Capitolo XVIII

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Mercoledì 2 Aprile

Era andato a fare una partita con gli amici. Ero emozionato all'idea che Harry avesse ancora voglia di giocare.
Lo accompagnai al campo, ma io non giocai.
-Mi prometti di aspettarmi- disse, baciandomi
-Certo che ti aspetto- mi baciò di nuovo.
Poi ancora una volta. E di nuovo.
-Harry, aspettano te- mi baciò.
-Sì, vado- un altro bacio, poi fece per andarsene, ma tornò indietro. Poggiai una mano sul suo petto.
-Vai, idiota- gli sorrisi e lui corse verso i suoi compagni.
Vederlo giocare era stato emozionante.
Harry era ancora più bravo di quanto ricordassi. Il dribbling, la velocità, la furbizia, aveva tutto ciò che nel calcio si doveva avere per essere un fenomeno.

Zayn volteggiava intorno a lui, con la voglia di prendergli la palla, ma Harry era più veloce, e lo superava con un semplice passo.
-Forza Hazz- urlava Niall dagli spalti.
-Ehi biondino- gli diedi una gomitata -Dovremmo giocare anche noi, non credi- lui rise.
-Louis, sai che faccio schifo a calcio-
-Beh, io dovrei giocare! Darei filo da torcere a tutti- mi guardò e increspò le labbra.
-Non ad Harry- disse.
-Pure ad Harry-
-Oh, andiamo- si alzò e mi guardò -Harry non gioca nel Manchester solo perché non ha accettato la proposta del Coach- sgranai gli occhi.
-Quale proposta?-
-Il coach Abrams ha chiesto di lui la scorsa settimana. Gli ha inviato una lettera-
-Una lettera?- iniziai a sudare freddo. Le mani mi tremavano e Niall iniziava a notare il mio nervosismo.

-Louis, tutto bene? Mi sembri scosso-
-Sì- mi schiarii la voce -sì tutto bene. Non sapevo della proposta- puntai lo sguardo su Harry e, mentre correva, lo immaginai di nuovo piccolo. Mi ricordai i suoi capelli scompigliati, tenuti insieme da una fascetta.
Da piccoli eravamo sempre insieme. Sempre.
Poi mi lasciò andare.
-Vado in bagno- sentii gli occhi pizzicare e mi alzai di scatto. Non andai in bagno, ma imboccai la strada che mi portava a casa.

-Louis!- sentii la sua voce a metri di distanza. Mi fermai e ascoltai i suoi passi rumorosi (colpa delle scarpe da calcio) raggiungermi.
-Dove vai?- continuai a stare girato di schiena.
-A casa-
-Ma stavo giocando. Avevi promesso saresti rimasto- poggiò una mano sulla mia spalla e io crollai sotto il peso di ogni evento.
-Hai ricevuto di nuovo una sua lettera?- sussurrai. La sua presa lasciò la mia spalla e balbettò.
-Io...sì. Sì- ammise.
-Avevi detto che era morto in un incidente- strinsi i pugni.
-Io...-
-Continui a mentirmi, Harry- una lacrima mi bagnò il volto, e mi girai verso di lui -Dopo tutto quello che abbiamo fatto. Dopo che abbiamo combattuto per costruire questo- ci indicai -Tu continui a mentirmi?- mi morsi il labbro e lui tremò.
-Non volevo ti mettessi nei guai per colpa mia- ammise.
-Se tu mi avessi chiesto di non fare nulla, io non mi sarei mosso- incrociai le braccia al petto.
-Penso tu debba tornare a casa. A Doncaster- specificai.
-No. No, Louis- scosse la testa e mi prese le mani tra le sue. Io, passivo, lasciavo facesse ciò che desiderava.
-Mi dispiace. Non mandarmi via- mi baciò le nocche ma io rimasi impenetrabile.
-Non posso permetterti di restare-
-Non lasciarmi- iniziò a piangere e io alzai il mento, evitando di guardarlo.

-Non riesco nemmeno a capire con chi io stia- sussurrai -Non so nemmeno chi sei tu. Non so nemmeno chi sono io con te- si inginocchiò sull'asfalto e strinse i miei fianchi tra le braccia.
-Sono Harry, Lou. Sono Harry, e non posso lasciarti andare- singhiozzava e io stavo morendo dentro.
Posai una mano tra i suoi capelli e li accarezzai.
-Mi dispiace- dissi -Ma devi farlo-
-No- singhiozzò.
-Se mi ami...-
-No, Louis. Ti prego-
-Se mi ami- ripresi -Allora devi farlo- mi baciò il basso addome e sentii le sue lacrime bagnarmi la felpa.
-Non ci riesco- singhiozzò.
-Ma se mi ami devi farlo- sussurrai -Mi ami, Harry?- lo guardai e lui guardò me.
Sì alzò e mi prese il viso tra le mani, poggiando le sue labbra sulle mie.

-Ti amo. Sì, ti amo- disse tra un singhiozzò è un altro, alternando baci gentili sulle mie labbra.
-Allora dimmi addio- mi aggrappai alla sua felpa.
-No- scosse la testa -Ti prego-
-Fallo- accarezzai il suo naso con il mio.
-Ti amo. Ti prego-
-Dimmi addio, Harry- lasciai la presa e mi allontanai da lui.
-No- sussurrò di nuovo.
Feci un ulteriore passo indietro, non rendendomi conto che lì iniziasse la strada.

Poi fu tutto troppo veloce. Non saprei spiegare nemmeno quando ebbe inizio.
Ricordo solo che quella macchina correva, Harry urlava, e io rimasi immobile.
Dimmi addio.
Pensai mentre cadevo rovinosamente sul cemento, sentendo le ossa flettersi sotto l'urto.

Adesso dimmelo.
Un clacson riempì le strada di un rumore assordante. Nel momento in cui il traffico si creò, capii di essere illeso.
Dimmi addio.
Alzai la testa e guardai verso la lunga coda.
Ero illeso.
Ero solo.
Ti amo. Ti prego

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