CAPITOLO 16

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Circa un’ora più tardi avevano terminato di controllare gli scontrini:
avevano trovato quattro Leonard e un altro nome indecifrabile che iniziava con Le. Jungkook rimise con attenzione le altre ricevute nella busta e tornò nel bar.
Era quasi giunta l’happy hour e il locale si stava riempiendo. Osservò Christopher muoversi con agio da un cliente all’altro, gestendo le ordinazioni e le chiacchiere. Fare il barista significava molto di più di ciò che aveva sempre creduto, pensò. L’uomo li notò e si avvicinò.
«Trovato qualcosa?»
«Cinque scontrini che vogliamo controllare ulteriormente,» rispose.
«Dove vuole che mettiamo gli altri?» «Lasciateli pure sulla scrivania.» Guardò ciò che jungkook teneva tra le mani. «Potete lasciarmi una ricevuta per quelli? O delle copie? In fondo alla strada c’è una copisteria, dev’essere ancora aperta.»

Lasciò Ramsey nel bar come sorta di cauzione mentre andava di corsa al negozio per fotocopiare gli scontrini. Diede una copia al barista assieme alla ricevuta scritta e alla sua firma. Gli fece firmare l’altra a dimostrazione ulteriore della provenienza di quella prova. Non avrebbe mandato a puttane quel caso per una sua mancanza nel registrare le prove.
Quando entrarono in auto, jungkook era su di giri. «Fai rintracciare quei nomi,» disse alla collega mentre partivano. «Chiedi a James o a qualcun altro di controllare età, altezza, peso, foto della motorizzazione civile.» Non si erano presentati al briefing delle diciassette, ma non importava se finalmente avevano trovato una pista. Poteva sentire soltanto ciò che diceva Ramsey, ma riuscì chiaramente a distinguere quando il tono di yoongi passò da una lavata di capo per il ritardo al loro stesso entusiasmo.
Quando arrivarono, il suo partner stava facendo l’avvoltoio sulle spalle di james seduto al computer migliore di tutto il Dipartimento. Sollevò lo sguardo.
«Ehi, ragazzo prodigio. Porta qui il tuo culo.» jungkook cercò di adocchiare lo schermo da sopra la sua spalla. «Trovato niente?» «Ne abbiamo eliminati due per via dell’età,» lo informò james, digitando alla tastiera. «Ora sto controllando le altre foto.» Il primo era un uomo biondo di mezza età con un naso storto che spinse tutti a scuotere la testa, il secondo mostrava una vaga somiglianza con l’identikit, ma il terzo fu accolto da respiri trattenuti seguiti da volgarità e scambi di cinque. Jungkook rimase a fissare il display. Non avrebbe potuto essere più simile di così al loro schizzo. Certo, il viso era più lungo, la mandibola meno squadrata e il naso meno regolare. Ma ci era vicino tanto quanto un ritratto uscito dalla mano di un bravo artista dilettante.
«Il vostro attore travestito è stato eccezionale, cazzo. Nome, indirizzo, tutto.» yoongi sorrise. «Scrivete tutto e prendiamo questo tizio.» james recuperò le informazioni dallo schermo. Leonard Anderson, trentadue anni, un metro e ottantacinque, settantadue chili, bianco, capelli e occhi castani, residente a St. Louis Park.
«Okay,» esclamò yoongi «Dobbiamo pensarci bene. Movente presunto. Abbiamo abbastanza per arrestarlo? Come siamo riusciti a identificarlo?» «L’identikit proviene dal travestito che ha aggredito,» iniziò james
«È stato visto nelle vicinanze dello stupro collegato,» continuò jungkook
«Altezza e peso combaciano con la descrizione dello stupratore. Ma no,» ammise, «abbiamo bisogno di qualcosa di più concreto. Possiamo parlargli, ma se non acconsente a rispondere alle nostre domande, lo avremo soltanto messo sulla difensiva.» L’istinto gli diceva che erano sulla strada giusta.
Sfortunatamente, l’istinto valeva ben poco in tribunale.
«Che mi dite dell’omicidio di St. Paul?» chiese yoongi a Loes. «Può esserci d’aiuto?» «Non molto. Gli idioti di quel Dipartimento non hanno un cazzo di niente. Lo hanno messo tra gli irrisolti. La vittima si chiamava Nicole Simmons, bionda con occhi blu, ventidue anni. Combacia con il profilo.
