Cap.10

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Un battito di ciglia.
Occhi negli occhi.
Un'altro battito di ciglia.

Christian lo stava osservando.
Erano ad un palmo di distanza e il moro stava ammirando quello che era Mattia Zenzola.
Lo trovava bello, bellissimo.
Voleva farsi perdonare, ne aveva bisogno.

Distoglie lo sguardo.
Occhi negli occhi.
Si morde il labbro.

Era in imbarazzo.
Christian riusciva benissimo a percepire tutte le emozioni che contornavano la persona che era il biondo.

Arrossisce.
Distoglie lo sguardo.
Si morde l'interno guancia.
Riposa lo sguardo su Christian.

Lui cercava solo il coraggio di parlargli.
Non era facile, aveva paura che Mattia non l'avrebbe perdonato.
Aveva paura di dire troppo.
Aveva paura e basta, solo quell'emozione prevaleva in quel momento su Christian.
Paura di se stesso.
Paura della società.
Paura del più piccolo.
Paura del giudizio altrui.

E poi perché?
Si chiese il moro.

A lui non dovevano spaventare queste cose, non stava per fargli una dichiarazione d'amore, stava cercando solo le parole giuste per far accettare le sue scuse a Mattia.
E allora perché? Perché quei pensieri gli avevano sfiorato la mente.
Perché aveva paura delle altre persone.
Non lo sapeva, e non l'avrebbe voluto sapere, sarebbe stato meglio vivere nell'ignoto, e ancora lui ci viveva.
Viveva nella finzione.
Avrebbe dovuto trovarsi una ragazza. Constatò nella sua mente.

<<Giuro che se non mi dici niente me ne vado>> disse dopo una lunga attesa Mattia.

Si gratta la nuca.
Distoglie lo sguardo.
Fissa un'albero.

Stava mentendo.
Non l'avrebbe lasciato.
Sospirò, tutto il coraggio che aveva accumulato nel tempo in cui si erano guardati negli occhi si era dissolto come cenere al vento.

<<Allora cosa c'è?>> continuò il biondino.
Ora quello imbarazzato era Christian.
Lo sguardo pungente di Matti lo stava squadrando dall'altro al basso.
Lo intimoriva.

<<Niente>> sussurrò il grande abbassando lo sguardo.
L'occhiata che gli stava riservando occhi blu era... indagatrice, e non aveva la forza di parlare.
Succedeva sempre così.
Ogni qual volta che desiderava esternare un sentimento empatico il suo corpo bloccava tutti i freni che si imponeva.

La voce cessava.
La sudorazione fredda aumentava.
Il respiro si faceva pesante e andava nel panico più totale.

<<Io->> provò a dire, ma le parole gli morivano in gola.
<<Ho sbagliato tutto>> riuscì poi a dire calmando per pochi secondi il suo respiro irregolare.

Il biondo capì.
Si rese conto della difficoltà di Christian.
Buttò giù quella facciata di indifferenza prendendo per le spalle il più alto.
Lui lo guardò.
Mattia gli riservò un sorriso per poi condurlo sul telo adagiandosi insieme attenti a non schiacciare nulla.

Le gambe di tutti e due erano al petto.
Christian guardava avanti.
Mattia guardava Christian.

Aspettavano.
L'uno aspettava l'altro.

<<Mi dispiace>> ruppe il silenzio il moro.
L'opposto lo ascoltava non proferendo parola, non forzandolo a dir nulla.
Sapeva che dalla parte del torto ci fosse Christian, però non riusciva a non comprendere o a non voler bene a quel ragazzo.

