Capitolo XX

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Il giorno dopo

Durante la notte Louis aveva lasciato la casa per tornare in ospedale. Non gli importava di Gemma, né di sua madre o di Anne. Gli importava di Harry.
Quando il medico lo vide dormire sulla sedia, chiuso in posizione fetale, lo chiamò.
-Louis- lo scosse per la spalla e lui aprì gli occhi.
-Si è svegliato?- chiese, senza nemmeno credere alle parole che chiedeva.
Il medico scosse la testa. -Però puoi entrare e dormire con lui- Louis si alzò dalla sedia e andò nella camera di Harry.

Si sedette accanto a lui e gli accarezzò i capelli.
-Ciao amore- si sistemò in modo che fosse sdraiato vicino il suo corpo.
Il letto si abbassò sotto il suo peso, e sperava che Harry, com'era sempre successo, si girasse e avvolgesse la vita di Louis con un braccio.
Ma non accadde.
Allora fu Louis a farlo, avvolgendo i fianchi dal riccio con il braccio e baciandogli il collo.
-Dormo con te, così non hai paura- gli baciò di nuovo il collo.
-Dimmi che mi senti, Harry- la sua voce cominciò a incrinarsi -Dimmi che non mi lascerai- il suo corpo era pieno di fasce, e anche sotto le sue dita sentiva il tessuto ruvido. Non voleva neanche immaginare quanto dolore provasse, voleva solo si risvegliasse.
Voleva riaverlo vicino.
Voleva che gli dicesse di amarlo.

-Harry, non lasciarmi- singhiozzò.
Nel mentre Harry era sfinito. Il mare lo stava inghiottendo tra le onde, e lui non aveva più le forze di lottare.
-non lasciarmi- gli arrivò la voce ovattata, ma comunque aveva capito perfettamente cosa Louis gli stesse chiedendo.
Sospirò l'ultima poca aria che aveva nei polmoni.
E mentre Louis stava per riposare, il suo cuore smise di battere.
Le macchine suonarono in allarme, e Louis si alzò e lo guardò con gli occhi sbarrati.
I medici entrarono di corsa. Gli infermieri gli fecero il massaggio cardiaco, il medico continuò gli fece un'iniezione, e poi lo spostarono sul fianco sinistro.

-Harry!- Louis urlava e piangeva -Ti prego! No! Ti prego!- mise le mani tra i capelli e li tirò -Non lasciarmi, cazzo!- diede un pugno alla parete vicino, sentendo la pelle aprirsi e le ossa rompersi sotto la pressione.
Un attimo dopo i dottori erano spariti con la barella sulla quale c'era Harry.

30 minuti dopo

-Sta bene- disse il dottor Lumien.
-Cosa?- Louis non poteva crederci.
-Harry continua a lottare- ma c'era qualcosa che non stava dicendo, e Louis lo aveva capito.
-Ma...?-
-Ma non può farlo per sempre- disse il dottore -Harry è in uno stato di non ritorno. Prima o poi morirà, e se lei continua a chiedergli di restare...lui soffrirà ulteriormente, e lo stesso per te, Louis- il ragazzo tirò su col naso.
-Non posso lasciarlo andare- sussurrò.
-Lo so che è difficile- gli poggiò una mano sulla spalla, e Louis alzò lo sguardo verso il medico -Ma è l'unica possibilità che hai per farlo stare bene-
-Posso solamente pensarci?- chiuse le ginocchia tra le braccia, sentendo il senso di vomito aumentare.
-Certo- disse -Nel mentre devo darle questo- gli porse un diario. Era quel diario che Harry aveva in camera.
-Perché lo sta dando a me?- chiese il ragazzo.
-A inizio pagina c'è scritto che, in caso di incidenti, dovevi averlo tu- Louis prese il diario di pelle tra le mani e boccheggiò.
Era come se Harry sapesse sarebbe successo.
Era come se fosse sempre stato pronto all'eventualità di morire prima di Louis.

Nel momento in cui il medico andò via, Louis aprì il diario, e sapeva che, da quel momento, sarebbe stato ancora più difficile lasciarlo andare.

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