Non era una squillo a tempo pieno, ma si diceva in giro che la dava via per soldi. Il corpo è stato trovato soltanto due settimane dopo, perciò la scientifica non ha potuto fare granché. Ma i colleghi di St. Paul avrebbero dovuto passarci il caso non appena abbiamo fatto l’appello in TV, perché è stata strangolata. Il loro coroner pensa che abbia lottato con l’assassino e che siano entrambi caduti. È stato il trauma alla testa a ucciderla, ma le mani del killer erano attorno al collo della donna quando è morta. E poi è stata pugnalata. Non al petto, ma alle mani e ai piedi. Il coroner ha detto che ricordava una crocefissione. Ma sui piedi ha combinato un casino: ha fatto più tentativi e ha colpito l’osso o qualcosa del genere. Avevano pensato che avesse usato un chiodo e che se lo fosse portato via poiché aveva mandato tutto a puttane. Ma combacia con il pugnale. Gli uomini che hanno lavorato al caso hanno visto bene il collegamento. Ma non hanno voluto passarcelo.
Stronzi del cazzo. Se il nostro capitano non avesse parlato con il loro, a quest’ora starebbero ancora a ostacolarci.» «Ma non hanno alcuna pista che possiamo collegare a Anderson?» «Niente di niente.» «Dobbiamo trovare qualcosa di abbastanza fondato da portare qui il culo di Anderson e trattenerlo, di sua spontanea volontà o meno,» borbottò jungkook
«E lo troveremo,» disse yoongi «James, stampa delle copie della foto e prepara un confronto. Lo mostreremo al nostro amico travestito. Manda lo scontrino ai ragazzi della scientifica per vedere se trovano impronte. Se siamo davvero fortunati, lo ha tenuto fermo con un dito mentre lo firmava e potremo confrontarlo con le impronte degli omicidi. Mostrate le copie della foto agli altri testimoni che hanno perfezionato l’identikit e anche alla vittima dello stupro e nei bar. La gente non ha riconosciuto lo schizzo, ma non era perfetto. Abbiamo bisogno di qualcuno che lo colleghi a una delle vittime in modo da portarlo qui almeno per interrogarlo senza che possa rifiutarsi.» «Se Sinclair lo riconosce,» suggerì jungkook «possiamo arrestarlo per aggressione, prendergli le impronte, ed è fatta.» «Perfetto,» commentò Loes. «Vai tu a parlare con la nostra fatina per convincerlo a collaborare. Gli piaci.» «Sinclair è tuo,» confermò yoongi a jungkook «Vacci con Ramsey.» Assegnò gli altri incarichi e i detective si sparpagliarono a eseguirli.
Sfortunatamente, non fu così facile. Sinclair non rispose né a casa né al cellulare. Quando jungkook si recò al Guthrie, era in corso uno spettacolo, ma gli venne detto che l’uomo avrebbe preso parte alle prove diurne per lo spettacolo successivo, non per quello in corso. Nessuno fu in grado di dirgli dove avrebbe potuto trovarlo quella sera. Si appostarono fuori dal suo appartamento per tenerlo sotto controllo. Dopo un’ora, mandò Ramsey a casa. Alle due e trenta del mattino, gettò la spugna. Evidentemente, Sinclair aveva trovato un altro letto in cui trascorrere la notte. Uomo fortunato.
Oltre alla scomparsa del testimone, la squadra incaricata di trovare e seguire Leonard Anderson tornò indietro a mani vuote. L’appartamento il cui indirizzo era indicato sulla patente e sul libretto dell’auto adesso era stato affittato da una giovane coppia afroamericana che non aveva mai incontrato l’inquilino precedente. Il proprietario, svegliato dal sonnellino davanti alla TV, aveva riconosciuto Anderson a malapena dalla fotografia.
Aveva grugnito un “Pagava sempre puntuale” e non aveva saputo fornire un indirizzo. L’attività lavorativa indicata sul documento di affitto, dopo che il proprietario lo aveva ritrovato tra i fascicoli archiviati a caso, aveva chiuso cinque mesi prima a causa del rallentamento dell’economia.
