Capitolo VI

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Domenica 26 Gennaio

Il giorno successivo è stato...strano.
Harry era andato via all'ora di pranzo, il giorno prima, e io non sapevo neanche come dovevo salutarlo.
Avevamo fatto l'amore due volte, e sembrava ancora non bastarmi. Ma c'era una sorta di imbarazzo tra noi. Immagino che sia stato tutto avventato.
No, anzi ne ero certo.
Eravamo passati dal baciarci a fare l'amore. Solitamente ci volevano settimane per passare da uno all'altro, invece noi avevamo fatto tutto in una volta.
Avevo incasinato tutto. Se non avessi fatto qualcosa lo avrei perso.

Allora, con queste idee che si susseguivano nella mia testa, quella mattina mi vestii e corsi a casa di Harry.
A quanto pare lui era della stessa idea; infatti lo incontrai a metà strada.
-Lou- era stupito, ma anche felice. Lo capii dal modo in cui sorrise spontaneamente, non riuscendo nemmeno a nasconderlo.
-Haz- gli sorrisi a mia volta e ci avvicinammo. Bastarono tre passi.
Appena le nostre punte di toccarono, lui allargò le braccia e io mi ci buttai dentro.
Gli avvolsi il collo con le braccia e lui, invece, mi avvolse i fianchi e mi alzò da terra, facendo in modo che le mie gambe si incrociassero dietro la sua schiena.

Avevo immaginato un discorso, o almeno una litigata, invece era bastato un abbraccio. Niente parole o teatrini, solo le sue braccia.
Gli chiusi i capelli in un pugno e lui poggiò le sue labbra sotto il lobo dell'orecchio.
-Pensavo dovessimo parlare- gli dissi.
-Sei qui- mi strinse forte -Questo vale più di qualsiasi parola- mi allontanai dal suo collo solo per poter baciare le sue labbra, che erano ancora rosse e screpolate dal giorno prima.
Le catturai tra le mie e lui, pieno d'amore, schiuse le labbra e lasciò che il suo sapore dolce mi riempisse la bocca.
Non riuscii neanche a sfiorare la sua lingua che si staccò da me.

-Non vuoi...?- chiesi.
-Qui ci vedono tutti- e non sapevo neanche come reagire. Che voleva dire? Si vergognava di chi fosse? O forse, si vergognava di me?
Mi fece scendere e notai il suo sguardo triste.
-Non qui- mi spiegò -La gente è...cattiva, Louis- mi accarezzò la guancia ed io rimasi immobile.
-Non gli interessa a nessuno chi amiamo, Harry- le sue labbra si chiusero, formando una linea sottile.
-Louis, non qui- mi prese la mano -Non sono pronto- le braccia caddero molli, come se fossero fatte solo di carne.
-Non sei pronto?- mi sentivo una furia, ma lui era già pronto a placarmi.
-Sei il mio primo ragazzo- mio ragazzo -Devo ancora abituarmi- il mio ragazzo.

-Non c'è niente per cui tu debba essere abituato- lo guardai in un modo così triste che vidi il suo sguardo dispiacersi.
-Lo so- sussurrò. Allora feci l'ultima domanda.
-Harry- alzò gli occhi verso i miei e mi guardò con sicurezza -Sei sicuro di voler stare con me?- boccheggiò.
-Sì- disse infine -Sì, certo che voglio stare con te!- mi accarezzò il braccio e iniziò a giocare con il maglione un po' largo -È che ci sono cose che tu non sai, Lou- ammise -E io non riesco a non pensarci- allargò le gambe e mi misi tra loro -Non riesco a non avere paura- poi mi attirò al suo corpo e mi baciò la fronte.

E sebbene un bacio sulle labbra potesse essere gesto di passione, un bacio sulla fronte era gesto d'amore.
In quel momento capii che non si vergognava di me, nemmeno di chi fosse.
Capii semplicemente che, per quanto Harry Styles potesse sembrare forte,  aveva la costante paura che il mondo potesse portarmi via da lui. Di nuovo.
Gli strinsi i fianchi tra le dita e gli baciai il petto.
-Non me ne vado, Harry- gli promisi. Sapevo che aveva bisogno di questo.
Sapevo che aveva bisogno di me.

Andammo a casa sua.
-Mia mamma non c'è e Gemma è dal suo ragazzo- poi, davanti alla porta, si mise di fronte a me e si avvicinò al mio orecchio -e io ho tanta, tantissima voglia di te- mi morse il lobo e io espirai a fatica.
Aprì la porta e io gli misi le mani sul petto, spingendolo dentro e chiudendo con il piede.
-Oggi possiamo invertire i ruoli?- chiesi, ma lui continuava a baciarmi, incurante.
Sapevo fosse la sua prima volta, per questo glielo stavo proponendo. Era bello essere versatili in una coppia, e io non ero abituato a stare sotto.
-Come vuoi- mi disse tra un bacio e l'altro, ansimando non appena gli afferrai il sedere tra le mani e allargai le natiche tra loro.
-Ti piacerà- gli dissi -Tremerai come una foglia appena finiremo- lo poggiai contro il muro e lui mi circondò il fianco con una sua gamba. Era voglioso. Lo ero anche io.
Mi attaccai al suo petto e gli succhiai la pelle sotto la mascella, lasciando un segno violaceo che gli avrebbe ricordato la sua prima volta.
Mossi il bacino contro il suo e lui alzò ancora di più il collo. Volevo possederlo lì, in quel momento ma, nello stesso tempo, non volevo fargli male.

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