dodicesimo

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Giunti al parco i ragazzi posarono a terra izuku, che con un sorriso a trentadue denti, iniziò a sgambettare verso lo scivolo più vicino...

Shigaraki lo guardò allontanarsi per poi afferrare la mano di Dabi e far congiungere le dita alle sue...

Il parco era pieno di bambini che correvano e genitori che parlavano fra di loro o urlavano qualche ramanzina ai più piccoli...

Nessuno in un primo momento sembrò fare caso a loro...

Certo, non erano i due spietati villain che tutti noi conosciamo, ma sicuramente, non passavano inosservati...

Eppure, per qualche istante, l'unico pensiero che attraversava la mente dei due giovani, era che grazie ad izuku, anche loro avevano scoperto quanto poteva essere rilassante inspirare l'aria esterna a pieni polmoni...

Dabi, adesso seduto su un'altalena, con in braccio tomura, aveva legato le braccia sul suo ventre oscillando leggermente, con il mento appoggiato sulla sua spalla...

E tutto, in quel lasso di tempo, sembrava perfetto, i colori sembravano risplendere più accesi, il vento sembrava suonare una dolce melodia insieme allo scrosciare delle foglie sugli alberi, così come i fiori che li circondavano sembravano creare un'atmosfera quasi magica, in cui il loro sguardo era totalmente rapito, dal sorriso gioioso e dal candido rossore sulle guance di izuku mentre si divertiva a giocare con gli altri bambini...
Dabi lasciava teneri baci sul collo del minore che si rilassò completamente fra le sue braccia e si godeva la dolce atmosfera creatasi...

Nessuno dei due aveva più memorie dell'ultima volta che avevano goduto di una giornata di sole all'aperto, nessuno dei due ha memoria di un sorriso che li accompagnava...

Ma la realtà, tornò presto a ricordargli Chi erano e che per quanto loro si sforzassero, i segni del loro passato erano indelebilmente impressi nei loro volti...
Ma questa volta, il presente, era tutto ciò che contava...

Una mamma, quando si accorse che i due ragazzi si erano seduti sull'altalena accanto a quella in cui la figlia stava giocando, si affrettò a raggiungerla...

X: " tesoro... Tesoro scendi subito, vieni via da lì... Non voglio che tu stia vicina a questi... Mos-"

Ma le parole le morirono in bocca poco dopo...

I due ragazzi erano abituati a commenti simili, erano abituati a subire scherni, beffe ed a volte anche lo sguardo schifato e inorridito dei passanti...

Shigaraki stava per alzarsi... Se la bambina voleva stare sull'altalena, non voleva privarla di un momento di gioia, che lui poteva solo immaginare da bambino... Ma prima che Dabi potesse intervenire o che i suoi piedi toccassero terra... Fu una piccola manina... Che tirando leggermente il lembo dei pantaloni della donna, lasciò chiunque avesse ascoltato le sue parole, stupito e con gli occhi spalancati...

I: "signora... Mi scusi, ma tomura e Dabi non sono dei mostri..."

La signora si voltò verso il piccolo izuku che la guardava serio e determinato a difendere ciò che per lui era più caro...

X: "piccolo dovresti fare attenzione, dov'è la tua mamma? Non ti fidare di questi due, non vedi come sono conciati e poi da come si atteggiano sono sicuramente dei fro-"

Ma ancora una volta izuku interruppe la donna

I: "la mia mamma non c'è più... Ma prima... Prima di andarsene, mi ha detto che quella che lei stava per dire è una brutta parola che le persone senza cervello usano per giudicare due persone che si amano... Ed io sono intelligente e poi io trovo che tomura e Dabi siano bellissimi, la mamma ha detto che le cicatrici, quei segni che non vanno più via, nemmeno dopo il bacino, sono la nostra storia e da quelli possiamo imparare... Guarda, anch'io ho una cicatrice sulla fronte, con questa ho imparato a camminare, me l'ha raccontato la mamma e quelle di Dabi e tomura sono tante il che significa che hanno tante storie da raccontare... Però le cicatrici per formarsi ti fanno male, perciò anche loro hanno sofferto tanto... Non pensa anche lei che dicendo quelle parole possa farli soffrire ancora?...
La mamma non c'è più... Una malattia me l'ha portata via... Però... Adesso... Sono loro la mia famiglia ed io gli voglio tanto bene, perciò... Per favore... Non dica brutte parole contro di loro..."

Finito il discorso, come se nulla fosse successo, izuku tornò a sorridere fiondandosi fra le braccia dei due ragazzi che lo strinsero a loro, in un abbraccio muto, che non aveva bisogno di parole...
Mentre una singola lacrima scendeva rispettivamente dagli occhi dei maggiori, che mai in vita loro, avevano ricevuto gioia più grande...

Y: "mamma... Io voglio rimanere sull'altalena, non mi fanno paura, anche secondo me sono carini e poi se non fanno male al loro bambino, perché dovrebbero farlo a me?"

La donna, rimase paralizzata sul posto, muta a riflettere, per poi voltarsi senza pronunciare una parola e tornare a sedersi sulla panchina poco distante...

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