Quando meno te lo aspetti

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Genio e Scendiletto stavano fuori dalla grotta aspettando che i due maghi uscissero trionfanti. Ormai era notte da un pezzo, avevano acceso un fuoco e combattevano la noia giocando a carte.

- Scopa! – urlò il genio buttando sulla sabbia una carta.

Il tappeto, demoralizzato per aver perso l'ennesima partita, riprese a fare il mazzo.

Improvvisamente la terra tremò sotto i loro piedi, Genio si guardò attorno, Scendiletto, con una nappa, gli indicò l'entrata della Caverna.

Dalle fauci aperte del leone di pietra usciva un denso fumo verdognolo.

- Oddio!- esclamò Genio quando sentì l'odore– Che puzza mostruosa!

Una delle grandi narici del leone si dilatò sollecitato dal fetore nauseabondo che arrivava dal suo interno.

- Cosa diavolo state facendo là sotto!- urlò - Ora vi faccio vedere io a fare certe cose a casa degli altri! – e, detto questo, la Caverna sputò fuori Timon e Pumba.

- Hakuna Matataaaaaaaa!!- gridarono in coro mentre finivano in qualche posto sperduto.

Subito dopo furono sputati con poca grazia anche Severus e Patricia.

Genio li guardò sfrecciare in cielo come due stelle cadenti al contrario, e quando non furono altro che due puntini in lontananza tornò a guardare Scendiletto.

- Beh...- fece alzando le spalle – deduco che non abbiano più bisogno di noi. Torniamo in albergo, Scendiletto?

* * * *

Patricia aprì gli occhi ritrovandosi a fissare un cielo con poche, sbiadite stelle.

- Salazar che volo. - mormorò constatando d'esser precipitata su un cumulo di reti da pesca - Dove diavolo sono finita? – mormorò alzandosi e togliendosi dai vestiti alcuni resti puzzolenti di pesce.

Si tastò il corpo alla ricerca di qualcosa di rotto, fortunatamente a parte qualche dolore qua a là stava bene.

Si guardò attorno cercando l'amico.

- Severus?

Nessuno rispose al suo richiamo. Si incamminò spaventata, non aveva intenzione di stare in quel luogo da sola.

- SEVERUS!

Si ritrovò a fissare delle navi che galleggiavano pigre, ammainate in porto; alcuni mariani erano a bordo intenti a sistemare le cime o pulire i ponti. Da alcune taverne, dalle insegne sbiadite e di dubbio gusto, arrivava pessima musica suonata da un pianoforte mai accordato e grida di uomini ubriachi.

- Fantastico. – mormorò la donna continuando a guardarsi attorno – Se andrà tutto bene verrò scambiata per una buona mano a carte!

Mentre camminava lungo la strada in penombra intravide due grossi marinai camminare verso di lei. Spaventata si appiattì contro la parete nascondendosi nell'ombra di un balcone.

- Quello deve essersi preso una sbornia colossale.- disse il primo – Non ho mai visto un uomo dentro un barile a testa in giù!

- E hai visto che pantaloni portava? – continuò l'altro – Di sicuro veniva da qualche città ricca.

Patricia non sapeva se parlavano di Severus, ma decise comunque di dare un'occhiata più da vicino a questo tizio ubriaco nel barile.

Percorse la strada che avevano fatto i due energumeni, le ci volle poco per vedere un barile da cui spuntavano un paio di gambe.

La strega riconobbe immediatamente gli abiti. Corse verso di lui con un sorriso.

- Sevvy!- quasi gridò felice – Mi hai spaventato a morte!

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