4 - Corvonero vs. Grifondoro (pov. Daichi - Hinata - Suga - Kuroo)

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Daichi

Ancora una volta, il grifondoro avrebbe dovuto studiare, eppure si ritrovò incantato a fissare Koshi Sugawara. Indossava – come al solito – la divisa di Corvonero nel più formale dei modi. Non una macchia, non una piega. I suoi capelli argentati riflettevano la luce delle candele che illuminavano i libri ed i suoi occhi, così capaci di rapire Daichi, erano chini su quello di Trasfigurazione Avanzata.

Si trovavano in biblioteca da quelli che potevano essere minuti, ma che più probabilmente erano ore. Sawamura era sempre stato in grado di bilanciare la sua parte da atleta con quella dello studioso, eppure da quando conosceva Suga era quest'ultima a farlo sentire più vivo. Il grifondoro sorrise tra sé e sé: fino al suo quarto anno non avrebbe mai creduto possibile che davanti ad una scelta del genere durante il suo tempo libero avrebbe preferito portarsi avanti con lo studio invece che inforcare il proprio manico di scopa. Ma studiare voleva dire stare con Suga, e sebbene sostare in biblioteca significasse anche rimanere in silenzio, a Daichi stava bene così: a lui bastava poter sedere al fianco di Koshi.

"Per quanto tempo?" si chiese però "Per quanto tempo ancora riuscirò a limitarmi a guardarlo e a desiderarlo in silenzio?". Doveva chiedergli di uscire, ne andava della sua salute mentale, tuttavia il solo pensiero di un rifiuto lo uccideva.

Arrossì violentemente quando Suga sollevò lo sguardo e lo colse a fissarlo.

«Daichi.» lo chiamò, quindi lui balbettò una risposta.

«S-sì?» il corvonero sorrise teneramente e a Daichi non restò che sperare che quella dipinta sui suoi occhi non fosse pietà. Poi, un luccichio divertito sostituì tutto il resto.

«Tu non avevi gli allenamenti tipo...» guardò il proprio orologio. «dieci minuti fa?» il Capitano si rizzò di scatto sulla sedia e – non possedendo un orologio – afferrò il polso dell'altro per guardare il quadrante.

«Accidenti!» esclamò alzandosi. La bibliotecaria non mancò di rimproverarlo per il chiasso, ma lui la notò appena. «Devo andare!» disse a Suga, che rise.

«Immaginavo.» gli rispose mentre l'altro raccattava le proprie pergamene sparse.

«Vai.» lo esortò il corvonero. «Raccolgo tutto io e poi te lo porto più tardi.» Daichi lo guardò riconoscente, poi corse via, diretto verso il Campo di Quidditch dove la sua squadra, lo sapeva, non gli avrebbe risparmiato nemmeno un insulto per il ritardo.


***
Hinata

Shoyo arrivò, come al solito, con una buona mezzora d'anticipo al Campo di Quidditch. Il professor Ukai, pur non assistendo agli esercizi della squadra, l'aveva spesso rimproverato a riguardo: "Sforzarsi troppo è l'opposto di un buon allenamento!", ma Hinata non poteva farne a meno.

Man mano che l'orario si avvicinava a quello stabilito da Daichi iniziò ad arrivare anche il resto della squadra: gli immancabili Noya, Tanaka, Yamamoto e Bokuto furono i primi; poi Kuroo, Iwaizumi e le riserve Aran e Koganegawa.

«Hey, Hey, Heyy!» Bokuto accolse l'ultimo gruppo con la solita energia «In sella!» esortò, impaziente almeno quanto lui di iniziare.

«Non aspettiamo il Capitano?» chiese però il cercatore, l'altro non sembrò sentire la sua domanda e fu Iwaizumi, quando già ormai Bokuto era lontano, a rispondergli:

«Che vuoi farci. Bokuto è fatto così.» gli disse. «Iniziamo a riscaldarci. Sono sicuro che Daichi arriverà a momenti.» poi seguì il compagno in campo come il resto della squadra, eccetto...

«Kuroo-san.» chiamò il più piccolo. Il cacciatore era evidentemente sottotono. «Va tutto bene?» l'altro sospirò avvilito.

«Tutto bene.» rispose prendendo il volo, ma il suo tono di voce non poteva essere più falso.

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