Capitolo VII

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Martedì 28 Gennaio

Harry era a casa di Niall da due giorni. Domenica, dopo cena, era scappato via per andare da lui. Volevo bene a Niall, ma in quel momento lo avrei ucciso. Perché tanto fretta di andare da lui?
Potevamo fare l'amore altre due volte, almeno, e lui aveva preferito andare dal biondino.

Perché questa cosa mi rendeva così irrequieto? Non ero mai stato geloso. Eppure immaginare Harry solo con Niall...
Stavo impazzendo.
Lo chiami quella sera.
-Pronto- la sua voce.
-Hazz, dove sei?- sentivo una risata in lontananza.
-Sono con Niall-
-Questo lo so, ma dove?-
-Sto tornando a casa- capii che aveva aumentato il passo dal modo in cui respirava -Ti voglio, Louis- ammise -È da domenica, da quando ho messo piede fuori casa, che ti penso e non riesco a non volerti- aveva la voce bassa e piena di desiderio.
-Ti voglio anche io- sorrisi -Allora ti aspetto da me. Mamma è andata a trovare Lottie a Londra, mancherà per qualche giorno- sospirò.
-È meglio che prima passi a casa. Devo cambiarmi- percepii la preoccupazione che si espandeva nella sua voce. Sapevo che non voleva Niall capisse ciò che eravamo.

-Va bene. Però, per favore, vieni- strinsi il cellulare tra le dita.
-Sto arrivando, sono quasi a casa- riattaccò il cellulare e sospirai. Non aveva detto nulla di grave, è solo che...speravo di essere io la sua casa.
Lo aspettai tutta la notte, ma non venne a trovarmi.
Riluttante, andai a dormire. Anche quando spensi la luce speravo lui stesse per bussare alla porta. Ma non arrivò.
Non lo chiamai, e lui non lo fece nemmeno.

Mi misi sotto le coperte e mi rannicchiai in posizione fetale, affondai la testa nel cuscino e piansi.
Piansi così tanto da addormentarmi per la stanchezza.
Perché non gli bastavo? Perché non potevo essere abbastanza per lui?
Sentii il letto spronare vicino a me. Aprii gli occhi di scatto e urlai.
Una mano mi coprì la bocca.
-Shhhh, sono io- se ne usciva così? E poi, com'era entrato?

-Harry ma che cazzo ci fai qua!?- poi guardai verso la finestra e notai che era già mattina. Ero così deluso.
Così triste.
-Scusami per ieri io...-
-Non dire niente- lo fermai -Non avrebbe senso- ma lui mi prese le mani.
-Louis, davvero. Volevo venire ma Niall è rimasto da me fino a tardi e non sapevo se eri sveglio...-
-Potevi chiamarmi- non alzai la voce, ma la mia rabbia traspariva perfettamente.
-Lo so, mi dispiace- sciolsi le nostre mani e scossi la testa.
-Ti dispiace sempre- sussurrai.
-Come?-
-Mi avevi detto che saresti venuto- sentivo gli occhi gonfi e mi bruciavano gli zigomi.
-E sono qui-
-Sei qui, ma sei arrivato tardi- mi alzai e gli puntai un dito contro -Arrivi sempre tardi- mi guardò dal basso, con i suoi occhi da cerbiatto e quella sua espressione innocente.

-Louis che dovevo fare? Non potevo dire a Niall di andarsene!-
-Certo che potevi!- le mie labbra si abbassarono involontariamente e sentii il corpo tremare -Ma ti vergogni di me- sospirai.
-Ti vergogni del fatto che tu sia gay-
-Non sono gay-
-Esatto. Non lo sei eppure fai sesso con un ragazzo- alla parola sesso lui abbassò la testa. Non usavo mai quella parola per noi, ma in quel momento era la più azzeccata.

Sussurrò qualcosa che io non afferrai al volo.
-Cosa?- rimase in silenzio.
-Fanculo, Harry- dissi -Pensavo ti interessasse qualcosa di me- strinsi il ponte del naso tra le dita e chiusi gli occhi.
Sì alzò e mi strinse tra le braccia.
-Non mandarmi via- mi pregò. La sua voce era bassa, e tremava mentre mi stringeva.
Lo strinsi a mia volta.
-Non mi vergogno di te, lo giuro- mi baciò la fronte e sentii le sue lacrime sulle guance -Tu sei la cosa più bella che abbia mai avuto- singhiozzò -E senza di te non sarei niente-
Si aggrappò alle mie spalle.
-Non ti sto mandando via- sussurrai -Ma, Harry, io non voglio essere un segreto-

-Lo so-
-Ma non stai facendo nulla per rimediare-
-Mi dispiace- scossi la testa.
-Se ti dispiacesse faresti qualcosa per rimediare- poggiai il mento sulla sua spalla.
-Rimedierò. Non saremo così per molto...voglio solo...devo...- ma non continuò la frase, e io non avevo le forze per continuare.

-Possiamo dormire un po'?- proposi -Sono stanco- mi prese il braccio e mi portò a letto, facendomi distendere e poi mi coprì con le coperte e il suo corpo.
Mi abbracciò per la vita e io mi posizionai sul fianco, tenendo i nostri visi vicini.
Poggiai una mano sui suoi occhi e glieli chiusi.
-Dormi, amore- gli baciai le labbra.
Mi sorrise, sempre con gli occhi chiusi, e sospirò.
Sapevo sarebbe stato difficile, ma questo superava le mie aspettative.

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