CAPITOLO 2

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La sera seguente sul tardi, Jimin si svegliò al tocco di un piede caldo contro il suo. Rotolò sul materasso fino a trovarsi tra le braccia di jungkook.
«Non scherzavi quando hai detto che facevi tardi. È un caso tosto?» Con delicatezza, gli fece scivolare una mano lungo il collo, i polpastrelli che accarezzavano le punte dei lisci capelli castani del suo uomo.
«Potrebbe,» rispose l’altro. Le sue grandi mani gli percorsero lentamente la schiena. «Sì, temo di sì. Credo che sia collegato a un altro omicidio avvenuto un mese fa. Due donne, ora, uccise nello stesso modo.
Spero che non si tratti dello stesso uomo perché, se è così, abbiamo a che fare con un pazzo.» «Quanto pazzo?» «Al punto che potrebbe uccidere ancora.» «Quindi pazzo nel senso di serial killer?» volle sapere jimin , rallentando il proprio tocco.
«Forse.» «Pensavo che non succedesse tanto spesso.» «È difficile da stabilire in realtà. Molti dei cold case, quelli senza sospettati né movente fin dal primo giorno, potrebbero essere in realtà omicidi seriali, poiché non si hanno prove a sufficienza per collegarli, Potrebbero essere molto più comuni di quanto crediamo. Ma i veri serial killer pazzoidi che seguono uno schema… quelli sì che sono rari.» «Però credi che questo potrebbe esserlo?» «Sono state entrambe pugnalate molto tempo dopo il decesso, oltre ad altre analogie. È per questo che sono preoccupato. Non è una cosa che la gente comprende facilmente.»
«Mai,» disse jimin con tranquillità.
Una delle sue gioie private dell’ultimo anno era il fatto che jungkook avesse iniziato a fidarsi di lui al punto da confidargli dettagli del suo lavoro, perché sapeva non solo che avrebbe mantenuto il segreto, ma anche che avrebbe potuto ricevere da lui il sostegno di cui aveva bisogno. Jimin ignorava come i poliziotti potessero farcela soltanto con le proprie forze. Dovevano fare i conti con il lato peggiore dell’umanità, giorno dopo giorno. Forse alcuni di loro appartenevano a quel tipo di persone in grado di lasciarsi scivolare ogni cosa dietro le spalle, ma molti facevano quel lavoro perché ci tenevano.
Jimin dava tutto se stesso per offrire a jungkook due orecchie amiche, un pasto caldo, birra ghiacciata o un corpo bollente A volte, l’uomo voleva parlarne. Altre, invece ciò che cercava era solo perdersi per un po’. Dal movimenti delle sue grandi mani sul proprio sedere, Jimin capì che quella era una di quelle volte. Sogghignò nel buio, La sua scelta preferita
Accarezzò con la bocca il collo e la mascella di jungkook , la barba di due giorni che gli solleticava le labbra. Scostandosi appena, scivolò più in basso, seguendo con la lingua il percorso delle spalle muscolose e dei bicipiti, fino a trovare le estremità dure dei capezzoli in attesa del suo tocco.
L’uomo mugolò sotto il morso dei suoi denti attorno a quei punti sensibili e sollevò le mani per afferrargli i capelli. Jimin gli leccò e morse il petto, abbastanza forte da lasciare dei segni leggeri. Scese ancora più giù, muovendosi con maggiore rapidità e urgenza. La pelle di jungkook era ormai qualcosa di familiare; il lieve pizzicore degli addominali a contatto con la sua bocca, il caldo profumo virile del corpo del suo amante. Quando si fermò per leccargli l’ombelico, l’umida carezza vellutata del grosso uccello di jungkook si sollevò contro la sua guancia. Jimin girò la testa e glielo prese in bocca, di scatto e in profondità. L’altro gemette e gli spinse la testa ancora più a fondo. Jimin lo tenne ben stretto, muovendo la lingua velocemente fino a quando fu costretto a tirarsi indietro boccheggiando.
«Vuoi…?» La voce di jungkook risuonò ruvida.
«È questo ciò che voglio,» gli disse jimin. «Per favore…» Gli leccò piano l’asta, dalla base fino in cima, e poi passò tutt’intorno all’ampia punta arrossata. Il battito del poliziotto martellava sotto le dita di jimin, l’erezione che sobbalzava allo stesso ritmo. Chiuse il pugno attorno alla base e ingoiò fino a quando la bocca incontrò la sua stessa mano. Non avrebbe potuto prenderlo fino in fondo, jungkook era troppo grosso. Ma ci era vicino ed era bello ugualmente. Guidò il respiro dell’amante al tempo della propria bocca: si muoveva rapidamente su e giù e poi rallentava, leccando appena la fessura. Sulle prime, non strinse la presa della mano, ma presto iniziò a chiuderla con la stessa cadenza con cui labbra e lingua si gettavano sulla preda. Percepì la prima goccia di liquido caldo e si tirò indietro, la mano serrata con forza attorno alla base dell’uccello, guardando jungkook che solo per un attimo usciva da quello stato di beatitudine.
