1x03

569 30 1
                                    

Conteggio parole: 2694
Canzone per il capitolo: Closer- Nuages

Provai ad allontanarmi dalla sua presa, solo per rendermi conto che mi teneva più stretta del dovuto. Nei suoi occhi non sembrava esserci rabbia, solo preoccupazione. 

<<Non avevo intenzione di toccarla...>>, mormorai. <<Lo spero, altrimenti avresti fatto una brutta fine>>, mi interruppe. Abbassai lo sguardo, rendendomi conto che Vivienne indossava solo l'intimo ed era così vicina a me che riuscivo a sentire il calore del suo corpo. Mi chiesi se poteva sentire il battito irregolare del mio cuore come io potevo sentire il suo.

<<Quello è un abro>>, disse. Ecco perché era così familiare. Mi avevano attirato subito i grappoli rossi, così piccoli e rotondi da sembrare delle minuscole gemme. Ma proprio in quel momento, deglutii nervosamente comprendendo cosa stava per succedere.

<<Sono molto velenosi>>, dissi. Un semplice taglio da uno dei grappoli sarebbe potuto essere mortale. Vivienne lanciò un'occhiata alla pianta, poi ritornò a guardare me e strinse le labbra in una linea sottile.

<<Come li conosci?>>.

<<Li abbiamo usati per alcune lezioni>>, dissi. Mi ero divertita molto in quel semestre, anche se avevo sempre preferito dipingere le persone più che gli oggetti inanimati. <<Ora che ci penso, è strano che li abbiamo usati in classe>>.

<<E perché non avreste dovuto? Sono stupendi e se sai come occupartene, non ti faranno nemmeno del male>>, commentò con un'alzata di spalle. <<Come gli Oleandri. Sono pericolosi, ma bellissimi, perciò li mettiamo nei nostri giardini>>. 

Non sapendo come rispondere, mi  presi il mio tempo per guardarla. Ogni sua singola curva era così morbida e pallida. Vivienne era ancora vicina a me, il suo calore quasi troppo da sopportare e, anche in quel momento della nostra conversazione, continuò a tenermi stretto il polso come a volermi impedire di camminare di nuovo verso la pianta. 

<<Non ho intenzione di toccarla>>, sussurrai, indicando il mio polso con un movimento del mento. Mi lasciò andare quasi subito. Passai la mano contro la mia pelle, non perché facesse male quanto perché provavo a calmare il formicolio che aveva risvegliato il suo tocco. Immaginai che in quel momento, si sarebbe andata a vestire. Invece, continuò a rimanere dov'era; orgogliosa di se stessa e della sua figura e continuò a chiacchierare con me con noncuranza. Chiuse gli occhi, posando la fronte contro la mano. 

<<Ricapitoliamo. Non vuoi avvelenarmi e hai bisogno del mio aiuto>>, mormorai, sentendomi stranamente nervosa perché una dea scesa in terra era ancora mezza nuda davanti a me.

<<No, cioè...sì vogliamo il tuo aiuto e no nessuno proverà ad avvelenarti>>, si affrettò a dire. Si voltò per camminare verso l'armadio, ovviamente per iniziare a vestirsi. Finalmente, aggiungerei. Mi voltai, perché anche se avevo già visto tutto, mi sembrò la cosa più gentile da fare. Ascoltai attentamente ogni minimo rumore, ma Vivienne era silenziosa anche in quel contesto e quando dopo interminabili minuti mi voltai verso di lei, mi resi conto che era già vestita e i suoi occhi mi osservavano divertiti. 

<<Sei proprio una brava ragazza>>, sussurrò, stuzzicandomi. Arrossii furiosamente, distogliendo l'attenzione. <<La renderò la mia missione personale provare a cambiarlo>>, aggiunse. 

<<Tipo, lezioni di crimine?>>, chiesi, provando a tornare in territorio sicuro.

<<Sì>>, rispose in maniera seria e decisa. <<Le cose che conosco mi sono state insegnate, perciò immagino di poter fare la stessa cosa>>, aggiunse. 

Queen of thieves (libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora