Cap.2

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Mattia era incazzato, c'era solo una cosa in cui non scherzava -dopo la danza ovviamente- la scuola.

In questa doveva eccellere, doveva essere il primo, e a molte persone questo potrebbe sembrare strano, ma per lui la scuola doveva essere un punto fermo, una costante.
Quell'edificio infernale era importante, poteva andare tutto a puttane, il lavoro, le amicizie, l'amore.
Ma non la scuola, non che gli piacesse, ma era come se appoggiasse tutta la sua energia lì per non cadere nella realtà.

Molti l'avrebbero preso per pazzo se si fosse messo a dirlo in giro, ma ne aveva bisogno.
Lui non controllava nulla, non controllava le emozioni, i suoi comportamenti... veramente nulla!

L'unica cosa su cui poteva avere in mano era la scuola l'unico fattore su cui aveva controllo.
Perché era lui ha decidere come studiare, era lui ha decidere quanto studiare, era lui che alla fine si scriveva il suo destino.

Ed era per questo che quando su quel compito di fisica vide un cinque e mezzo, la sua testa andò in palla.

Si rese conto che tutte le sue certezze, tutto il suo controllo, non avevano più senso.
L'unica cosa su cui poteva essere certo era il suo modo di studiare, l'unico appoggio su cui era solito contare era se stesso.

Ed era per questo che ora che non aveva più senso nulla.
Su una cosa pretendeva, e come sempre tutte le sue aspettative crollarono per colpa sua.
Aveva sempre avuto bisogno di certezze, ed ora che l'unica su cui poteva contare si era disintegrata si sentiva impotente.
Non parlava a nessuno di questa cosa, tutti l'avrebbero preso in giro.

La stanza iniziava a farsi stretta e gli schiamazzi dei compagni si stavano facendo insopportabili, mentre i suoi occhioni blu si inumidivano ogni secondo che passava.
Alzò la mano per andare in bagno il quale bisogno fu acconsentito dalla prof.

Quando appurò che dentro il bagno non ci fosse nessuno ci entrò, non avrebbe pianto, se l'era ripromesso, non poteva ridursi sempre allo stesso modo, doveva reagire, ma non riusciva.
Era rimasto deluso da se stesso, e questo fu solo la goccia che fece traboccare il vaso, e mentre pensava a questo si ripeteva sempre la stessa frase:

Sono un buono a nulla, non so fare niente

Si disperava per una cosa che ad occhi esterni poteva essere insignificante, ma guardato dal punto di vista di Mattia sarebbe stato tutto più chiaro, il problema però che si cimentava ogni volta che aveva una crisi era che nessuno fosse disposto a guardare la prospettiva dal suo punto di vista.

Era nel bagno ormai da 15 minuti quando dei passi lo fecero distrarre dalla sua autocommiserazione, portandolo a chiudersi nella cabina che la stanza ospitava sedendosi sul water con i piedi per aria così da non far capire a quei ragazzi che fosse lì dentro .

«come ti è sembrato quel tipo a casa di Luigi» Mattia si sentì chiamato in causa
«bah... sinceramente mi è sembrato uno stronzo» e risero, si abbandonarono a una risata fragorosa per quella battuta insensata.
«però è carino... molto carino» continuò lo stesso misterioso ragazzo .
«che c'è Chri, ti sei già innamorato» lo perculò l'altro.
«non starei con lui manco se fosse l'ultimo uomo sulla terra, cioè è uno scassa cazzi».
Un qualcosa dentro Mattia si spezzò, un piccolo pezzo della sua anima abbandonò il suo corpo, e inevitabilmente una lacrima scese senza il suo controllo, odiava questa sua sensibilità, perché quelle parole avevano fatto così male? Perché non potevano scivolargli a dosso come se niente fosse?

Ma decise di asciugare in fratta la lacrima cercando di non farne scendere altre, mentre la consapevolezza di non star simpatico a nessuno si faceva viva nel suo petto.
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