14 - Corvonero vs. Tassorosso (pov. Tsukishima - Kuroo - Akaashi - Iwaizumi)

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Tsukishima

Il fatidico giorno era arrivato. Dopo la schiacciante sconfitta contro i Serpeverde, Yamaguchi era stato in ansia tutto il mese, ma vedendolo giocare Tsukishima non poté far altro che sorridere e pensare a quanto esagerato fosse stato il suo ragazzo.

Quel giorno si disputava la partita Tassorosso-Corvonero. Tutta la scuola era su di giri perché anche se Serpeverde era in notevole vantaggio rispetto agli altri, Grifondoro poteva ancora essere raggiunto. Entrambe le squadre in campo, poi, erano reduci da una sconfitta e quindi più che pronte a riscattarsi agli occhi dei compagni sugli spalti. Futakuchi aveva già in passato programmato allenamenti extra che avevano portato la sua squadra allo sfinimento, ma si era superato per la partita di gennaio. Adesso, tutto l'odio che il Capitano aveva attirato su di sé da parte dei compagni di squadra (ed eventuali fidanzati) stava dando i suoi frutti: la squadra di Tassorosso non era mai stata in forma migliore. D'altro canto, i Corvonero non sembravano avere una bella cera. Tsukishima non era stato presente in Sala Comune quando Osamu Miya aveva "fatto visita" a suo fratello, ma la voce che gli fosse stato impedito di giocare e che con tutta probabilità fosse colpa di Atsumu si era presto sparsa in tutta la scuola. Agli anelli, la squadra nero-blu aveva messo un mezzosangue del quinto anno: Kunimi, ma non era un mistero che il ragazzo non fosse neanche una riserva ufficiale. Senza parlare, poi, del loro Capitano. In tre quarti d'ora di gioco Kiyoomi Sakusa non aveva segnato neanche un punto. In realtà a stento aveva fatto un assist. Il pettegolezzo di cosa gli fosse successo giunse a Tsukishima dalla destra degli spalti, direttamente dalla curva di tifosi Corvonero: "Un suo compagno di dormitorio si è svegliato con la febbre. A quanto pare Sakusa ha la fobia dei germi ed è convinto di esserseli presi".

Nonostante fosse tutt'altro che una partita emozionante, Tsukishima continuò ad osservare rapito il gioco. Yamaguchi volava con una sicurezza che finora non gli aveva mai visto sfoggiare, Asahi infondeva una forza tale alla pluffa che questa arrivava quasi a sembrare un bolide, ed il loro portiere, poi, mancava un goal su dieci. Kei si ritrovò a fissare con gelosa ammirazione Aone non potendo far altro che ammettere di doversi accontentare del secondo posto come miglior portiere della scuola.

Neanche i Corvonero, comunque, se la stavano cavando tanto male. I loro schemi erano perfetti e coordinati; Sugawara e Yaku rendevano i bolidi micidiali come al solito, ma le azioni di Shirabu, Shimizu ed un distratto Sakusa non erano abbastanza per colmare il distacco che l'assenza di un buon portiere aveva creato. Quando i Tassorosso arrivarono ad avere duecento punti di distacco, Tsukishima non si stupì di vedere Akaashi lanciarsi in picchiata, zigzagare in complesse manovre attraverso gli altri giocatori e prendere il boccino prima che lo facesse Yachi. Normalmente con quel punteggio un cercatore non si sarebbe mai neanche sognato di porre fine alla partita, ma – per Tsukishima fu chiaro – in quell'occasione Akaashi non aveva avuto altra scelta. Il vantaggio dei Tassorosso continuava a salire ed i Corvonero non avrebbero mai potuto recuperare. Afferrare il boccino per finire il gioco con solo cinquanta punti di differenza era chiaramente stata l'opzione migliore.

Kei si unì ai boati di gioia dei tifosi Tassorosso per festeggiare la vittoria del suo ragazzo; lasciò gli spalti e – come i giallo-nero – invase il Campo da Quidditch. L'intera squadra era stata sommersa da ragazzi esultanti e adesso il Capitano stava venendo alzato da decina di mani. Tsukishima si mantenne in disparte ed ammirò Yamaguchi: sorridente e accaldato per l'esercizio fisico, era una visione per gli occhi come sempre. Guardandolo, il serpeverde non poté impedirsi di sorridere. La prima volta che aveva incontrato Yamaguchi questi era ben diverso da come appariva adesso. Tsukishima ricordò di quando era salito per la prima volta sull'Hogwarts Express; stava ancora cercando uno scompartimento libero in cui sedersi quando l'aveva visto: Yamaguchi era a terra circondato da dei ragazzi serpeverde decisamente più grandi di lui che lo insultavano e picchiavano. La visione aveva fatto inorridire Tsukishima che aveva deciso di intervenire; era entrato nello scompartimento e, con una calma che in realtà non possedeva, aveva posato i propri bagagli sulla panca imbottita prima di tornare a concentrarsi sul gruppo. Non era raro che i ragazzi più grandi se la prendessero con "quelli nuovi". Kei l'aveva imparato cambiando città, così come aveva imparato a rispondere per le rime a certi individui. Gli erano bastate poche battute per far allontanare i bulli e da allora Yamaguchi non gli si era più allontanato. Sulle prime, Tsukishima aveva pensato fosse un ragazzo debole e che senza il suo aiuto non sarebbe sopravvissuto alla prima settimana di scuola, ma presto aveva capito quanto si fosse sbagliato. Tadashi era quel tipo di persona in grado di attirare intorno a sé solo bella gente. I compagni più grandi, certo, lo intimorivano e non fu in grado di tenere loro testa se non prima del loro quarto anno. Eppure, guardandolo adesso, Tsukishima non avrebbe mai potuto definire quel tassorosso debole.

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