Non un principe ma un cavaliere

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Severus osservava con attenzione il proprio riflesso storpiato nella pietra viola.

- Perché non vuoi dirmi come l'hai trovata? – chiese per la terza volta, osservando la donna che si stava asciugando i capelli con una salvietta seduta sulla sponda del letto.

- Cambierebbe qualcosa? – sbuffò Patricia strofinando forte.

Il mago non rispose, restò a fissare la pietra confuso. Non vi erano dubbi che fosse una delle gemme che serviva a loro, quando le aveva avvicinate avevano emesso tutte un leggero bagliore, come se si riconoscessero.

- Tu mi vuoi dire cos'è successo nella stanza del Principe Giovanni o nella borsa di Mary Poppins?

- No.

- Allora non ho intenzione di dirti come ho avuto la pietra.

- Allora spiegami perché sei uscita di notte dopo che mi ero addormentato.

- Volevo fare una passeggiata. – minimizzò la strega con un'alzata di spalle.

- In piena notte?

- Avevo bisogno di riflettere.

- Su cosa?

- Su come chiederti scusa.

Un sopracciglio sottile del Preside si incurvò verso l'alto sospettoso.

- Per cosa?

- Per quello che ti ho detto ieri sera su Albus.

Severus si sentì mancare improvvisamente l'aria nei polmoni, come se qualcuno gli avesse tirato improvvisamente un pugno. Si alzò di scatto dal letto e nascose le gemme nella borsa.

- Non importa. Avevi ragione.

- No, invece. Non avrei dovuto dirtelo. Ero... arrabbiata... volevo farti male. Severus... io...

- Hai ragione. – ripeté lui interrompendola - Non importa come hai trovato la pietra. L'importante è averla presa. Andiamo a fare colazione.

* * * *

C'era un insolito mormorio nell'atrio dell'albergo quella mattina, ed innumerevoli tristi volti maschili che si scambiavano parole di conforto e amichevoli pacche sulla schiena.

Le donne, invece, camminavano con un incredibile sorriso felice.

Patricia si era diretta a fare colazione non notando, o fingendo di non notare, quello strano comportamento. Severus, decisamente più sospettoso, decise di capire il motivo di quel trambusto.

La strega stava bevendo una grossa tazza di caffè, ringraziando mentalmente Salazar per aver inventato quella bevanda, quando un giornale le venne sventolato davanti al naso.

Sollevò lo sguardo incontrando gli occhi fiammeggianti dell'amico.

- Leggi. - le ordinò come se fosse una delle sue studentesse.

- Il Settimanale delle Fate. - lesse lei con la tazza sospesa tra il tavolo e le labbra.

- Continua a leggere.

Sbuffando, la donna appoggiò la tazza e prese il giornale, lesse velocemente la prima pagina mentre il mago si sedeva di fronte.

- Ma tu guarda. – mormorò Patricia fingendosi sorpresa – A quanto pare Jessica alla nascita si chiamava Nathan. - spostò lo sguardo sul suo amico e fece un lieve sorriso - Potrebbe essere uno scherzo.

- L'articolo continua a pagina sei, - spiegò Severus – c'è la copia del certificato di nascita.

Lei riuscì a nascondere la faccia dietro al giornale prima di scoppiare a ridere.

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