CAPITOLO 5

311 21 0
                                    

Jungkook si stupì di quante persone si presentarono al picnic organizzato dal Dipartimento, la domenica successiva. La sua squadra era occupata con diversi casi, che con il passare del tempo stavano finendo tutti in un vicolo cieco, eppure la maggior parte dei suoi colleghi era presente, nonostante il carico di lavoro e il caldo opprimente. Socchiuse gli occhi per guardare il cielo blu. Era striato di nuvole, ma l’afosa foschia non prometteva pioggia.
Naturalmente, il capitano Kim namjoon aveva reso quell’occasione un’esibizione pilotata. Quell’uomo era fissato con il migliorare il lavoro di squadra e… quali parole aveva usato? Oh, sì, coesione del Dipartimento.
Jimin avrebbe apprezzato quella parola, con così tante sillabe
Coesione.
Come se potesse servire a qualcosa Se non altro, il cibo era gratis e poteva così trascorrere del tempo con sua figlia. E, per dirla tutta, mostrarla con orgoglio a tutti. Non avrebbe dovuto essere felice di tutte le attenzioni che riceveva, eppure era così.
In quel momento, Yuna era al campo da baseball e stava ricevendo piccole lezioni da Ann Carson del team Violenza Familiare. Yuna mancava più palle di quante ne colpiva, in parte perché il suo guantone era così grande da richiedere entrambe le mani, ma appariva comunque entusiasta dei tentativi. Con i lunghi capelli neri lisci come la seta e la pelle candida, sembrava una fragile bambola, ma le apparenze sapevano ingannare. Jungkook avrebbe scommesso che i tentativi di yuna di prendere la palla avrebbero superato i lanci di Carson.
Un paio degli uomini più giovani stavano facendo a gara con i figli adolescenti di yoongi a chi prendeva più volte la palla, nel campo esterno.
Ogni sforzo di fare una vera partita era morto a causa del caldo jungkook era quasi contento di starsene seduto sulla panchina a guardare, mentre digeriva il suo hamburger.
«È davvero molto bella, tua figlia,» disse una voce alle sue spalle jungkook si voltò, strizzando gli occhi alla luce del sole, e riconobbe Linda Ramsey, trasferita di recente alla Omicidi. Grugnì un “Grazie”. Ramsey gli si sedette accanto nonostante la risposta poco cordiale.
«Quanti anni ha?» le chiese
«Cinque Assomiglia alla madre, grazie al cielo.» Ramsey lo guardò con curiosità da sotto i riccioli biondo fragola che si stavano afflosciando nel caldo torrido. «Ho sentito dire che sei vedovo.» «Infatti.» «Mi dispiace.» «È successo tanto tempo fa,» tagliò corto. May gli mancava ancora, ma il loro matrimonio era stato una farsa sin dall’inizio. Non si sentiva a suo agio ad accettare la solidarietà che la gente credeva si meritasse. Si erano aiutati a vicenda in una situazione difficile: lui fornendo a May il permesso di soggiorno e un padre per sua figlia, lei ricambiando con una famiglia di facciata. Sua moglie era stata coraggiosa e intelligente e sua figlia occupava il centro del suo cuore, ma non erano mai stati innamorati. «Sono quasi cinque anni,» si rese conto.
«Perciò la stai crescendo da solo,» disse Ramsey. «Complimenti, È davvero radiosa Le ho parlato, prima, e mi ha colpita molto» «Grazie, ma mi hanno aiutato.» In un certo senso. Sua cugina Brenda aveva accolto la bambina, quando gli orari del suo lavoro gli avevano reso impossibile fare il genitore da solo Pagava per quell’aiuto e dava ad Yuna ogni minuto del suo tempo libero. La bambina cresceva, ma lui si ritrovava sempre di più in contrasto con le opinioni ultra-religiose di Brenda Stava iniziando a preoccuparsi man mano che Anna diventava grande, intrappolata tra lui e Brenda. Non c’era una risposta semplice. E se avesse dichiarato pubblicamente la sua relazione con jimin , non avrebbe più avuto né Brenda né un aiuto per sua figlia. Quella era una delle dolorose realtà della sua vita. Si rese conto che la collega aveva detto qualcosa.
«Scusami,» disse. «Credo di non aver capito.» «Ho detto che oggi ci sono tanti poliziotti, ma non tante famiglie quante mi sarei aspettata. Quando ero un agente semplice, agli eventi per le famiglie c’erano sempre orde di bambini che correvano in giro.»
