Un aiuto dall'alto

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- Perché non mi vuoi raccontare cos'è successo?- chiese ancora una volta la strega.

Durante la notte aveva rubato un paio di cavalli neri dalle scuderie ed ora stavano cavalcando verso sud. Ovvero verso l'ignoto.

Senza guida giravano a vuoto, senza sapere dove dirigersi o dove cercare il prossimo indizio, ma di una cosa erano assolutamente certi: dovevano allontanarsi da Nottigam.

Viaggiavano ormai da un paio di giorni e le informazioni che avevano ricevuto da altri viaggiatori incrociati per strada non erano le più incoraggianti.

Da quello che avevano sentito il Principe Giovanni si era svegliato solo dopo un giorno, ancora vestito con quel ridicolo completino di pelle, con una forte emicrania e la rabbia per la scoperta del furto del gioiello fu superata solo dalla rabbia di apprendere che due dei suoi cavalli purosangue erano spariti. In più era arrivata una soffiata allo sceriffo e, il mattino successivo alla loro fuga, era partito con alcuni soldati alla ricerca del fuggiasco Hood.

Severus non ne aveva la certezza, ma il sorriso stampato comparso sulla faccia di Patricia quando aveva appreso la notizia fugava ogni suo sospetto.

Avevano accelerato il trotto dei cavalli per aumentare sempre di più la distanza che li separava dalla cittadina e avevano rubato alcuni vestiti da contadini stesi ad asciugare fuori da una capanna in mezzo alla campagna lasciando i vestiti preziosi donati dal ladro come pegno.

Nonostante nessuno li stesse seguendo o fosse sulle loro tracce Severus era più taciturno del solito e non rivolgeva parola all'amica se non i caso di estrema necessità.

- Andiamo ti puoi fidare di me...- gli disse sorridente Patricia – io ti sono amica.

- Amica?- esplose all'improvviso il mago – Non mi avresti gettato tra le braccia di quel maniaco se fossi stata mia amica! Non avresti raccontato tutte quelle balle su di me se fossi mia amica!

La strega trattenne a sento una risata con una smorfia che fece infuriare ancora di più l'uomo.

- Ma cosa dovevo dirgli? Lui aveva già puntato gli occhi su di te io ho solo forzato un attimo la mano.

- Ho visto! Per poco non mi violentava!

Patricia decise che era meglio lasciar perdere il discorso, non era il caso di farlo arrabbiare ulteriormente. Fece un profondo respiro e si guardò attorno, avevano lasciato Nottingham e la Foresta di Sherwood e il panorama non era molto vario. Vaste pianure verdi, piccole colline, capanne isolate dal resto del mondo, qualche strano uccello di tanto in tanto ma nulla di veramente pericoloso, temibile o anche solo vagamente emozionante.

- Che noia...- sbuffò raccogliendo i capelli con un nastro – Sevvy come facciamo a trovare le altre gemme senza una guida?

- Non lo so, - rispose serio l'altro – e non chiamami Sevvy!

- Ora dove andiamo?

- Seguiamo il sentiero, da qualche parte ci sarà una città o solo un piccolo villaggio.

Verso il mezzodì arrivarono di fronte ad una grande collina completamente ricoperta di fiori di ogni genere e colore. Il profumo dolciastro dei fiori era così forte che dava quasi la nausea. Salirono metà colle e decisero di fermarsi per mangiare un boccone.

- Chissà cosa c'è oltre la collina? – fece la donna addentando del pane ormai quasi del tutto secco.

- Non saprei, non si sentono rumori. Temo che ci vorrà ancora un po' prima di trovare una città o anche solo un villaggio con più di cinque case.

Il mago fece un lieve sorriso notando una bella margherita bianca, la colse e la infilò tra i capelli dell'amica. Il candore dei petali spiccava con i capelli neri come la pece della donna. Patricia arrossì lievemente e Severus si rese conto che la sua amica era tenera quando rinfoderava le unghie e la lingua biforcuta.

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