Cap.7

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Il sole picchiava forte sulle strade bergamasche, l'aria era stranamente serena, il puzzo di smog che solitamente animava la città aveva lasciato il posto ad un'aroma dolce e leggero rendendo il clima tranquillo.

Christian si trovava a sorseggiare il suo caffè nel solito bar di fiducia.

La sua mente era sommersa da pensieri, quello più persistente era proprio il biondino.
Voleva rivederlo, l'ultima volta che si erano sentiti o parlati era proprio il giorno dell'uscita, e da quell'avvenimento erano passati diversi giorni.

La curiosità che gli aveva suscitato quel piccolo ragazzino indifeso era disarmante.
Ogni volta che si sedeva e pensava ad una cosa qualunque, alla fine il nome del ragazzo si faceva vivo come il peggior raffreddore.
Con la differenza che Mattia era una persona fantastica, non una cosa fastidiosa come il raffreddore, e Christian nelle ore in cui era stato in sua compagnia aveva capito molte cose di lui.

L'aveva osservato attentamente, veramente bene.
Perché siamo sinceri nessuno avrebbe potuto non notarlo, anche se in quella stanza ci fossero state milioni di persone tutti si sarebbero fermati a guardare Mattia.
O magari non era così, ma in cuor suo, il moro sapeva che anche se ci fossero state milioni di persone in quella maledetta stanza Lui sicuramente avrebbe guardato riccioli d'oro.

Era buffo il fatto che prima si odiassero a morte, mentre ora -al meno per quanto riguardava Christian- era come se avesse bisogno di parlare con lui tutto il tempo.

Era un po' spaventato, la morbosità con cui parlava del biondo era sconvolgente.
Il rapporto che in pochi messaggi e con una sola uscita si era instaurato lasciava interdetto il carattere riservato e freddo che Christian aveva con tutte le persone che entravano a far parte della sua vita da un momento all'altro.

Stava pensando molto, era una cosa che gli capitava spesso.
Pensare e pensare.
Era come una costante, non riusciva a smettere.
Gli era capitato molte volte -parlando con Alex- che molte persone riuscivano a staccare la spina come se niente fosse.
Ci aveva provato, ma poi si ritrovava comunque un groviglio di complessità che non avevano lasciato la sua mente, ma che anzi, avevano alimentato solo la confusione che egli già creavano.

Uno schiocco di dita lo fece risvegliare dallo stato di trance in qui era entrato, si guardò a torno notando il suo caffè a mezz'aria ormai freddo mentre fissava insistentemente il piccolo box che ospitava quei fazzolettini tipici dei bar plastificati che, detto francamente non pulivano nulla.

Poi alzò di poco lo sguardo notando un esemplare di cucciolo arrabbiato biondo che lo guardava con aria scocciata.

<<Ce l'hai fatta finalmente, erano minuti che ti chiamavo, ma eri in non so quale altro multiverso>> disse Mattia accomodandosi sulla sedia davanti a lui mentre appoggiava la testa sul palmo della mano.

<<No tranquillo fai pure>> disse Christian sarcastico alludendo al fatto che Mattia si fosse seduto senza chiedere nulla.
In risposta ebbe solo un sorrisino strafottente accompagniato da una linguaccia.

<<Ti ho già detto che sei un bambino vero?>> chiese retorico sfoggiando subito un ghigno dopo aver visto affiorare sul volto del piccolo un broncio.
<<Non so visto che quando parli non ti ascolto>> il moro rise a quella affermazione facendo accentuare ancora di più l'espressione di sdegno a quel bimbo troppo cresciuto.

Non pensava si fosse offeso davvero, ma erano interminabili minuti in cui Christian cercava inutilmente di parlare con Mattia, ma proprio quest'ultimo lo stava bellamente ignorando stando al cellulare.

Era incredibile.