<<Ci conosciamo da relativamente poco.
Saranno tre settimane, forse.
Non lo so, mi sembra che tu mi sia entrato sotto la pelle.
Siamo usciti poche volte, ci siamo scritti il giusto, e ci siamo parlati abbastanza.
Non so come tu abbia fatto, ma sono sicuro che vorrei continuare a parlare con te, ma
ho paura delle persone.
Odio interagire, odio dover parlare con gente che non conosco, ma-ma non riesco a stare solo.
E non volevo offenderti, ma avere l'appoggio seppur falso di alcune persone in un contesto come la scuola dove devi saper sopravvivere è importante.
Forse un po' siamo simili, a te non piace fare amicizia, e a me pure, solo che tu fai sembrare la solitudine così semplice.
Ogni volta che ti guardo a scuola sembra sempre così facile per te.
Ma poi vedo come ti si illuminò gli occhi quando qualcuno ti parla e-ed io so che non avrei mai il tuo coraggio.
Non sarò mai abbastanza per nulla>>

Una lacrima solcò il viso di Christian.
Si affrettò ad asciugarla.

Mattia era interdetto.
Sapeva di aver ripetuto più volte che non l'avrebbe perdonato subito.
Ma quelli che gli aveva appena confidato il moro era troppo.
E il biondo era propenso a prendersi cura di lui, aiutarlo ad abbattere tutte le barriere che si era imposto.

Lo abbracciò.
Sapeva che ora il moro aveva bisogno di quello.
Si staccarono e Christian era in lacrime.

Avrebbe potuto far un discorso complesso.
Ricco di parole che per la maggior parte non sapeva nemmeno il significato.
Poteva ubriacarlo di metafore o similitudini, ma decise di dire solo una cosa:

<<Per me sei abbastanza, e se la gente non capisce che vali allora non ti meritano>>

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Il clima si era tranquillizzato.
Mattia ancora un po' titubava ma Christian ogni giorno gli dava un pre testo per fidarsi maggiormente.

L'unico problema era la scuola.
Ancora in quell'ambito non erano tranquilli, o per meglio dire, il moro non era tranquillo.
Aveva cercato più volte di parlare con il più piccolo, ma ogni volta che ci provava uno dei suoi "amici" lo disturbava portandolo via da quello che in poco tempo era diventata una persona davvero importante nella sua vita.

Mattia ci soffriva, avrebbe voluto vedere un Christian più coraggioso, ma tirava avanti e continuava a ripetersi in mente che per il suo amico fosse molto difficile.
Non poteva di punto in bianco cambiare radicalmente, e questo il biondo lo capiva, sperava solo che la cosa si velocizzasse, ma lo rincuorava il fatto di poterlo vivere fuori dalle mura di quella prigione.

Era un pomeriggio piovoso, Christian e Mattia erano in chiamata.
Mattia amava sentire la voce del moro, lo rilassava.
Il maggiore aveva la voce roca , estremamente sensuale ed elegante.
L'amava.

Era da un po' di giorni che ogni volta che si sfioravano o si parlavano Mattia si sentiva un vortice nello stomaco e si perdeva nei suoi pensieri e non sapeva nemmeno cosa gli prendesse.
Non voleva ammetterlo, ma la risposta c'è l'aveva eccome.

<<Frate, non puoi capire.. ieri mi ha scritto una ragazza, bellissima Matti davvero bella>>
Mattia sentì un leggero dolore al petto.
<<Oh... wow sono felice per te>> disse non troppo convinto.
<<Stai bene? Ti sento strano>> chiese Christian stranito.
<<Si sto bene ora devo andare ciao>> non lo fece nemmeno salutare che gli attaccò in faccia.

Aveva decisamente qualcosa che non andava.

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Angolo autrice

Ciao amici, come state? Spero bene, so che il capitolo è un po' corto, ma è più un capitolo introduttivo di quello che andrà a succedere via via che aggiornerò.
Mattia super sottone però gli vogliamo bene lo stesso.
Oggi è iniziata la scuola ed è andato tutto bene.
Domani ci cambieranno di già i banchi e sono finita accanto al mio ex, che mi piace ancora però tutto bene.
Pace e amore a tutti e buona scuola.💋
Ciaooo💜

-ire💕

La bellezza nell'essere diversi Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora