1 - Incontri e allenamenti (pov. Hinata - Iwaizumi)

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n.a.
Tutto ciò che riguarda il mondo di Harry Potter è rivisitato ai tempi di Haikyuu (ovvero i nostri). Harry Potter finisce nel 1997, quindi molte cose le ho "modernizzate" (es. ad Hogsmeade ho descritto un nuovo negozio e i nomi dei modelli delle scope sono nuovi).
Buona Lettura!
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Hinata

Quella notte, i sogni di Hinata furono invasi da scope sfreccianti e coppe luccicanti. Shoyo era acclamato da tutta la squadra, in mano stringeva il boccino mentre i Grifondoro esultavano e Kageyama piangeva come un bambino. All'alba, il ragazzo non si dispiacque di essersi svegliato: il suo sogno poteva diventare realtà!

Scostò le coperte e – facendo attenzione a non svegliare i suoi compagni di dormitorio – si cambiò, lavò, afferrò il proprio manico di scopa con il kit di manutenzione e filò rapido verso la Sala Comune. Passò diversi minuti a curarsi della sua Scopalinda: la levigò, tagliò i rami in eccesso sulla coda, infine la lucidò. Una volta soddisfatto, poi, lasciò la Torre e si diresse verso la Sala Grande. Era ancora presto ed i tavoli erano deserti, ma bastò che si sedesse al tavolo dei figli di Godric affinché dell'ottimo cibo comparisse davanti a lui. Mangiò quel tanto che gli serviva per non essere disturbato dai morsi della fame, poi si alzò e continuò la sua corsa euforica verso il Campo da Quidditch. Il campo, lo aveva imparato ormai da anni, era – in un modo o nell'altro – perennemente frequentato: chi si allenava per conto proprio, chi semplicemente aveva voglia di fare un giro sulla scopa, o ancora chi usava gli spalti per consumare la merenda, ritrovarsi con gli amici o persino studiare all'aperto. Ed era solo all'alba che Hinata poteva goderselo tutto per sé.

Aveva appena superato la capanna del guardacaccia, adesso poteva vedere il campo in lontananza; sorrise ed accelerò. Invece di seguire il sentiero, decise di tagliare per le serre e – con il senno di poi – quella decisione fu una benedizione: l'ultimo ciuffo arancione di Hinata era sparito dietro la serra numero tre quando un paio di voci lo fecero immobilizzare; le aveva riconosciute: erano Oikawa e Ushijima, di Serpeverde. Non aveva mai parlato con nessuno dei due, ma entrambi – specie la mole del secondo – lo intimorivano. Fu quindi inevitabile per lui tendere ogni nervo e sperare che non l'avessero visto. I toni che stavano usando, infatti, sembravano tutt'altro che amichevoli:

«Quindi ti sta bene che quel ragazzino mi abbia fregato il posto in squadra!?» sebbene lo soggiogasse, Tooru Oikawa gli era sempre apparso socievole e gioviale. Sentirlo urlare, quindi, ebbe l'effetto di impietrirlo.

«Hai ancora un posto in squadra.» la risposta di Ushiwaka era stata pacata, quasi apatica. «L'importante è che tu sia nel mio team, Oikawa. Sei un bravissimo cacciatore.»

«Ti sbagli, io sono un bravissimo cercatore! Se l'anno scorso non mi fossi infortunato, quel marmocchio starebbe ancora sugli spalti a sognare! Non è giusto rimpiazzarmi così!»

«Kageyama si è dimostrato utile come cercatore.» la calma pragmaticità dell'altro sembrava star facendo infuriare Oikawa ancora di più. «E tu sei un cacciatore migliore di Suguru. La nostra squadra adesso è più forte che mai.»

«Questo è il mio ultimo anno qui ad Hogwarts. Se non posso giocare da cercatore, forse è meglio che mi concentri sui M.A.G.O.» e senza aggiungere altro, stizzito, voltò le spalle all'ex compagno di squadra e sparì oltre la capanna del guardacaccia. Hinata osservò Ushijima fissare il punto in cui Oikawa era sparito, poi lo sentì sospirare e, tranquillo come se uno dei membri più forti della sua squadra non avesse appena annunciato il suo ritiro dal Quidditch, tornò verso il Castello.

Una volta capito che nessuno dei due avrebbe più potuto vederlo, Hinata uscì dal proprio nascondiglio e riprese il suo percorso verso il campo d'allenamento. Non riusciva ancora a credere a quello che aveva sentito: Shoyo seguiva le partite di Quidditch sin dal suo primo anno, e sempre – eccetto il periodo in cui il bolide che l'aveva colpito al ginocchio l'aveva costretto a terra – Oikawa era stato in sella alla sua scopa da corsa, perennemente trionfante e spesso strafottente verso gli avversari, che questi fossero in svantaggio o meno. L'aveva osservato vincere diverse volte, e allo stesso modo l'aveva visto perdere: la sua superbia ed il suo orgoglio, pensò con ammirazione, non erano stati intaccati in nessuna occasione. Hinata non avrebbe mai creduto possibile mantenere in sconfitta un atteggiamento del genere, e ricordò di come avesse immediatamente pensato che – anche da perdente – Oikawa non potesse che lasciare il campo come fosse un vincitore. Quella, forse, era la parte di lui che più lo spaventava e meravigliava, e sebbene al centro dei suoi pensieri – come sempre – ci fosse Kageyama, l'idea di sfidare anche Oikawa, quando sarebbe arrivato il momento di disputare una partita contro i Serpeverde, lo eccitava come poche altre cose riuscivano a fare.

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