«Noi siamo un po’ più vecchi,» le fece notare jungkook «E facciamo questo lavoro da più tempo, Credo sia difficile per mariti e mogli In più, questo non è il momento migliore.» «In che senso?» domandò la donna, protendendosi leggermente.
A jungkook non piacevano i pettegolezzi, dal momento che odiava quelli sulla sua vita privata, ma qualche informazione avrebbe potuto essere utile a quella giovane donna per evitare inutili gaffe con i colleghi. «Beh, namjoon ha appena divorziato,» le spiegò. «Sua moglie ha preso i bambini e si è trasferita nel Maine.» Donna intelligente. «yoongi ha divorziato tre anni fa.
Quei due ragazzi nel campo esterno sono suoi, ma la sua ex non è qui. La moglie di Johansson è via. James ha appena rotto con la sua ragazza e non si è ancora ripreso. La moglie di Loes non si vede più dal Cretaceo, sebbene lui insista nel dire che si siano appena separati. E liam cerca di rimediare a tutto questo avendo sempre almeno tre ragazze nello stesso momento, anche se evita di portarle in giro quando ci siamo noi umili lavoratori. Inoltre, lavorare alla Violenza Familiare o ai Crimini Sessuali è ancora più deleterio per le relazioni coniugali che alla Omicidi. Questo spiega le poche famiglie. Forse puoi trovare qualche coppia felice alla Rapine.» jungkook prese un ampio respiro. Non si era mai reso conto prima di quante poche famiglie ci fossero tra i suoi colleghi Tutto sommato, stava meglio di molti di loro, Meglio di tutti loro, anche se devo tenerlo nascosto.
«Dio. Sembra davvero terribile.» «Beh, forse la sposa giusta potrebbe farlo funzionare,» commentò, riflettendoci. «Noi sbirri tendiamo a essere irascibili e imbronciati quando abbiamo a che fare con i casi più schifosi. Abbiamo orari impossibili e siamo egoisti.» «Egoisti? Tu non lo sembri per niente.» «Oh, sì» le disse lui. «Devi esserlo  Ci infiliamo nelle situazioni più pericolose, con tutte quelle pistole e quella violenza. Se siamo stanchi, arrabbiati o distratti, le persone potrebbero rimanere ferite o uccise. Un poliziotto deve fare di tutto per mantenere un equilibrio, se può, per il suo bene e quello di tutti.» Sospirò. «Se hai un coniuge forte, è ancora meglio
Troppi di noi sono soli in compagnia di una bottiglia o qualche altro pessimo rimedio.» «Tua moglie deve mancarti moltissimo,» disse Ramsey con dolcezza.
Jungkook la fissò  un attimo stupito, poi disse: «Sì, credo di sì.» Non stava pensando a May, D’improvviso si trovò a chiedersi quali obblighi stava imponendo a jimin . Il ragazzo sembrava sapere in qualche modo cosa fare quando lui era sotto stress, se limitarsi ad ascoltare in silenzio o provare a distrarlo. Non si era mai sentito così rilassato e concentrato sul lavoro come negli ultimi tempi. Quello lo rendeva egoista? Si chiese se stesse ripagando jimin con la stessa moneta.
Ascoltava i problemi quotidiani di jimin, E quante volte ho pensato che fossero insignificanti rispetto ai miei? Tuttavia, lo aveva aiutato con il ragazzino che aveva subito abusi. Aveva trascorso molto tempo fianco a fianco con la Protezione dei minori per trovare una soluzione che il ragazzo potesse accettare. Non avrebbe mai avuto così tanta pazienza con quell’arrabbiato ragazzo ribelle se non fosse stato così importante per jimin
Si è preso cura di jimin quando ha avuto l’influenza. Ha contribuito a salvargli la vita. La storia dell’influenza era ancora più significativa, Dopotutto avrebbe aiutato a salvare chiunque da un assassino munito di pistola. Inoltre, allo stesso jimin andava buona parte del merito per il suo salvataggio. Ma c’era solo un’altra persona al mondo per la quale era disposto volontariamente a ripulire il vomito, e aveva cinque anni.
Jimin era felice. Non riusciva a pensare a niente di meglio per il momento. Il sorriso che jungkook vedeva quando entrava in casa valeva tutto.
Ma per quanto ancora potrà essere felice, lontano dal resto della mia vita?
Non poteva proprio immaginare di portare jimin a un evento del genere. Il mio ragazzo e il suo bambino. Non sarebbe mai accaduto. Anche se Anna avrebbe voluto portarli. Voleva molto bene a lui e Ben, il bambino per il quale jimin era praticamente un padre.