«Gesù, Jimin-ah. Dolcezza,» ansimò l’uomo. «Non fermarti.» «Mai,» bisbigliò jimin contro la sua pelle. Strofinò il viso nell’incavo tra fianco e inguine. «Non voglio fermarmi. Solo…» Con le mani, si fece spazio tra le gambe di jungkook e abbassò la bocca fino a quella striscia morbida tra fondoschiena e testicoli, leccando piano. La sua lingua si mosse gradualmente verso l’alto, avvolgendo quelle grandi sfere solide mentre ne succhiava prima una e poi infilava la seconda in bocca.
Jungkook gemette forte quando gli lasciò andare le palle in direzione dell’asta dura, ora resa scivolosa dalla sua saliva. Leccò spostandosi verso il glande, Le mani dell’uomo affondarono tra le sue ciocche, Chiuse le labbra su di lui e jungkook scattò in avanti con i fianchi. Jimin permise al suo amante di affondargli nella bocca, controllando la profondità con la mano. Il movimento di jungkook era rapido e deciso, le dita serrate contro la sua testa. La lingua di jimin non conobbe pace, succhiando con decisione e assaggiando il liquido seminale nella propria bocca.
«Oh, Dio,» ansimò jungkook «Oddio, Jimin Adesso! Per favore!» jimin fece scivolare in basso la mano, un affondo deciso su pelle setosa, e rilassò la gola prima di accoglierlo fino in fondo. Jungkook venne e venne dentro di lui, pulsando e gemendo. Ingoiò il liquido denso, sollecitando ogni getto con il polso e la lingua. Dopo un minuto, lo lasciò andare lentamente Con delicatezza, languidamente, succhiò e leccò le ultime gocce, sentendo l’uccello di jungkook che si rilassava Si fermò e si tirò indietro quando l’altro rabbrividì, riconoscendo i segni di quando diventava troppo sensibile per accettare ulteriori tocchi.
Jimin adagiò la testa sulla pancia dell’altro e sospirò Con un polpastrello, tracciò piano l’accenno muscoloso di quegli addominali scolpiti.
Ti amo, pensò
Ma non lo disse, Non di nuovo Non fino a quando potrò sentirmi dire “anch’io”.
Era sicuro che jungkook fosse preso dalla loro storia esattamente come lui.
Nessun altro aveva mai fatto parte della sua vita in quel modo: così profondamente legato al suo cuore. Il sentimento doveva essere reciproco.
Ma era altrettanto vero che non era mai stato con qualcuno che negasse ciò che c’era tra loro fuori dalla camera da letto. Aveva giurato a se stesso di non fare pressioni su jungkook , di non chiedere più di quanto il suo amante fosse disposto a concedergli. Ma diventava sempre più difficile, poiché l’uomo non dava alcun segno di prendere in considerazione la possibilità di uscire allo scoperto.
Le calde mani del poliziotto avvolsero le sue braccia e lo tirarono su per un bacio. «Mmm,» mugolò jungkook  «Amo sentire il mio sapore su di te,
Hai una bocca magica» Ci siamo quasi jimin ricambiò il bacio di buon grado. Era una cosa che adorava a propria volta, Avevano fatto i test per l’ultima volta quattro mesi prima ed erano entrambi in perfetta salute, L’esito era stato negativo.
Aveva notato un evidente sollievo in jungkook , abituato com’era ad abbordare sconosciuti nei bar, Ora potevamo amarsi come volevano
Non c’erano rischi nel piacere senza protezione, poteva ingoiare jungkook fino in fondo. La fiducia non era mai stato un problema, al contrario delle esperienze passate.
Approfondì il bacio, aprendo le labbra alla lingua di jungkook, che esplorava in tocchi lenti. Gli occhi castano scuro dell’altro uomo fissavano i suoi. Jimin passò un dito lungo quegli zigomi spigolosi mentre dava tutto se stesso in quel bacio. Erano quasi migliori del sesso, quei lunghi momenti che trascorrevano semplicemente stando assieme, toccandosi. Jungkook gli tracciò il contorno della bocca con labbra e lingua, con un piacere che sembrava non esaurirsi mai jimin aveva creduto che, prima o poi, avrebbero finito per darsi reciprocamente per scontati tuttavia, il suo cuore bruciava ancora di desiderio ogni volta che quell’uomo era tra le sue braccia, nel suo letto, La bocca e le mani di jungkook si abbassarono, diventando più risolute. Ahhh, sì. Come aveva detto, baciarsi era solo quasi meglio del sesso. Jimin si consegnò al calore crescente dell’abile bocca di jungkook

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