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- Merlino. - ripeté il mago con gli occhi sgranati.

Il vecchietto annuì.

- Il mago che ha istituito l'Ordine di Merlino.

- Viene assegnato ancora? - domandò euforico l'altro mago – Sono passati secoli! Ormai ho perso il conto degli anni, ma credo che nel vostro mondo io sia morto da un pezzo.

Severus e Patricia si ritrovarono ad annuire ammutoliti.

- Come... - iniziò a chiedere il pozionista – com'è finito qui?

- Stavo studiando con un amico un nuovo sistema di spostamento. Sapete non tutti sono in grado di smaterializzarsi e alcuni non possono volare, così abbiamo pensato ad una rete di comunicazione attraverso i camini dei maghi. Ogni mago ha un camino in casa! Pensavamo di chiamarla...

- Metropolvere. - dissero in coro la strega e il mago.

- Allora funziona! - Merlino rise contento – Benissimo! Io ho testato il primo viaggio con la Metropolvere e qualcosa deve esser andato storto perché mi sono ritrovato in questo strano posto. All'inizio era un regno piccolo, col passare degli anni i confini si sono allargati, il regno si è espanso e sono arrivati tipi davvero strani, ma con il tempo ci si abitua. - il vecchio mago si bloccò vedendo le loro espressioni stupite – Vi vedo stanchi. Venite, vi porto a casa mia.

* * * *

- Prego entrate. – fece Merlino aprendo la porta della piccola capanna di legno dove abitava poco distante dalla collina – Scusate il disordine.

Severus e Patricia si trovarono in una piccola capanna di legno e paglia, i mobili erano intagliati male e troppo numerosi per quel piccolo buco, le librerie erano troppo piccole per le cataste di libri che vi erano appoggiati, pure il letto sembrava troppo piccolo per quel vecchietto con la lunga barba bianca.

- E' solo una sistemazione temporanea. – spiegò il mago notando l'espressione sorpresa dei suoi due ospiti – Vedete mi hanno sfrattato dalla mia casetta nel bosco. La Regina di Cuori non ha apprezzato uno dei miei numeri di magia. Dovevo far apparire la corona della regina dal nulla, ma devo aver sbagliato qualcosa perché ho fatto apparire un... altro oggetto.

- Cos'ha fatto comparire?

Merlino si voltò per togliere i vestiti dalle poltrone, lo videro arrossire dietro la lunga barba e borbottare qualcosa che assomigliava a i mutandoni di lana.

Patricia e Severus si guardarono qualche istante, poi si misero a sedere su due sgabelli traballanti di legno, non sapevano se essere felici di quell'incontro o spaventati. Era certo che quello che avevano davanti non era il Merlino che avevano conosciuto sui libri di scuola.

- Allora immagino che siete finiti qui per sbaglio, vero? – chiese Merlino sistemando la teiera sul fuoco.

- Sì. – rispose la donna.

- Ne deduco che state cercando le gemme per aprire il portale e tornare nel nostro... beh nel vostro mondo.

- Sì! – disse Severus con enfasi, vedeva un barlume di speranza da quando erano letteralmente piombati in quel posto ridicolo – Sa dove sono?

- Conosco l'ultima ubicazione, ma sono informazioni molto vecchie non so quanto possono esservi utili.

- E' sempre un punto di partenza. – valutò il professore – Può darci maggiori indizi?

- Pazienza giovanotto pazienza! – rispose il vecchio controllando l'acqua sul fuoco – Prima di parlare delle pietre bisogna che vi proteggiate da questo mondo. Per i maghi può essere pericoloso.

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