Capitolo 17

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Paul si appoggiò alla parete fredda, a causa del forte giramento di testa che gli impedì di restare completamente in piedi.
La sua fronte era sudata e minuscole goccioline salate cominciarono a scendere giù da essa.
Faceva davvero caldo in quel periodo dell'anno e il fatto che fosse stretto in un abito elegante, all'ultima moda a maniche lunghe, non gli rendeva di certo le cose più facili.
Faticava a reggersi sulle sue stesse gambe e a respirare correttamente, ma questo era solo in parte attribuibile al caldo insopportabile che avvertiva.
Era da quasi un mese che la sua vita era diventata frenetica, un susseguirsi di eventi a cui lui ormai non riusciva a stare dietro. Da quando il primo episodio della serie era andata in onda né lui, né Tum avevano avuto un minuto libero, troppo impegnati a partecipare a interviste, programmi, pubblicità e a qualsiasi altra cosa che gli permetteva di pubblicizzare il loro lavoro.
Era sfiancante, uscire di casa la mattina presto per tornare solo a notte inoltrata, dormire quelle 4-5 ore e risvegliarsi il mattino per rifare sempre le stesse cose.
Certo rispetto ad altri lavori, fare l'attore era una cosa molto più stimolante e mai monotona, ma quei ritmi lo stavano portando al limite: nell'arco di soli 7 giorni doveva trovare il tempo di partecipare ai numerosi eventi, studiare per il master, continuare le prove di canto e di ballo con i suoi compagni e persino tenersi in forma.
L'agenzia aveva molto spinto su questo aspetto, volevano che l'aspetto fisico degli attori fosse impeccabile una volta che si fossero presentati al pubblico; Per cui questo prevedeva il ritagliarsi di ore che non si poteva certamente permettere e una dieta ferrea e questo lo stava devastando.
Sia lui che Tum amavano mangiare e il doversi limitare a mangiare pochi e prescelti cibi, non era una cosa affatto facile, soprattutto perché le loro ore lavorative erano molto più lunghe rispetto alla media e spesso dovevano combattere per lungo tempo con i morsi della fame.
E questo lo riportò a ciò che stava succedendo in quel momento, si trovava dietro le quinte del primo evento aperto al pubblico a cui tutto il cast doveva partecipare, ma ad un certo punto si sentì mancare le forze:  quella mattina era uscito da casa di corsa, non avendo neanche il tempo di mangiare e il sonno arretrato di quelle settimane si stava facendo sentire.

Si mise una mano sulla fronte e scorse il suo compagno che una volta uscito dalla sala trucco, si diresse immediatamente verso di lui con un meraviglioso abito aderente, abbinato al suo che gli fasciava perfettamente le forme e che fece fermare per un attimo il cuore di Paul.
Era bellissimo, anzi era stupendo con i capelli scuri un po' arricciati e quell'abito che gli lasciava scoperto gran parte del petto color cioccolato che lui tanto amava.

Una fitta di desiderio lo colpì dritto al ventre, facendogli spalancare la bocca.
Era da quel giorno in cui il ragazzo era rimasto a dormire nel suo appartamento che non aveva più avuto il piacere di assaporare quelle labbra né di affrontare quello specifico argomento che ancora aleggiava tra loro. Avevano semplicemente archiviato tutto ed erano andati avanti come se nulla fosse successo, anche se quei ricordi erano rimasti impressi come se fossero stati scrittoli con l'inchiostro indelebile nel cuore di Paul.
Come poteva dimenticare quel bacio così profondo che gli aveva fatto mancare il respiro? Per non parlare della scoperta della sessualità confusa di Tum e della loro litigata che quasi era sembrava una scenata di gelosia.
Semplicemente non poteva, ma andare avanti e fare finta di niente, era la loro unica opzione.

Gli occhi del più piccolo si tinsero di preoccupazione, quando si accorse in che condizione riversava il suo partner: il suo colorito pallido, la fronte sudata e la sua schiena che era appoggiata al muro, non presagivano nulla di buono.
- P'...si avvicinò cautamente a lui- stai bene? -
Paul abbozzò un sorriso, cercando di tirarsi completamente in piedi con non poca fatica - sí, non ti preoccupare Nong. Mi è girata solo un attimo la testa, adesso mi vado a bere un po' di acqua con lo zucchero e sarò come nuovo -
Quella frase però non servì per far sentire meglio il più piccolo che accompagnò comunque il più grande in una piccola sala d'attesa dove c'erano delle macchinette e lo obbligò a mandare giù degli snack insieme all'acqua.

La prigione dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora