JOAQUIN CORREA|| E NOI?

10||SAPORE

<< Vieni qui >> lo invitai a prendere posto accanto a me sul divano sul quale ero sdraiata, allargando le braccia << Non sono mica venuto qui per vederti così distesa sul divano >> mi disse avvicinandosi ma rimanendo in piedi << Il mio mood è questo oggi, prendere o lasciare >> lo invitai nuovamente con un cenno della mano. Mi si sdraiò affianco, voltato verso di me << E adesso? >> domandò, potevo sentire il suo respiro su di me, non risposi, coprii il suo volto con una mano e lo girai dall'altro lato in modo che non continuasse ad osservarmi ma lui si rigirò prontamente verso di me << Sei stanco? >> gli chiesi tornando seria << Per l'allenamento intendo >> specificai << Sembri più stanca tu che sei stata qui a casa bella tranquilla che io >> mi prese in giro << Vedi almeno riesco ad affievolire la tua stanchezza >> gli dissi sorridendo << È per questo che sono qui, volevo passare del tempo con te >> confessò << Ah si? >> domandai stupita << Sai quanto tempo è passato da quando ci siamo conosciuti? >> aggirò la mia domanda << Un mese circa >> risposi come se non sapessi con precisione quanti giorni erano passati da quel primo incontro << E guarda come siamo combinati >> disse indicando entrambi in un piccolo e veloce scatto << Come? >> fece spallucce << Dai Joaquin, non puoi lanciare il sasso e ritirare la mano >> lo pregai, lo vidi ridere, eccome se era bello ed anche se cercassi di distrarmi il mio sguardo ricadeva sempre sulle sue labbra. Erano passati esattamente 36 giorni, 36 giorni e nulla, chiacchiere tra amici, uscite tra amici, visite da amici, abbracci da amici, baci da amici, saluti da amici, parole da amici. Occhi che si cercavano insistentemente, mani che si sfioravano senza volerlo, gesti che dicevano più di quanto avessero dovuto fare, labbra che resistevano a stento a quella prolungata lontananza. Forse era questo ciò che lui intendeva, Joaquin era così, era un uomo da scoprire, che non ti metteva mai la risposta davanti agli occhi ma lasciava che la intendessi da te senza mai avere una vera conferma. Sapevo che avrei ceduto, che ad un certo punto avrei avvertito l'estremo ed urgente bisogno di annullare quella distanza. Gli diedi un bacio sulla guancia << E questo? >> mi sorrise << Non lo so >> pronunciai innocentemente, tornò ad osservarmi senza dire una parola. Lo vidi avvicinarsi maggiormente verso di me finché non prese coraggio e si avvicinò talmente tanto da far incontrare le nostre labbra. Continuammo a baciarci per quello che a me sembrò un'eternità ma in realtà erano solo pochi secondi << E questo? >> gli chiesi sorridendo non appena ci fummo staccati << Non lo so >> ritornò più vicino a me << Perché hai aspettato così tanto? >> domandai mentre accarezzavo i suoi capelli << Perché tu continuavi a parlare, non riesci proprio a stare zitta >> mi stampò un altro piccolo bacio << Vedo che ci stai prendendo la mano >> lasciai i suoi capelli e gli feci cenno di porgermi la mano << Era da tanto che volevo farlo >> iniziai a giocherellare con la mano che mi aveva porto << Da quando? >> le nostre dita si intrecciarono << Dalla prima volta che ti ho visto >> mi misi leggermente più vicina a lui, lasciando ricadere le nostre mani ancora strette l'una all'altra. << Sei bello >> sussurrai << Tu di più >> ribatté << Lo so, effettivamente è così >> scherzai. Mi sporsi in avanti il tanto da incontrare le sue labbra che poi si spostarono sul mio viso e iniziarono a lasciare piccoli baci, prima agli angoli della bocca, poi sulle guance, poi sulla fronte e poi sul naso. Risi a quel suo gesto << Che c'è? >> chiese una spiegazione a questa mia reazione << Nulla, è carino quello che hai fatto >>. Rimanemmo distesi sul divano per tutto il restante pomeriggio riservandoci dolci baci e coccole. << Rimani qui per cena? >> proposi mettendomi seduta << Mi piacerebbe >>.
Non potevo ancora credere che fosse successo tutto questo.

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