Avevano trascorso insieme quella mattina a Minnehaha Park. Avevano passeggiato fino alle cascate Minnehaha, guardando il salto e giocando con l’acqua. I bambini avevano voluto avvicinarsi il più possibile alle cascate. Il vento aveva spostato uno spruzzo verso di loro e jimin si era tolto con disinvoltura la maglietta umida di sudore legandola alla cintura, cercando un po’ di sollievo dal caldo opprimente. Allora la lingua di jungkook si era incollata al palato. Mentre i bambini chiacchieravano con jimin , lui aveva dovuto fare un passo indietro, distogliendo gli occhi dal petto nudo del suo amante nel tentativo di riacquisire il controllo. Fino a quando il suo silenzio aveva spinto il ragazzo a guardarlo interrogativamente. Un piccolo sorriso, di scherno e affetto al tempo stesso, aveva increspato le labbra di jimin prima che indossasse di nuovo obbedientemente la t-shirt. A quel punto, jungkook si era rilassato ed era rientrato in modalità “a passeggio con la famiglia”, scacciando dalla mente anche la più piccola traccia di rimpianto.
Avevano trascorso un’ora piacevole passeggiando lungo il fiume, nel “quasi fresco” dell’ombra accanto all’acqua. Lui e jimin avevano chiacchierato di nulla in particolare, mentre Ben e Yuna esploravano. Ben aveva visto un’ochetta non ancora completamente adulta e i bambini le avevano dato da mangiare i loro cracker.
Ben era fantastico, intelligente e dolce, ma anche spaventosamente indipendente. Gli piaceva fare le cose da solo, senza chiedere aiuto e nemmeno il permesso. Jungkook si ricordava ancora molto bene di quando avevano portato entrambi i bimbi al parco: era bastato un attimo di disattenzione e, quando era tornato a guardare Ben, stava cercando di fermare le auto in una strada trafficata per lasciare passare indenni un’anatra selvatica con manie di suicidio e i suoi piccoli. Avrebbe scommesso che jimin aveva ancora gli incubi sul bambino che scendeva dal marciapiede agitando le braccia ai veicoli in arrivo.
Quella mattina, quando l’aveva allontanata dalla sua amica pennuta per ricordarle del picnic, Anna aveva chiesto: «Possiamo portare anche Ben e jimin ? Vorrebbero venire, ci scommetto.» jimin aveva incontrato il suo sguardo triste sopra le teste dei bambini.
«Sai, Yuna» le aveva detto, «ci sarà da mangiare al picnic e non si aspettano persone in più. Non è buona educazione presentarsi a tavola senza essere invitati. Forse la prossima volta jungkook può chiedere prima se può portare qualcuno in più, così potrai andarci almeno con Ben.» yuna era stata d’accordo, sebbene il suo primo commento quando aveva visto i tavoli carichi di cibo accanto alle griglie fosse stato: «C’è così tanto da mangiare che potevano venire anche Ben e jimin» Ma non era mai stato quello il motivo reale.
Ramsey si avvicinò ancora di più a jungkook sulla panchina. «Che ne pensi se due poliziotti si mettessero assieme?» domandò. «Credi che funzionerebbe meglio?»
Si rese conto solo in quel momento che la donna stava flirtando un po’ con lui. «Probabilmente sarebbe un disastro,» disse con risolutezza e sincerità. «Soprattutto se lavorano nello stesso dipartimento. Sarebbero stressati nello stesso momento. E se ci fossero anche dei figli… ancora peggio.» Si voltò a guardarla, mettendo della distanza tra i loro corpi.
«Quindi, se Liam inizia a dire che ha bisogno di una ragazza al Dipartimento da associare a quelle che frequenta fuori, non dargliela vinta, intesi?» «Di chi stai parlando male, jungkook?» chiese Liam sopra la sua spalla.
Poi rivolse a Ramsey il suo sorriso più bello. «Non credere nemmeno a una parola di quest’uomo. È solo tutta invidia perché la sua ragazza non è qui.
Non posso spiegarti il perché: è un segreto.» Fece l’occhiolino a jungkook , che in silenzio maledisse yoongi e le voci di corridoio. Sempre meglio della verità, ricordò a se stesso.
Liam Hanson allungò una mano verso Ramsey. «Vieni, ti presento alcuni membri della banda che non hai ancora conosciuto. Io conosco tutti. E non mordo.» La donna guardò jungkook , ma quando lui rimase a fissarla impassibile, si alzò e permise all’altro di accompagnarla ai tavoli del picnic,jungkook sospirò e si domandò quando la sua vita era diventata così complicata.
 

allo Scoperto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora