ti racconterò tutto..."

Intanto, a palazzo Jarjayes...

"Generale... Madame..."

"Perché urli così Nanny!? Sembri una forsennata... non ti agitare così...alla tua età poi!!" disse il generale con un sorriso canzonatorio.

Lui e Madame erano seduti sul sofà nel salone. Madame alzò gli occhi dal libro che stava leggendo ed attese... l'uragano!!!

Ed infatti...

"AUGUSTIN RANIER DE JARJAYES!! NON TI PERMETTERE SAI DI PARLARMI COSI'!! TI RICORDO CHE I MIEI ANNI NON MI IMPEDISCONO DI CORRERTI DIETRO COL MATTARELLO IN MANO!" il tono era di rimprovero ma nello sguardo c'era tutto l'affetto che provava per lui e la sua famiglia.

Era stata la sua balia e poi la tata di Madamigella Oscar...della sua bambina...come amorevolmente la chiamava lei. Le aveva dato tutto quell'affetto che il padre le aveva negato. Lui non voleva sentimentalismi attorno a quella figlia che aveva voluto crescere come un uomo e come soldato. Aveva allontanato da lei l'affetto materno e quello delle sorelle trasmettendole il rigore e la severità tipica di un'educazione maschile.

La rosa ed il lillà     la storia d'amore di Oscar ed AndrèDove le storie prendono vita. Scoprilo ora