Un maiale, un topo e due giraffe

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Il deserto, come prevedibile, era vastissimo e molto caldo.

Ma nonostante tutto procedevano velocemente, Severus su Scendiletto che volteggiava a mezz'aria come se fosse uno studente alla sua prima lezione di volo e Patricia su Genio che aveva assunto la forma di un curioso cammello blu.

In modo categorico si era rifiutata di salire ancora sul tappeto volante.

L'orizzonte tremolava per il caldo torrido, attorno a loro solo sabbia gialla e sole battente sulla testa.

Severus rischiava di addormentarsi su Scendiletto, sapendo bene che non avrebbe trovato giovamento da quel riposo. Erano giorni ormai che non gli sembrava di dormire, era come se il suo cervello non volesse riposare, restando sempre all'erta. Chiuse un attimo gli occhi cercando non far vincere il caldo e il sole che gli faceva scottare la testa protetta solo da un leggero fazzoletto bianco legato in malo modo.

- Genio, - fece Patricia sporgendosi in avanti vero il muso di quello strano cammello – quanto manca?

- Non molto.- rispose lui – La caverna è vicina.

Quando si fermò i due si guardarono attorno: c'era solo sabbia, un immenso oceano di sabbia. Non c'era traccia di caverne o anche solo montagne in lontananza. Temettero che il Genio li avesse ingannati.

- Dov'è la Caverna?- chiese Severus aguzzando la vista.

- Laggiù. – indicò Genio tornato normale, puntando un dito blu sulla distesa di sabbia davanti a loro.

- Laggiù dove? – domandò Patricia esasperata.

Severus avvertì una tasca dei pantaloni tremare, affondò la mano e prese le parti del ciondolo a forma di scarabeo.

Il ciondolo tremava tra le sue dita. Le parti si illuminarono e in un batter d'occhio saltarono via, unendosi sopra la sua testa mandando scintille dorate. Lo scarabeo che si era formato volò in circolo sulla distesa di sabbia e con forza affondò in una piccola collinetta. Il terreno tremò qualche secondo, nella sabbia si formò un vortice che si ingrandiva velocemente. Il pozionista stava per gridare a tutti di allontanarsi quando un'enorme testa di leone sbucò dal vortice aprendo le sue fauci di pietra.

Severus e Patricia si guardarono in faccia allibiti.

- Signori. – fece Genio sorridente – Ecco a voi la Caverna delle Meraviglie.

La testa del leone era veramente enorme, Severus calcolò che, più o meno, doveva essere alta almeno cinque piani. Le fauci spalancate costituivano una terrificante entrata.

Non era incoraggiante.

Si avvicinarono titubanti, e quando furono abbastanza vicini la bocca del leone iniziò a muoversi.

- Chi osa disturbare il mio riposo? – la voce era tonante ed echeggiava per tutto il deserto. Non si sarebbero stupiti se le città lontane avessero udito quella voce, una voce che assomigliava molto ad un ruggito.

- ... Patricia e Severus.

Il sacchetto che conteneva le gemme recuperate fino a quel momento brillò di una luce colorata.

Il leone sgranò gli occhi privi di pupille.

- Potete entrare... potete toccare solo la statua.

- A noi sta bene. – disse Severus avvicinandosi all'entrata.

- Voi non venite?- domandò Patricia voltandosi verso il tappeto volante e Genio.

- Sei matta? Se entriamo là dentro torniamo schiavi di quel posto! Vi aspettiamo qui!

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