Jimin appoggiò a terra con un sospiro un’estremità del divano e lasciò vagare lo sguardo per il nuovo appartamento. Era più grande, più luminoso e più arioso di quello vecchio. I suoi mobili quasi si perdevano in quello spazioso salotto. Daniel, dall’altro lato del divano, sogghignò.
«Qui dentro le tue cose diventano quasi imbarazzanti, Jimin Devi prendere seriamente in considerazione la possibilità di comprare qualcosa di nuovo.» jimin scosse la testa sorridendo. «Non in questo periodo, amico. Non prima di metà settembre, quando finalmente riceverò lo stipendio.» Il suo budget era ridotto all’osso. Aveva chiesto un prestito a Sabrina per pagare il primo e l’ultimo mese di affitto, così come la caparra. In questo modo, il saldo del suo conto corrente appariva ancora marginalmente in positivo, sulla carta. Il proprietario era stato più che felice di permettergli subito di trasferirsi, con l’affitto retrodatato al primo di agosto, una volta che aveva avuto il denaro tra le mani. Non ci avrebbe messo molto a subaffittare il suo vecchio appartamento. Non poteva permettersi di pagare due affitti fino a dicembre.
Ne era valsa la pena, si disse. Quel lunedì ci sarebbe stata l’ispezione dei servizi sociali e avrebbe così avuto la possibilità di mostrare il nuovo trilocale, con una cameretta e una stanza dei giochi per Ben, al posto della sua precedente sistemazione. Nessuno avrebbe potuto asserire che quello non fosse un luogo appropriato in cui far crescere un bambino. Si guardò di nuovo attorno, soddisfatto. Dirigendosi all’ascensore, oltrepassò Jack e Martin che trasportavano il tavolo. Daniel, dietro di lui, si fermò ad aiutarli per farlo passare dalla porta.
Su nel vecchio appartamento, Rick e Sabrina avevano iniziato dalla cucina, mettendo via le cose più piccole nelle scatole.
«Devo dire,» iniziò Sabrina quando lo vide entrare, «che, tra tutti, questo è il tuo trasloco più facile. Non dobbiamo nemmeno sigillare le scatole.»
«Già, e sto anche facendo progressi con le dimensioni,» convenne lui.
«Quindi potete impacchettare tutto. C’è spazio in abbondanza.» Rick stava rovistando negli armadietti in basso. «E questo?» domandò, tirando fuori uno strofinaccio. «Lo teniamo qui per pulire dopo che abbiamo finito?» Lo stava per lanciare in un angolo quando jimin notò quel blu sbiadito.
«Aspetta un attimo,» si affrettò a dire.
Rick inarcò un sopracciglio. «Non è uno straccio?» Scosse la camicia e la guardò. «Ooh, XXL. Non è di Luke, quindi. Non ha mai avuto spalle così grandi. Chi è? Soprattutto, se vi siete mollati, ce lo puoi presentare?» jimin si avvicinò e prese la camicia. Non era per niente nuova. Infatti, stava iniziando a formarsi un piccolo buco nel tessuto, dietro il colletto.
Jungkook tagliava sempre le etichette, se gli davano fastidio, e dimenticava di sistemare i fili tirati. Ne aveva ricucite diverse per lui, ma non quella. Infilò l’indice nel buco. Tirò un poco. Riuscì a infilare anche l’altro indice. La tenne ferma e tirò. La camicia si divise perfettamente, giù lungo tutta la schiena fino all’orlo. La strattonò di nuovo lateralmente e lo strappo si arcuò, separando la manica dal retro. L’indumento si ripiegò malinconicamente su se stesso e lui lo scaraventò in un angolo.
«Credo proprio che ora sia uno straccio.» «Wow,» commentò Rick. «Tutto sommato penso di non voler conoscere questo tizio.» «Luke non è stato il mio unico sbaglio,» disse jimin . Poi, coprendo jungkook come continuava a fare, aggiunse: «Soltanto il più recente.» Perché jungkook è stato un disastro, non uno sbaglio.
L’espressione di Sabrina suggerì che non gliela stava dando a bere, ma solo che per quella volta gliela faceva passare. Aveva bisogno di una distrazione.
«Bene, uno di voi due sa dove posso comprare un letto economico per Ben? Perché avevo pensato di portare qui il suo vecchio letto dalla casa di Sandy, ma poi mi sono venuti in mente gli scarafaggi.» Scrollò le spalle con fare esagerato. «Però detesto l’IKEA. È un vero cliché.» La conversazione che seguì durò a lungo, richiamando anche gli altri amici quando arrivarono a prendere le sedie della cucina, spostando l’argomento su un territorio sicuro.
Ci volle quasi l’intero pomeriggio per impacchettare le sue cose e spacchettarle nella nuova sistemazione. Se non altro, grazie alla frenesia della pulizia aveva tirato il suo vecchio appartamento così a lucido da richiedere soltanto pochi altri tocchi per garantirsi di riavere indietro la cauzione. Quanto meno al termine del periodo di affitto. Diede un ultimo sguardo a quelle quattro mura e sospirò. Era affezionato a quel bancone, e alla doccia, e c’era quel punto sul muro, proprio accanto alla porta, dove era strano che non si notassero le impronte delle sue mani. Quello era stato tutto il suo mondo, piccolo e circoscritto, ma tanto adorabile.
Chiuse bene la porta dietro di sé e si infilò le chiavi in tasca. Adesso, casa si trovava soltanto un piano più sotto.
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allo Scoperto
FanfictionPer jungkook , detective delgli Omicidi, è stato un buon anno. Trovare jimin quando tornava a casa lo ha reso un poliziotto e una persona migliore. Per jimin, invece, è dura essere innamorato di un uomo che non può nemmeno sfiorare in pubblico. Nasc...