CAPITOLO 10

274 21 0
                                        

L’appartamento di jimin mostrava i segni della presenza di bambini per tutto il giorno, Ripulì dal bancone un maccherone Kraft Dinner caduto e versò nel lavello mezzo bicchiere di succo avanzato. Era tardi e Ben stava finalmente dormendo tranquillo, mentre lui si sentiva esausto.
Mise un altro sacchetto vuoto di Target in un cassetto e lo chiuse.
Poiché non era stato ancora possibile recuperare le cose di Ben, il pomeriggio si era trasformato in una spedizione nei negozi. E Yuna si era divertita molto più di loro due, Si chiese se non esistesse un gene dello shopping attaccato al cromosoma X Altrimenti, come si spiegava che una bambina di cinque anni che viveva in clausura fosse più brava a fare acquisti di un uomo adulto?
Se non altro, Ben si era divertito al reparto giocattoli. Il conto corrente di jimin era prossimo a raschiare il fondo, ma la nuova Wii avrebbe distratto il bambino. E lo aveva fatto sorridere. Era valsa la pena mettere mano alla riserva per i giorni bui Fece scorrere lo sguardo per il piccolo salotto. C’era un puzzle sul tavolino, un camion era parcheggiato sotto il mobile della TV e una palla Nerf era sul divano Si sentiva un papà, Un papà che se la stava facendo sotto
Non aveva mai avuto il permesso di tenere Ben più di un giorno
Sandy era sempre stata troppo gelosa della loro intesa. Aveva accettato di farglielo vedere per un tempo minimo, dopo che lui le aveva pagato la parcella dell’ospedale jimin non si era mai preso cura di Ben quando era stato malato, non aveva avuto a che fare nemmeno una volta con gli incubi né con i pasti quotidiani. Aveva fatto ciò che poteva per esserci. Aveva ascoltato quello che Ben aveva da dire, lo portava a spasso e gli aveva comprato quelle nuove scarpe da ginnastica quando ne aveva avuto bisogno. Ma nonostante tutti i difetti, il suo vero genitore era stata Sandy

Adesso, Jimin era diventato l’unico sostegno di un bimbo traumatizzato e triste. Si sentiva così terrorizzato da temere di esplodere
Le chiavi di jungkook nella porta furono una distrazione bene accetta jimin accolse quell’arrivo con un sorriso, Il poliziotto gli si avvicinò e si piegò per baciarlo, ma lui rispose con un tocco rapido, un occhio rivolto alla porta della camera da letto.
«Non ho più diritto nemmeno a un bacio vero?» chiese jungkook, scherzando solo in parte
«Ben è rimasto sveglio a lungo. Non voglio baciarti dove potrebbe vederci e costringerlo a mantenere il segreto. Non sarebbe giusto per un bambino.» «Forse hai ragione,» sospirò l’altro. «Mi sei mancato.» jimin provò un’ondata di calore a quell’ammissione. Era così diverso dal suo solito jungkook , sempre autarchico
«Mi sei mancato anche tu. Però possiamo sederci a chiacchierare un po’. Dimmi delle indagini.» «Beh,» iniziò jungkook, lasciandosi andare pesantemente sul divano
«Forse abbiamo una svolta. Dopo che i media hanno diffuso la notizia, namjoon ha deciso che potevamo chiedere l’aiuto dei cittadini. Abbiamo un testimone che potrebbe aver visto il nostro uomo» Gli rivolse uno strano sorriso. «Sai, ci ha provato con me quando l’ho interrogata.» «Non la biasimo,» replicò lui come se niente fosse. «Sei alquanto sexy.» «Ed è venuto fuori che è un travestito,» gli rivelò l’altro. «Una donna molto convincente, ma il suo nome è Walter.» «E ci ha comunque provato? Devo iniziare a preoccuparmi?» «Mai.» Si protese verso di lui, ma subito si ricordò di tirarsi indietro.
«Lei non è il mio tipo, e decisamente nemmeno lui. Ho chiarito le cose con la mia fede.» jimin capì che la sua espressione doveva essere cambiata perché jungkook gli chiese: «Cosa c’è che non va?» «Niente,» si impose di rispondere. Come poteva mai spiegargli quanto odiasse vedere che ci fosse ancora Mai al centro della sua vita sentimentale pubblica, come se lui nemmeno esistesse? «Sono felice che tu riesca a intimorire gli altri uomini.» «Mmm.» L’altro appariva ancora dubbioso. «Comunque, ci ha dato molte informazioni, sebbene non possa garantire sull’identikit dell’uomo.
Sono passati alcuni mesi dal fatto. Però abbiamo un paio di persone che potrebbero aver visto le nostre vittime in compagnia di un uomo. Stiamo cercando di trovare punti in comune nelle descrizioni per arrivare a un identikit migliore.» «State facendo progressi, quindi.» «Sì, non come avere un nome e un indirizzo, ma è già un passo avanti.» jungkook si sistemò meglio sul divano. «Come è andata invece la tua giornata?» «Molto impegnata. Ho comprato a Ben dei vestiti e alcuni giocattoli per rimpiazzare le sue vecchie cose. Yuna è stata di incredibile aiuto con gli acquisti. Ha le sue belle idee. Credo che a un certo punto Ben si sia arreso accettando tutto ciò che decideva lei. L’ho riportata a casa alle diciotto, circa. Non devo stare simpatico a Brenda perché l’ha tirata dentro come se stessi per molestarla davanti alla porta.» «A Brenda non piace nessuno, tranne Yuna e forse il suo sacerdote.» jungkook rilasciò un pesante sospiro e jimin lo guardò preoccupato.
«Vuole ancora portare Yuna in chiesa tutti i giorni?» «Quasi, Dovevano andarci proprio stamattina quando ho preferito mandarla a fare shopping con voi pagani. Vorrei tanto che Brenda avesse qualcos’altro su cui fissarsi.» Fece una smorfia. «Ha detto ad Yuna che io non capisco Dio perché sono un fornicatore. Prova a spiegarlo a una bambina di cinque anni.» «Che cosa le hai detto?» «Essenzialmente che Brenda ha esagerato e che non è nulla di cui preoccuparsi.» «E le sta bene?»
«Per il momento.»jungkook gli rivolse un caldo sorriso. «E per la cronaca, ha voluto sapere se sei anche tu un fornicatore e le ho detto di sì.»

allo Scoperto Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora