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Conteggio parole: 1928
Canzone per il capitolo: Grey area- Grey ft Sofia Carson

Vivienne mi lanciò un'occhiata, come se cercasse delle risposte sul mio volto. Tolse il vivavoce, impedendomi di sentire cosa diceva suo padre dall'altro lato. Si mise in piedi, dandomi le spalle quanto le permetteva la gondola per evitare che si capovolgesse. 

<<Di nuovo con questa storia? Quando ti ho detto che non dovevi chiamarmi, ero seria. Se avessi voluto parlare con te, posso assicurarti che l'avrei reso più facile per entrambi>>, disse. Il padre dovette rispondere, poiché rimase in silenzio per alcuni minuti. Mordendomi il labbro inferiore, cercai in tutti i modi di evitare di ascoltare la loro conversazione poiché dopotutto erano affari di famiglia ed era evidente che non voleva partecipassi. Dovevo farmi gli affari miei. 

<<Sarebbe stupendo se per una volta mi ascoltassi. Perciò, lascia che ti ponga una domanda ipotetica: se un partner ti tradisse improvvisamente, ci lavoreresti di nuovo?>>, borbottò. Come se fosse in grado di controllare il tempo, il cielo si scurì, quasi a minacciare un'improvvisa tempesta. 

<<Esatto, come credevo. Perdi questo numero>>, sbottò, allontanando il telefono dall'orecchio. Dall'altro capo, sentii suo padre chiederle di attendere, ma lei aveva terminato la loro conversazione e perciò attaccò prima di sentire altro. A quel punto, si passò una mano tra i capelli con fare stressato e così, chiese al gondoliere di riportarci sulla terra ferma. Rimase in piedi per tutta la durata del tragitto, evitando di guardarmi e rimanendo con le spalle tese. Sembrò una statua: un Bernini, dato che mi parve di vedere la stessa illusione di pelle morbida e malleabile che creava con il marmo.

<<Mi dispiace che il nostro appuntamento sia finito improvvisamente, ma dobbiamo andare>>, mormorò. Ebbi la sensazione di poter toccare con mano la rabbia che mostrava la sua voce. 

<<Conoscendo mio padre e la sua impossibilità di rispettare le decisioni altrui, temo che proverà a sorprendermi con una visita di persona>>, e questa fu l'ultima cosa che disse per tutta la durata del viaggio. Giunte a destinazione, scese per prima dalla gondola, voltandosi verso di me e consentendomi di vedere che un po' di quella rabbia era svanita. Mi porse la mano.

<<Fai attenzione, partner>>, disse con gentilezza. Scesi dalla gondola, intrecciando le dita delle nostre mani. Mentre il gondoliere si allontanava nuovamente, nessuna delle due sembrò avere intenzione di muoversi. Dopotutto, tra di noi c'era ancora molto da dire, da scoprire e imparare.

<<Natalie, odio che questo imprevisto stia avvenendo proprio ora>>, mi rivelò.

<<Posso fare qualcosa?>>, chiesi con preoccupazione. 

<<No, ma grazie per aver domandato>>.

<<Voglio prendermi cura di te, Vivienne>>, ammisi, tracciando il dorso della sua mano con il pollice. Sorrise.

<<Meriti una spiegazione>>, sussurrò.

<<La giornata è già stata abbastanza emotiva per entrambe, non c'è bisogno che mi racconti tutto adesso>>, la rassicurai. In un primo momento, temetti di star guardando una lacrima, poi mi resi conto che si trattava di una goccia di pioggia che si era posata sul suo volto. Sussultò, alzando lo sguardo verso il cielo. 

<<Va bene. Ma voglio evidenziare che, per quanto alcuni miei nemici siano pericolosi, mio padre non è tra di essi>>, disse, emettendo un verso infastidito quando altra pioggia continuò a scendere su di noi. <<E' solo egocentrico, non conosce il rispetto e crede che io sia incapace di compiere decisioni per conto mio>>, continuò, stringendo le sopracciglia. Dal modo in cui la pioggia sembrò peggiorare, ebbi davvero il timore che potesse controllare il meteo, poiché la rabbia che vedevo impressa nei suoi occhi sembrava venire fuori in maniera coordinata con l'acqua rilasciata dalle nuvole. 

Queen of thieves (libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora