Capitolo V

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Sabato 25 Gennaio

Il risveglio dopo la sbornia era sempre stato traumatico.
Avevo una forte emicrania e mi veniva da vomitare.
Aprii gli occhi a malapena e sbuffai dal dolore.
Sentii qualcuno stringermi più forte a sé.
Ci vollero decine di secondi per ricordare effettivamente cosa fosse successo la sera prima.
Era Harry. Mi stava stringendo a sé.
Avevamo le gambe intrecciate. Un suo braccio era tra la mia spalla e il mio collo. L'altra invece teneva il mio busto. La sua coscia era appena sotto il mio inguine e l'altra era sopra la mia gamba.
Vedevo le sue dita stringermi con forza e avvicinarmi a lui. Strinsi la mano che teneva sul mio stomaco e chiusi nuovamente gli occhi.

Speravo non dovessimo mai alzarci. Volevo che il tempo si fermasse e che io potessi godere delle sue braccia per tutta la vita, senza paura che un giorno uno dei due potesse andare via.
Spostai il bacino indietro e lo sentii duro contro di me. Sì lamentò.
Mi strinse ancora più forte e avvicinò la sua eccitazione al mio sedere.
Continuai a strusciarmi su di lui e lui continuava a stringermi a sé.
Poi si svegliò. Lo capii dal suo respiro irregolare. Il suo fiato era sul mio collo.
Sentii le sue labbra baciarmi la giugulare e, subito dopo, la sua testa ricadde sul cuscino.

Non allontanò la sua eccitazione dal mio sedere, e io non avevo intenzione di rompere quel gioco.
La sua mano scivolò sul mio fianco e io mi mossi di nuovo su di lui.
Avrei voluto mi prendesse lì. In quell'istante e nelle stesse condizioni.
Avrei voluto sentirlo in me e, soprattutto, avrei voluto appartenergli.
Volevo baciarlo. Approfondire il contatto che mi aveva regalato il giorno prima e poi far sì che la sua bocca sapesse sempre della mia.

Avrei voluto essere suo per tutte le volte che non avevo potuto farlo.
Lo desideravo così tanto. Anche lui mi desiderava.
Più gli andavo contro più lui diventava duro. Era reattivo e io altrettanto.
-Louis- ansimò. Volevo farlo venire così.
Poi però mi fermai. Non volevo capisse io fossi sveglio.
Lo sentii mugulare di fastidio. Poi capii che si stava toccando dal modo in cui la sua mano sbatteva sul mio sedere.
L'avevo fatto impazzire di desiderio e adesso mi stava venendo addosso.
Avrei voluto guardarlo, ma se lo avessi fatto avrei rovinato tutto.
Venne tremando, stringendo il lenzuolo nella mano che teneva sotto il mio collo.
-Mi fai impazzire- mi accarezzò la guancia.
-Vorrei tu potessi realmente perdonarmi- mi baciò la guancia. Aveva ancora il fiatone.
Poi si alzò e si chiuse in bagno.
Sospirai non appena abbassai le mano e accarezzai la mia di eccitazione.

Io volevo lui sapesse cosa mi faceva.

Tornò dopo 10 minuti e io avevo già finito di toccarmi. Ero appiccicoso e avevo la necessità di andarmi a lavare. Volevo alzarmi, ma Harry si sdraiò come aveva fatto in precedenza e io non avevo il coraggio di muovermi.
Le sue braccia mi tenevano stretto a lui.
Aprii gli occhi e mi girai verso il suo viso, trovandolo tremendamente vicino.
-Buongiorno- sussurrai.
-Buongiorno- mi accarezzò la guancia e io avrei voluto allungare il collo e baciargli le labbra.
-Come hai dormito?- gli chiesi.
-Divinamente- arrossì appena e io sorrisi. Poggiò la sua fronte contro la mia e mi accarezzò il naso con il suo.

Poi la sua espressione mutò. Era come se non avesse più alcun motivo per essere felice.
-Ricordi cosa è successo ieri?- mi chiese.
Annuii con la testa.
-Andrai veramente via?- i suoi occhi si inumidirono e, sebbene nei giorni passati fosse stato un muro, adesso stava lasciando che io capissi ciò che provava.
-Harry io...- mi morsi il labbro e lui sbarrò gli occhi.
-Non farlo, Louis- sospirò -Mi hai detto che se ti avessi chiesto di restare allora tu lo avresti fatto- strinse il mio fianco nella sua mano e io mi avvicinai ancora di più al suo corpo.
-Per favore, resta- ma io scossi la testa.
-È l'unica possibilità che mi rimane per vivere una vita decente- ma lui continuava a guardarmi e io stavo scoppiando.
-Non voglio che tu pensi di non bastarmi- giocai con i suoi polpastrelli -È solo che questa è la mia unica possibilità- si avvicinò e sfiorò le mie labbra con le sue.
-Non riesco a lasciarti andare- ammise, per poi annullare qualsiasi distanza tra di noi.
Le nostre labbra si incontrarono e, dopo qualche secondo, anche le nostre lingue.
Il suo fiato era nella la mia bocca e io stavo morendo per tutte le sensazioni che mi stava regalando.

