Seguire le istruzioni

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- Sono Spugna e chiedo di esser accettato nella vostra ciurma, Capitano! – gridò Severus sull'attenti.

- Sveglio o Spugna... - gli mormorò la donna cercando di non perdere il controllo della voce da uomo che era riuscita a fatica ad impostare - Noi abbiamo già una nave che ci attende all'Isola della Balla Addormentata.

- Allora chiedo di unirvi a voi solo per il breve tragitto che ci unirà. Un giusto prezzo per ripagare la gentile ospitalità del Capitano.

Patricia alzò gli occhi al cielo.

- Permesso accordato marinaio. – fece Uncino – E in quanto a te mozzo, - continuò puntando l'uncino verso la strega – le brande dei mozzi sono sotto il secondo ponte. In qualche modo ci sarai d'aiuto. Sei gracilino, ma non occorre un fisico robusto per pulire i pavimenti.

Si fece strada tra i due. Severus stava sull'attenti, osservava il Capitano con occhi colmi di rispetto, Patricia si stava trattenendo dall'urlare.

Mentre il Capitano urlava qualcosa alla ciurma, la strega fece un passo verso l'amico.

- Ho capito...- gli mormorò – è una punizione per il bosco di Alice. Vero, Severus?

Il pozionista si voltò versi di lei.

- Non so di cosa stai parlando, Bill.

Patricia gemette sconsolata.

- Era la risposta che temevo.

- Bene, brutti pigri topi di fogna. - urlò Uncino – La nave è pronta. Levate l'ancora! Spiegate le vele! Si salpa!

Patricia si coprì il volto con le mani mentre Severus gridava euforico come un vero pirata.

* * * *

Sotto coperta l'aria era quasi irrespirabile.

I muri di legno erano umidi, le cuccette non erano altro che amache legate ai pali portanti della nave.

Negli angoli c'erano palle di cannone di scorta ben legati per non rotolare in giro, barili chiusi, sacchi di farina che presto si sarebbe deteriorata, oltre ad armi di riserva.

La strega aveva preso la borsa sua e di Severus e si era concessa qualche minuto per riflettere.

Severus aveva perso la testa, questo era lampante.

Ora capiva come doveva essersi sentito lui mentre lei canticchiava credendo di essere Alice.

Camminava in cerchio con le mani nei cappelli.

- Oh io non rischio di finire come te Patricia. - mormorò la strega a voce bassa – Io, non mi faccio ingannare da questo mondo. La mia mente è resistente. - pestò un piede a terra con fare stizzito – Eccoti servito Severus! Adesso ti credi un pirata! Anzi ti credi Spugna! Il braccio destro di Capitano Uncino. Ora inizio ad odiare pure io Arthur e quel suo stupido libro!

La nave oscillò e la strega dovette aggrapparsi ad un palo per non cader sul pavimento sporco.

Sbuffando, cercò di sedersi sull'amaca dove aveva appoggiato le borse. Le ci vollero quattro tentativi prima di restare in equilibrio.

- Io sono guarita uscita dal bosco. Per Severus basterà scendere dalla nave. - ragionò a voce alta – Ma se passiamo troppo tempo sul vascello c'è il rischio che non torni più in sé o che non voglia lasciare l'equipaggio. E poi c'è una gemma da cercare. - demoralizzata prese la borsa dell'amico e ci rovistò dentro.

Lasciò perdere i vestiti, ma trasferì nella sua borsa gli appunti di Merlino e la mappa. Il sacchetto delle gemme decise di tenerlo sempre con sé.

In mezzo ai pirati non si poteva mai sapere quello che sarebbe successo.

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