19 - Stage sportivi e professionali (pov. Hinata - Oikawa - Daichi - Iwaizumi)

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Hinata

Non poteva credere che Kageyama avesse ottenuto uno stage migliore del suo!! Hinata ci aveva pensato per tutto il tragitto da Hogwarts fino in Scozia, dove si sarebbe tenuto lo stage organizzato dal professor Washijo per coloro interessati a perseguire una carriera nel Quidditch in modo che trovassero appoggi per il futuro.

Il grifondoro non stava simpatico al professore di Difesa, questo non era un segreto. Quando aveva scoperto che lo stage era stato organizzato da lui, Hinata non si era potuto impedire di tremare dalla paura. La squadra che aveva invitato Kageyama era esclusiva e non c'era possibilità per lui di accedervi, quindi non gli rimaneva che l'opzione della Scozia. Era stato il professor Takeda a tranquillizzarlo: "Il professor Washijo non può certo impedire a uno studente di partecipare per mera antipatia!" quindi, tenendo anche bene a mente i racconti del quinto anno di Bokuto e del suo stage, si era fatto coraggio e aveva affrontato il professore. Con la divisa sportiva addosso e la scopa in spalla, adesso, non poteva che sentirsi soddisfatto della propria intraprendenza. Per giorni non aveva fatto altro che rammaricarsi ed insultare in silenzio Kageyama per la sua fortuna, ma una volta messo piede nel principale stadio d'allenamento del Paese, tutto fu dimenticato.

"Ci osserveranno squadre che giocano a livello Nazionale!!" sebbene lo sapesse da settimane, ebbe l'epifania solo in quel momento "Chi se ne importa di Stupiyama e del suo corso per giovani dotati?", ma se aveva creduto d'incontrare subito dei giocatori professionisti, si era sbagliato. Prima di tutto i ragazzi di Hogwarts si unirono a quei pochi di Durmstrang che erano giunti fino a lì, dopodiché furono fatti riscaldare nella piccola ma ben allestita palestra del campo sportivo, e solo allora fu il turno di entrare nello stadio vero e proprio. A quella vista, subito, nella mente di Hinata riaffiorarono i ricordi dell'unica partita della Coppa del Mondo a cui aveva assistito: Meian e Tomas che colpivano i bolidi con le loro mazze, Barnes che proteggeva gli anelli, Romero che dribblava con incredibile facilità, Sokolov che segnava. Non avrebbe mai ringraziato abbastanza Kenma per averlo invitato a vedere quell'incontro con lui. Era ancora perso nel ricordo di quel giorno: al campeggio dei tifosi; alla passaporta che li aveva condotti lì; a Tanaka e Noya incontrati per caso negli spalti, e fu solo grazie a un ragazzo di Durmstrang che Hinata tornò alla realtà.

"È raro per me essere con i piedi per terra e poter guardare un avversario senza alzare lo sguardo!" il tono dello studente che Hinata si ritrovò davanti gli era sembrato scherzoso, ma al grifondoro era bastata un'occhiata per capire che se anche solo avesse provato a ridere della sua altezza l'avrebbe pagata cara, quindi tacque.

"E quindi anche tu giochi da cercatore?" gli chiese lo straniero. Shoyo lo guardò sorpreso, quindi l'altro indicò Goshiki "Me lo ha detto il tuo amico. Pare che saremo in molti a volerci fare notare con quel ruolo!" lo guardò con sfida.

"Mi chiamo Korai, comunque. Korai Hoshiumi." tese la mano ed Hinata, dopo appena un attimo di esitazione, la strinse. "Sei titolare nella tua squadra?" continuò l'albino. Ancora incapace di parlare per la troppa tensione, Hinata annuì. "Sono curioso di vederti giocare..."

"Ah! Shoyo Hinata!"

"...Hinata." concluse l'altro. "Vediamo se sei davvero alla mia altezza." rise per nulla divertito "Vediamo chi dei due è più adatto ad essere chiamato il Piccolo Gigante." Hinata spalancò gli occhi.

"Ma quel soprannome-!?" pensò; come faceva un ragazzo di Durmastrang a conoscerlo? Il grifondoro non ebbe tempo di chiederglielo, perché i giocatori professionisti entrarono in campo.

Da anni Hinata non faceva altro che aspettare un'occasione del genere, e adesso che vi era totalmente immerso, non riusciva ancora a crederci! Per quanto appassionato, in vita sua era riuscito ad assistere ad una sola partita importante di Quidditch, accontentandosi per il resto di ascoltare le squadre giocare in radio. Non aveva idea di cosa aspettarsi, quindi, quando Washijo l'aveva informato – forse a malincuore – che anche lui era stato ammesso allo stage.

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