Mi aggrappai a lui e lui mi strinse a sé. Continuò a baciarmi e io gli mostrai quanto lo desiderassi.
Mi spostai sul suo bacino, in modo che il mio sedere potesse muoversi sulla sua eccitazione.
Era duro e non avevo nemmeno cominciato.
La sua mano si infilò sotto il maglione, arrivando ai capezzoli e indugiando su essi, godendosi i miei lamenti di piacere.
Iniziai a muovermi su di lui. Come se lo stessi cavalcando, come se tra noi non ci fossero vestiti o barriere.
Per la prima volta eravamo liberi di mostrarci ciò che avevamo sempre desiderato.
Con l'altra mano fece leva ai nostri corpi, facendo in modo che fossi disteso sotto di lui.
Ero succube del suo tocco, del suo fascino e del suo amore.
Mi tolse la felpa e poi si tolse la sua. Si abbassò su di me e mi leccò i capezzoli turgidi. Io gli strinsi il sedere tra le mani e ansimai forte.

-Resta- mi pregò -Che io non sono mai stato bravo a lasciarti andare- poi mi baciò come prima. Non c'era fretta o passione, c'erano parole, scuse, sentimenti, tutto racchiuso nelle nostre labbra e nella punta delle nostre lingue.
Infilò le mani dentro i miei pantaloni e toccò i boxer bagnati. Arrossii e lui mi guardò indispettito.
-L'hai fatto apposta!- rise mentre riprendeva a baciarmi e a regalarmi brividi.
Io risi e poi gli strinsi i capelli tra le dita.
Mi spogliò del tutto e poi fece lo stesso con sé.
Gli allacciai le gambe dietro la schiena e lui si mosse su di me.
Cazzo, lo volevo così tanto.
Appena avvicinò un dito nella mia entrata, mi guardò fisso negli occhi, cercando un dettaglio che gli imponesse di fermarsi. Ma non c'era nulla nel mio viso che non indicasse piacere.
Leccò e succhiò il suo dito, poi lo accostò alla mia intimità e scese, arrivando nel punto più nascosto e delicato che avevo.
Iniziò a penetrarmi con lentezza. Le sue dita mi preparavano a qualcosa che avevo sempre desiderato.
Non mi stava nemmeno baciando. Mi guardava e ammirava le mie espressioni mentre gemevo e sospiravo di piacere.
I suoi occhi brillavano e io riuscivo a specchiarmici dentro.

Quando al posto delle sue dita sentii la punta sospirai di gioia.
Era questo che avevo sempre voluto.
Era questo che desideravo.
Ma prima che potesse penetrarmi, qualcuno bussò alla porta.
-Louis, tesoro- era mia madre. Presi il lenzuolo e coprii me ed Harry.
-Mamma?- ero agitato e quel coglione ridacchiava. Volevo ucciderlo, ma prima volevo farci l'amore.
-Stai bene? Pensavo mi stessi chiamando- provò ad aprire la porta ma per fortuna era chiusa.
-Sì, ma vorrei dormire un altro po'. Mi fa male la testa- e mentre parlavo sentii Harry entrare in me. Mi morsi le labbra per trattenere un gemito.
-Va bene. Se vedi Harry digli che sua mamma lo cerca-
-Sì va bene- urlai. Poi sentii i suoi passi allontanarsi.
-Cazzo, ti odio- conficcai le unghia sulla sua schiena ed Harry rise sul mio collo.
-Appena finiamo devo chiamare mia madre- e si mosse in me.
Era tutto diverso da come lo ricordavo. Certo, il dolore c'era e anche tanto, ma era secondario. Il pensiero che era Harry quello che mi stava amando in modo così intimo mi rendeva impaziente di unirmi al suo piacere.

Si mosse piano e io gemetti ad alta voce. Mi mise una mano sulle labbra e sbarrò gli occhi.
-C'è tua mamma- sussurrò e poi mi baciò il collo mentre si spingeva più in profondità.
Chiusi gli occhi, inarcai la schiena e lasciai la testa cadere indietro, arrendevole al piacere che si stava espandendo in me.
Presto aumentò il ritmo. Harry si muoveva in me con prepotenza, così tanta che il letto faceva rumore e io rimbalzavo.
Ero sottomesso del tutto a lui. Lasciavo mi facesse ciò che desiderava e lui, invece, pensava al mio piacere prima del suo.
Era un'amante eccezionale, per questo quando venni, lui mi seguì a ruota. Perché non solo sapeva amare, ma sapeva farsi amare.

Si abbandonò su di me, incurante del mio seme che sporcava i nostri corpi.
Mi baciò il collo e respirò con affanno sopra di esso. Il suo respiro a contatto con il mio sudore mi mandava brividi in tutto il corpo, facendomi tremare ulteriormente.
-Sei così bello, Louis- mi disse all'orecchio, per poi mordermi il lobo.
-Resta in me- lo pregai prima che potesse spostarsi.
-Così ti fai male-
-Non fa niente. Non voglio che tutto questo duri così poco-
-Stai dicendo che vengo presto?- rise.
Gli diedi una gomitata e lui mi baciò il mento.
Gli accarezzai la schiena e mi mossi di nuovo contro di lui.

-Vuoi rifarlo?- mi chiese.
-Vorrei farlo per sempre- ammisi.

E in quel momento sentii l'anima sfuggirmi dal corpo, ma non ebbi paura. Sapevo dove stava andando, o meglio...dove stava tornando.
Stava tornando a casa.

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