Capitolo XXVI

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Venerdì 27 Febbraio

Quando Zayn tornò a casa, Louis era disteso sul divano, con un libro in mano e una matita dietro l'orecchio.
-Che leggi?- Louis sussultò quando sentì la sua voce.
-Una cosa- disse vago.
-Questo l'avevo capito- Zayn si avvicinò e gli strappò il libro dalle mani. Louis sbuffò.
-My policeman?- sorrise Zayn -Non ti facevo tipo da libri gay-
-Quindi lo conosci?-
-L'ho letto qualche anno fa. Libro deludente- Louis strinse i pugni e riprese il libro.
-Non ne capisci un cazzo- borbottò, poi riprese a leggere.

-No, davvero, da quanto leggi?- Louis alzò le spalle.
-Louis...-
-È di Harry- ammise.
Zayn annuì solamente col capo, poi andò in cucina e mise l'acqua sul fuoco per preparare due tazze di tè; sapeva che sarebbe servito a Louis.
Louis, nel mentre, continuava a leggere.
Era arrivato quasi alla fine del libro e, come sempre, poco prima di finirlo, lo ricominciava.
Pensava che terminarlo significasse vedere una parte di Harry sparire ancora di più, e non poteva permetterselo.

Quando Zayn arrivò con due tazze di tè, Louis si sedette, facendogli spazio.
Zayn gli porse la tazza verde e Louis sorrise.
Stavano in silenzio mentre soffiavano sul tè caldo.
-Louis- lo richiamò Zayn -Lo sai che io sono qui, per te- Louis continuò ad osservare la sua tazza di tè, trovando più interessante il colorito scuro che lo sguardo dell'amico.
-Louis?- ma l'altro alzò semplicemente le spalle.

-Vorrei solamente tu mi parlassi- disse Zayn -Che mi spiegassi come ti senti- poggiò una mano sulla sua coscia.
-Sto solamente aspettando- sussurrò.
-Aspettando?-
-Sì. Lo sto aspettando-
-Louis...- Zayn storse le labbra, colpito da quella speranza.
-So cosa mi stai per dire- lo interruppe -Harry non c'è più- bevve un sorso del suo tè, per poi alzare gli occhi e ricacciare indietro le lacrime.
-Ma se smettessi di sperare- sussurrò -Non saprei nemmeno come superare le giornate- tirò su col naso e storse le labbra per non far notare il tremolio del mento.

Zayn lo fissò e voleva solamente chiedergli di guardarlo.
Guardami Louis. Spiegami che ti succede. Se non lo fai, io non posso aiutarti.
-È come se il tempo si fosse fermato, Zee- la sua voce era rotta dal pianto -Da quando Harry non c'è più, non esistono giorni, non esiste tempo. Non esiste niente- posò la tazza per terra e si passò una mano sulle guance, asciugando le lacrime -Mi sento un disastro- singhiozzò -Non c'è più posto per me qui- si coprì il volto e pianse. Zayn si strinse a lui e lo abbracciò.
-Ci sono io con te- sussurrò l'amico, baciandogli la tempia.
-No, Zayn- sussurrò -Non ci sei-

E intanto, intorno a loro, la realtà di Louis iniziava a diventare vivida.
Non c'era niente che potesse salvarlo. Non voleva essere aiutato.
-Tu stai cercando solamente di recuperare i miei pezzi- disse -Ma non sono rotto!- allontanò Zayn da lui e portò le ginocchia al petto -Non sono rotto, Zayn. Sono solo triste- poggiò la guancia sul ginocchio e sospirò -Non ho bisogno di aiuto, eppure tutti vi ostinate a darmelo, senza capire che così mi sento solamente peggio- strinse gli occhi.
-Noi ti vogliamo bene- provò a dire l'amico.
-Lo so- sussurrò Louis -Ve ne voglio anch'io-

Sì aspettava continuasse la sua frase, invece si creò solamente un silenzio così denso che poteva essere tagliato. Un muro li stava dividendo, lasciando che Louis si nascondesse nelle sue paure e incertezze, perdendosi nel suo mondo dove Harry era ancora con lui, e non sarebbe mai andato via.
-Non voglio vederti sparire ogni giorno, Louis- la voce di Zayn tremava -Non potrei perdonarmi niente se ti succedesse qualcosa-
-È la mia vita, Zee. Sono io a decidere cosa devo i non devo fare-
-Quindi impasticcarti per te è okay?- sbottò il moro -Riempirti di sonniferi finché non crolli è normale? È questa la tua vita, Louis?- alzò appena la voce e Louis, senza andare oltre, si alzò e uscì di casa.

È questa la mia vita. È questo che mi merito.
Sono così inutile.
Sono disgustoso.
Harry mi odierebbe se mi vedesse in questo stato.
Faccio schifo.
Vorrei avessero preso me al suo posto, cazzo.
È questa la mia vita, e la odio, perché mi ha dato tutto e me l'ha tolto in troppo poco tempo.

E Louis, mentre fumava una sigaretta e andava da Harry, aveva deciso. L'avrebbe fatto.
Tornò a casa per prendere l'auto e andare a mare. Era arrivato il momento.
Dopo poche ore arrivò a destinazione. Gli occhi gli bruciavano a causa del pianto e del fumo, ma sapeva che era la scelta giusta.
Forse, se andassi io, lui potrebbe tornare.
Allora prese un respiro, strinse la felpa tra le mani e corse in mare.
Le onde erano alte, la corrente era forte. Sapeva che sarebbe successo. Ma non poteva finire in modo diverso.

E nel momento in cui allungò una gamba con la prospettiva di annegare, lasciarsi andare, un pensiero gli riempì i pensieri: era giusto così.
Il suo destino era stato scritto, la tela prevedeva che lui, che era sempre stato infelice, avrebbe scelto la libertà dell'amore.
E mentre le onde lo travolgevano, togliendogli il respiro e il contatto con il mondo reale, non ci fu momento in cui non pensò agli occhi verdi di Harry.
Pensava a ciò che aveva detto a Zayn e si ripeteva: ecco cosa succede quando si perde la speranza. Ecco cosa succede quando non hai più ragioni per vivere.

Un'onda più grande trascinò il suo corpo, passivo, sulla distesa azzurra. Le orecchie erano sepolte dall'acqua, il viso era rivolto verso il cielo e spesso finiva per essere immerso dalle onde, e anche quando perse conoscenza, non ci fu un solo momento in cui non vide Harry.
Solo Harry.
Non lui.
Harry.

You can let it go
Le onde cantavano per lui
You can through a party full of everyone you know
Il rumore della sabbia agitata dalle onde riempì le sue orecchie
You don't have to be sorry
For doing it all on your own

Non mi sento in colpa pensò Non ho più paura.

You don't have to go home

-Avanti, prenditi me e tutto ciò che ti ho rubato- disse allo stremo delle forze -Ma ti prego, riporta Harry da me- un'ultima onda lo travolse.
Louis Tomlison 24/12/1991

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