Sembrava una notte tranquilla, ma nessuno poteva sapere, che in quel momento il piccolo Izuku, spaventato e impaurito, stava facendo uno dei peggiori incubi della sua vita...
Con gli occhi che tremavano e le lacrime che scorrevano, il verdino continuava a rivedere dentro di sé sempre la stessa scena...
Un pomeriggio di qualche mese prima, mentre stava andando al parco, si trovò dal ridere mentre saltellava inseguendo una farfalla, al piangere disperato, quando vide sua madre collassare a terra...
Correndo disperato, izuku si avvicinò al suo corpo e iniziò a scuoterlo tentando di vedere quegli occhi così simili ai suoi riaprirsi, pronti a farlo ridere...
Ma così non fu...
Dopo un po' che la donna non rispondeva e che le continue urla ed i singhiozzi del più piccolo riempivano le strade, una giovane donna si avvicinò preoccupata e capendo l'accaduto, chiamò un ambulanza, tentando di allontanare il minore da quella scena, ma a nulla valsero le parole di conforto della signora....
Izuku traumatizzato rimase lì, ad abbracciare sua madre, senza che le lacrime smettessero di rigargli il volto, ricordando bene, le sue stesse urla, che gli fecero dolere le orecchie quando, giunta l'ambulanza fu costretto a staccarsi dal suo corpo...Ma in quel sogno, c'era qualcosa di diverso...
Quando un infermiere gli circondò il corpo con una coperta, non sentì il solito freddo che percepiva striscirgli nelle ossa, non si sentì solo ed abbandonato...
Ma un dolce tepore rassicurante lo avvolse cullandolo dolcemente...
Si strinse maggiormente in quella coperta, beandosi di quelle sensazioni riuscendo finalmente a calmarsi...Mentre lentamente riapriva gli occhi...
Dabi svegliatosi per i continui movimenti del piccolo e sentendolo singhiozzare, lo vide in preda al dolore e preoccupato, avvicinò subito quel corpicino al suo, stringendolo fra le braccia e attivando leggermente il suo quirk, prendendo ad accarezzargli la schiena, cercando di tranquillizzare il minore che non aveva intenzione di aprire gli occhi
D: "sono qui piccolo... È solo un brutto incubo, sono qui, non devi aver paura... Ci sono io con te..."
Fu solo quando vide il verde dei suoi occhi, che il corvino, sospirando sollevato, portò una mano sulla sua guancia asciugandogli le lacrime con il pollice....
I: "d-dabi"
D: "è tutto finito alghetta, non aver paura... È tutto finito, sei al sicuro, sei con noi... Va tutto bene..."
E mentre Dabi continuava a sussurargli, come in mantra, parole per tranquillizzarlo, senza mai smettere di coccolarlo, izuku si strinse a lui, affondando il volto nel suo petto, tentando di regolare il respiro e trovare in lui, la calma e la pace che solitamente ricercava in sua madre...
Perché izuku, imparò a capire, che quel giorno, fu il primo, di una serie di spiacevoli eventi causati dalla malattia...
Ma che adesso, non era più solo, non si svegliava più nel suo freddo lettino, senza poter abbracciare nessuno... Quando sua madre di notte aveva la febbre alta...
Non avrebbe più sentito il freddo gelido che il buio porta con sé...
Perché adesso con lui, c'erano Dabi e Tomura e anche se non erano la sua mamma, izuku stava bene fra le loro braccia...Circondato dal calduccio che i loro corpi emanavano...
Senza nemmeno accorgersene, izuku si spostò su dabi, infilandosi sotto la sua maglia, finché la testolina non sbucò dal colletto, trovando conforto nel tepore del suo corpo...
E Dabi sorrise, lasciandolo fare, mentre continuava ad accarezzargli i capelli, finché izuku, messosi comodo, smise di dimenarsi
D: "stai bene lì sotto alghetta? "
Il minore annuì legandogli le braccia al collo
I: "grazie"
D: " e di cosa piccola peste, sono qui per questo... Per sta notte ti farò da stufa personale ma non farci l'abitudine... O Tomura potrebbe ingelosirsi..."
E guardandosi negli occhi finalmente Dabi vide il sorriso affacciarsi sul suo volto
I: "domani da lui allora"
D: " non so se sei terribilmente dolce o terribilmente astuta piccola peste... In ogni caso... Saremo sempre qui... Entrambi... D'accordo? Per qualsiasi cosa..."
Izuku annuì di nuovo, prima di tornare serio abbassando lo sguardo, per poi rialzarlo di nuovo negli occhi azzurri del corvino
I: "tutto tutto?'
D: "sì piccolo, tutto tutto... C'è qualcosa che ti preoccupa?"
Un'ulteriore carezza e anche se un po' titubante izuku continuò
I: "n-non è colpa mia vero?... Se... Se la mamma... Se la mamma è andata via ... Non è colpa mia se la malattia gli ha fatto male? Perché... Perché io ho sentito una volta la mamma parlare al telefono... E diceva che non poteva andare in ospedale perché io ero ancora troppo piccolo per stare solo... È colpa mia? È colpa mia se la mamma non c'è più?"
Nuovamente le lacrime presero a scorrere su quel volto, ma Dabi era lì e lo strinse fra le braccia accarezzandolo, sapendo perfettamente cosa provasse il verdino...
Anche lui, fin da piccolo si diede la colpa dell'ira di suo padre, si accusò della delusione che vedeva nei suoi occhi e degli insuccessi che continuava a commettere...
D: "no piccolo, non è colpa tua, la tua mamma ti voleva tanto bene e per questo non ha voluto lasciarti con nessuno, per poter trascorrere con te tutto il tempo a sua disposizione e renderti felice, non è colpa tua, purtroppo quello che è successo a tua madre è molto triste, ma non pensare di esserne la causa, la tua mamma non avrebbe mai voluto questo, non avrebbe mai voluto lasciarti andare e quella brutta malattia non c'entra nulla con te..."
Rassicurato da quelle parole, il piccolo izuku lasciò un piccolo bacio sulla clavicola del maggiore, in segno di ringraziamento mentre dopo qualche minuto riuscì finalmente a riaddormentarsi, avvolto da quel calore che per quanto nuovo, sapeva di casa...
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my little tragedy
FanfictionIn un mondo, in cui né la più grande forza del male, all for one, né la più grande difesa del bene, One for all, esistono, un piccolo Izuku di tre anni viene lasciato davanti alla porta di un bar il cui proprietario, insieme ai suoi due ragazzi si p...