<<Eddai Tia stavo scherzando>> a Mattia gli si illuminarono gli occhi,il moro non sapeva se interpretare la cosa come bella o brutta, sperò vivamente nella prima opzione.
<<Come mi hai chiamato?>> il moro si sentì avvampare, non pensava che quel nomignolo avesse dato noia a Mattia, ma aveva fantasticato -nei giorni in cui non si erano visti- di chiamarlo così, ed era uscito spontaneo.

<<Oddio, non sapevo se ti andasse bene ed io l'ho detto senza pensarci, se ti da fastidio non lo faccio più>> disse rammaricato il più grande mentre si affrettava ad abbassare la testa.
Mattia rise, quella frase "non lo faccio più" era talmente tenera che avrebbe fatto sciogliere anche l'uomo delle nevi.

<<Chri stai tranquillo okay? Puoi chiamarmi così quando vuoi, anzi è stupendo questo soprannome>> tirò un sospiro di sollievo dopo aver sentito quelle parole uscire dalla bocca del ragazzo seduto davanti a lui.

<<Però ora anch'io voglio darti un soprannome carino>> disse Mattia imbronciandosi un'altra volta.

A Christian scoppiò il cuore, la visione di lui così era davvero dolce.
Stette zitto per un po' osservando il più piccolo scervellarsi per trovare un soprannome bello.
Per poi maledirsi quando nulla gli veniva in mente.

<<Continua a chiamarmi "Chri", detto da te è più bello>>

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Mattia non toccava ne alcol ne droga da quando aveva conosciuto il moro.
E non parlava del loro quasi appuntamento, ma parlava proprio di quando quel giorno l'aveva chiamato Afrodite.

La sua mente era stata così intasata da l'immagine del moro che l'idea di sballarsi o ubriacarsi non gli era passata nemmeno per l'anticamera del cervello.

Ed ora che si ritrovava in un parco solo un Christian pensava al fatto che il moro indirettamente l'avesse aiutato.

Proprio quest'ultimo si alzò in piedi di scatto facendo incuriosire il biondo di fianco.

<<Aspetta,aspetta,aspetta >> cantilenò il moro <<Tu non dovresti essere a scuola>>

Le guance di Mattia si imporporavano un pochino mentre si torturava le mani.

<<In teoria>> disse flebile.
Così tanto che il moro -non avendo l'udito super sonico- fece fatica a sentirlo.

È vero non era andato a scuola, ma la ragione era molto valida.
In quel periodo per Mattia stava diventando un'ambiente tossico, aveva sbalzi dove mangiava tanto per l'ansia ed altri sbalzi dove non mangiava nulla sempre per l'ansia.
Non sapeva se questo si potesse considerare un disturbo alimentare ma sicuramente allontanarsi da quell'edificio per al meno un giorno gli avrebbe fatto bene.
E stare con il moro sicuramente gli avrebbe fatto meglio.

Non era programmato il fatto di incontrare proprio lui.
Ci aveva sperato, ma non l'avrebbe mai ammesso.

Il moro si rimise accanto all'amico.

<<Ehy tutto bene?>>

Bella domanda, andava davvero tutto bene?

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Angolo autrice

Ciao amici, come state? Io diciamo bene.
Sono ancora un po' spossata, a livello fisco sto abbastanza bene, mi sono ripresa più tosto bene, a livello mentale diciamo sono ancora un po' giù.
Ma giuro che questo periodo passerà presto.
Ne ho parlato con la mia migliore amica e mi ha aiutata, le voglio un bene immenso.
Comunque, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, come sempre lasciate una stellina e commentate.
Avrei potuto scrivere meglio questo capitolo ma sono sparita una settimana e non mi andava di non aggiornare perché ci tengo a voi e vi ringrazio per i commenti carini che mi avete dedicato,davvero!
Quei commenti sono stati una botta di positività, mi hanno fatta stare meglio🤞🫀.
Non vi annoio ulteriormente e vi saluto.
Ciao amici💋

-ire💕

La bellezza nell'essere diversi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora