2 - Ad ogni Grifondoro un Corvonero (pov. Daichi - Kenma - Akaashi)

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Daichi

Daichi Sawamura era un ragazzo molto impegnato. Tra capitanare la squadra di Grifondoro, adempiere al ruolo di Caposcuola, mantenere una media di voti alta e ripassare i programmi degli anni passati in vista dei M.A.G.O. che avrebbe dovuto affrontare a fine anno, quella mattina fu assurdamente felice di non essersi dovuto svegliare a causa dei soliti schiamazzi del suo compagno di dormitorio più esaltato: Bokuto. Dividere la stanza per sei anni con quel cacciatore iperattivo non era stato e non era tutt'ora affatto semplice, e se poi a questo si aggiungeva il fatto che Bokuto era in grado di tirar fuori la parte più chiassosa di Kuroo, Daichi poteva affermare con sicurezza di essere stato fortunato a non aver avuto nemmeno un esaurimento nervoso da quando li conosceva.

Si sentì quasi in colpa quando, svegliatosi con tranquillità, ringraziò la propria buona stella per quell'assenza. Si vestì con calma, si lavò il volto, poi i denti. Infine, scese in Sala Grande per gustarsi una buona ed abbondante colazione. I quattro tavoli erano ingombri di cibo e di studenti che se ne abbuffavano. Il grifondoro ci mise poco ad individuare la bizzarra acconciatura del suo compagno di dormitorio e lo raggiunse. Kuroo stava leggendo la Gazzetta del Profeta, ma smise immediatamente quando vide l'amico avvicinarsi.

«Ti sei svegliato! Alla buon'ora!» in effetti era piuttosto tardi. Di solito – colpa le urla di Bokuto – era piuttosto mattiniero.

«Ogni tanto fa bene dormire un po' di più.» si limitò a rispondere e, per quanto fosse curioso, decise di non chiedere al compagno se sapesse che fine avesse fatto il suo migliore amico in favore di ancora qualche minuto – prima delle lezioni – senza doversi preoccupare di quello scalmanato purosangue.

«Ieri sera il gatto è tornato!» con già la bocca piena di prelibatezze, Daichi ci mise un po' per capire le parole del compagno di Casa. Poi sorrise: Kuroo non faceva altro che raccontare di un gatto che apparentemente si mostrava solo a lui. Quando l'amico gliel'aveva descritto per la prima volta, al Capitano sembrò di riconoscerlo. Un gatto bianco con diverse macchie marroni e nere, infatti, si aggirava – sebbene raramente – nei pressi del cortile della scuola. Ma quello, ed erano d'accordo tutti gli studenti di Hogwarts a tal riguardo, era il gatto più schivo e timido che potesse esistere nella faccia della Terra e non era assolutamente possibile che fosse lo stesso di cui raccontava Kuroo.

«Ero nel corridoio del quarto piano quando l'ho visto.» stava nel frattempo continuando questi. «Mi ha seguito per una buona mezzora, fin quando non sono finito nel giardino anteriore, mi sono seduto sull'erba e lui mi si è accucciato sulle gambe! Quando ho provato ad alzarmi tendendolo in braccio però si è innervosito. Forse aveva capito che volevo portarlo in dormitorio.» a quel punto la testa di Daichi era passata a pensare alle lezioni che avrebbe avuto quella mattina – prima tra tutte quella di Incantesimi che ci sarebbe stata da lì a poco – e le parole di Kuroo erano quindi per lo più buttate al vento. «Riuscirò ad adottarlo un giorno, vedrai! Ho già in mente di comprare un collarino durante la prossima gita ad Hogsmeade.» Daichi annuì, più per fingere di aver ascoltato l'intero discorso che per vera convinzione, dopodiché i suoi occhi catturarono un movimento al tavolo di Corvonero e decise di alzarsi; ingoiò l'ultimo boccone e salutò il compagno:

«Ho una cosa da fare.» gli disse distrattamente. «Ci vediamo in aula.» e si affrettò a raggiungere Sugawara che stava lasciando la Sala Grande: «Hey!» gli palesò la sua presenza. Il corvonero si voltò e gli sorrise.

«Caposcuola!» lo salutò.

«Stai andando ad Incantesimi?» l'altro annuì.

«Facciamo strada insieme?»

Parlare con Suga era sempre piacevole, e senza nostalgia Daichi si ritrovò a pensare ai primi tempi in cui avevano iniziato ad interagire: per quattro anni si erano incontrati in aula o per i corridoi e bellamente ignorati, fino al loro quinto anno, quando la spilla da prefetto di Daichi aveva spinto il suo collega corvonero ad andare da lui per lamentarsi di come Bokuto e Kuroo stanziassero perennemente davanti all'ingresso della Sala Comune di Corvonero facendo ogni volta un enorme trambusto mentre tentavano di superare l'indovinello che avrebbe permesso loro di raggiungere rispettivamente Keiji Akaashi e Kozume Kenma. In quelle occasioni, a Daichi non rimaneva che mostrarsi costernato ed andare fin sulla torre ovest per afferrare i due compagni per le orecchie e trascinarli via. Ma sebbene per quasi tutto l'anno Suga fosse andato da lui solo per urlargli contro, l'avvicinarsi dei G.U.F.O. aveva fatto capire ad entrambi quanto l'altro fosse un compagno di studi ideale ed era da lì che la loro amicizia era cominciata. Adesso, Daichi non riusciva a pensare alla sua vita ad Hogwarts senza l'altro e non si vergognava ad ammettere che lui era l'unica ragione per la quale stava ancora seguendo Artimanzia.

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