Yoongi chiamò jungkook per sfogarsi. Aveva messo james sulle tracce in rete del loro sospettato. L’indomani avrebbero chiamato il collocamento per vedere se l’uomo aveva fatto richiesta di un nuovo impiego. Avrebbero contattato l’assicurazione dell’auto e il servizio della carta di credito, alla ricerca di utilizzi recenti e di un nuovo indirizzo. Ma senza un mandato, alcune informazioni non sarebbero state disponibili, almeno non legalmente. Avevano bisogno di Sinclair. Che sembrava proprio non essere intenzionato a tornare a casa, quella sera.

Jungkook tornò al suo schifoso appartamento e sbatté contro le pareti. Quel posto sembrava soffocarlo. Avrebbe voluto essere fuori di lì, a fare qualcosa di utile, ma i marciapiedi di Minneapolis erano già tartassati dagli altri agenti. E quando non poteva essere utile, c’era sempre stato jimin
Una volta, poteva contare sull’avere jimin al proprio fianco. Poteva sfogarsi e il ragazzo lo avrebbe ascoltato. O lo avrebbe distratto, oppure avrebbe riso e gettato i cuscini addosso fino a quando… jungkook si portò nella doccia tutta la sua frustrazione. Sotto quel misero getto, duro come l’acciaio per desiderare qualcosa che non poteva avere, cercò di ridere di se stesso ma non ci riuscì. Lasciò che la sua mente andasse a jimin . Ricordò la prima volta che lo aveva baciato, la pelle così pallida, tutti quei cerotti e quelle contusioni, gli occhi blu sorridenti e il desiderio bruciante. Lui non avrebbe mai fatto la prima mossa, ma la bocca del giovane sulla sua era stata elettrica. E quando jimin lo aveva invitato, lo aveva supplicato… Il polso di jungkook si mosse rapido, la mente smarrita nel ricordo vivo dei muscoli fluidi e del tiepido calore. Non aveva mai provato sensazioni simili, prima. Le mani di jimin, la sua voce e il profumo della sua pelle… Si masturbò con decisione, gli occhi chiusi, fino a quando venne nella sua stessa mano, schizzandosi tra le dita. Era un sollievo quello, certo, ma non era jimin
Si preparò qualcosa da mangiare e si sdraiò sul letto per un paio di ore, senza tuttavia riuscire a dormire. Aveva tenuto traccia di tutto. L’indomani jimin sarebbe andato in tribunale, per cercare di convincere il giudice ad andare oltre l’ovvio e fare la cosa giusta per Ben. Se non ci fosse riuscito, allora forse, forse, sarebbe stato disposto a tornare a nascondersi. Fece di tutto per non sperarci. Non si sarebbe mai comportato da egoista del cazzo.
Se jimin avesse fallito con Ben, ne sarebbe rimasto devastato. Sapeva che i nonni di Ben non erano mai stati molto presenti nella sua vita, spesso in guerra con Sandy. Il bambino sarebbe sopravvissuto con loro, ma sarebbe stata dura.
Si chiese se non fosse il caso di andare all’udienza, dopotutto. Se c’era qualcosa che potesse fare per aiutare jimin e Ben e non ci fosse andato… ma il ragazzo gli aveva intimato senza mezzi termini di stargli alla larga. La valigia malconcia con gli effetti personali di Sandy era ancora accanto alla porta del suo appartamento. Aveva pensato che Ben non ne avesse bisogno, nella sua sistemazione temporanea. Poteva portarla con sé, in modo da avere una scusa. Quell’idea gli girò nella testa, senza essere più produttiva dell’ossessione per le indagini.
Alle sei del mattino, timbrava il cartellino di nuovo al lavoro. Trovò un messaggio di yoongi che lo informava di aver mandato un agente a sorvegliare la casa di Sinclair, con l’ordine di chiamarli non appena l’uomo si fosse fatto vivo. La squadra incaricata di trovare Anderson non aveva ancora avuto fortuna. Non aiutava nemmeno il fatto che avesse uno dei cognomi più comuni di tutto il Minnesota. Jungkook lasciò un altro messaggio nella segreteria di Sinclair e iniziò a scrivere il rapporto su ciò che avevano fatto il giorno precedente: doveva tenere le mani impegnate.

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