Capitolo XII

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Sabato 27 Febbraio

Eravamo ad Harvard da una settimana. Io e Zayn ci eravamo già iscritti in tutti i corsi che ci interessavano, ed ogni sera andavamo ad una festa diversa.
Bevevo sempre fino allo sfinimento. Ogni notte vomitavo. Ogni giorno evitavo il cibo.
Ero in uno stato di non ritorno.
Bevevo sperando che l'alcol potesse uccidere qualcosa che era dentro di me, e che mi impediva persino di respirare, a volte.
Lì avevamo fatto amicizia con diversi ragazzi, tra cui Liam. Zayn lo adora, e anche io.

Questa sera andremo alla festa di Ed, un ragazzo del college. Era simpatico. Con i suoi capelli rossi e gli occhi blu, riusciva sempre a strappare un sorriso a chiunque.
Cantava, anche. Era bravo.
Dovevamo raggiungere la 23esima strada, quattro isolati più avanti della nostra abitazione.
Ci andammo a piedi. Sia io che Zayn tenevamo stretta tra le labbra una sigaretta, aspirando e rimanendo in silenzio, chiusi nei nostri cappotti.

Indossavamo un paio di skinny e una camicia sbottonata per i primi 3 bottoni.
-Ci sarà Liam?- chiesi. Annuì.
Arrivammo davanti la casa e capimmo entrambi di essere in ritardo.
Era una grandissima Villa, con un giardino abbastanza grande da contenere una piscina.
Alcune persone erano stese fuori, mentre vomitavano anche l'anima. Altre si baciavano. Altre ancora piangevano.
Io e Zayn suonammo e Ed ci aprì la porta.
-Finalmente- disse entusiasta -Pensavo ve ne foste dimenticati!-
-Dimenticati? Noi?- rise Zayn mentre entravamo in casa.
C'era un'aria pesante. La casa era una cappa di fumo e la musica era assordante.

Ci accompagnò direttamente in cucina e ci porse dei bicchieri con dell'amaro.
-Avanti, dovete recuperare il tempo perso- disse, intimandoci a bere. Io e Zayn brindammo e poi finimmo i nostri drink in un sorso.
Continuando a bere finché non sentii la testa girarmi e la vista era offuscata.

-Andiamo a ballare!- Zayn mi prese per un braccio e mi buttò tra la folla. Mi stringeva le braccia e le muoveva a tempo di musica, cercando di farmi divertire.
Ma a me mancava.
Mi mancava tutto.
Sentivo parti del corpo non appartenermi mentre ripensavo ai suoi baci sulla schiena. Mi sentivo inutile, cattivo, fuori luogo.
Aveva detto di amarmi, e io ero lì.
Mi fece fare una giravolta, poi un'altra e un'altra ancora.
-Voglio fumare- gli urlai in modo che mi sentisse. Mi lasciò andare e io uscii, barcollante, dalla casa.

Arrivai in giardino a malapena. Mi poggiai sul muretto e presi una sigaretta.
Girai la manopolina dell'accendino, ma non funzionava. Riprovai, ma niente. Riprovai di nuovo. Riprovai tantissime volte, finché non lo lanciai contro il muro e lo ruppi.
Mi abbandonai con le spalle contro il muro, scivolando finché non toccai con il sedere per terra.
Avevo la sigaretta spenta stretta tra le labbra e le mani tra i capelli.

-Lou- mi richiamò Zayn -Avanti, alzati- si abbassò sulla ginocchia e si tenne al muro dietro di me.
Rimasi in silenzio e nella stessa posizione.
-Louis, andiamo- poggiò una mano sulla mia spalla -Vuoi che ti accompagni a casa?-
-Vai a divertirti, Zee- dissi rantolando alla fine. Stavo per vomitare.
-Guardati, siamo qui da poco più di mezz'ora e già stai male- mi stava rimproverando -Come puoi farti questo?- mi prese per l'avambraccio e mi aiutò ad alzarmi. Rantolai nuovamente.
-Vuoi andare a casa?- mi chiese di nuovo.

-A casa?- ripetetti confuso.
-Sì, Lou. Casa- poggiò una mano tra il collo e la spalla e rabbrividii.
-Io non ho una casa- mi guardò confuso, ridendo appena.
-Abitiamo letteralmente insieme- mi disse. Abbassai gli occhi.
-Voglio tornare a casa- mi sorrise, ma io non ricambiai.
Mi accompagnò all'appartamento.
-Questo è un appartamento- sussurrai.
-Qui è dove abitiamo-
-Ma non è la mia casa- lo guardai e scossi il capo -Questo non significa casa-
-Lou ma che dici!?-
-Non mi sento al sicuro qui!- mi allontanai di scatto da lui e camminai lungo il viale. Mi bloccò per un braccio.
-Louis dove cazzo vai!- mi urlò contro, tirandomi verso di sé.
-A casa- sussurrai -Sto tornando a casa-
-Casa nostra è lì-
-Ma lì non c'è lui!- gli urlai -Lì sarò di nuovo solo. E io non posso vivere senza di lui!- mi prese per le spalle e mi scosse.
-Louis, Harry non è qui perché non ti ama!- mi guardò negli occhi.
-Non è vero- bofonchiai -Mi ama, me l'ha detto- poggiai le mani sulle sue braccia e sentii la forza mancarmi.
-Mentiva-
-Mi ama- iniziai a piangere, abbandonandomi per terra e sentendo mancare il respiro -Me l'ha giurato-
-Proprio come ha giurato di restare?-
-Quello l'ho giurato io!- poggiai le mani sulla cosce, poggiai il sedere sui miei talloni.
-Ma sono andato via- sussurrai -L'ho trattato male-
-Hai scelto per una volta te stesso-
-L'ho ferito. Lo amo e l'ho ferito-
-Louis andiamo dentro- mi pregò Zayn -Stai congelando! Hai pure lasciato il cappotto da Ed- provò a tirarmi su ma io mi divincolai.
-Lasciami qui, Zee- lo pregai -Non capisci? Che senso ha continuare a vivere se non posso essere felice!- sentii le lacrime bagnarmi le guance e raffreddandomi ancora di più il viso.
-Tu puoi essere felice, ma non con lui- provò nuovamente a rialzarmi, invano.

-Allora non voglio nemmeno più lottare- sussurrai.
-Louis, fallo per me- mi pregò.
-Voglio che tutto questo finisca- chiusi le braccia sullo stomaco e mi abbassai ancora di più, piegandosi su me stesso -Voglio che questo dolore smetta di essere sempre presente nella mi vita!- singhiozzai.
-Ti prometto che andrà meglio- mi prese tra le braccia e mi caricò sulle spalle.
-Voglio morire, Zee- lo pregai -Voglio morire e voglio che tu me lo lasci fare- sentii la porta sbattere. Mi adagiò sul divano e mi coprì con una coperta.
-Dormi, Louis- mi baciò i capelli -Hai bisogno di riposarti. Non sai quello che dici-
Perché voleva convincersi in questo modo?
Sapevo cosa stavo dicendo. Sapevo che lo volevo.

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