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Conteggio parole: 1892
Canzone per il capitolo: Closer- Nick Jonas

I pezzi del puzzle si unirono in quel momento: quella era la donna che avremmo derubato. Anche se aveva catturato la mia attenzione, adesso che sapevo chi era, mi presi ancora più tempo per poterla guardare meglio. Il vestito azzurro che indossava metteva in risalto la sua pelle pallida ed era abbinato perfettamente con i suoi occhi dello stesso colore. Dei piccoli richiami oro abbellivano le maniche e il colletto, complimentando i suoi capelli rossi. Qualcosa nell'ordine della sua acconciatura mi lasciò comprendere che non l'aveva fatta da sola; qualcuno le sistemava i capelli. 

<<Somiglia davvero ad una principessa>>, sussurrai, rendendomi conto che fino a quel momento avevo ignorato Vivienne. 

<<E' solo ricca. E' facile fingersi perfetti e irraggiungibili se hai denaro>>, mormorò Vivienne quasi con disprezzo. Mi voltai verso di lei, notando il modo in cui stringeva le sopracciglia e la sua espressione disgustata. Avrei tanto voluto chiederle cosa c'era dietro tutto quell'odio, ma lei mi prese per mano prima che potessi aprire bocca, conducendomi verso il tavolo. 

<<Salve, mademoiselle du Bellay?>>, disse la donna, porgendo la mano alla sconosciuta in quel modo disinteressato; come se avesse di meglio da fare che stare lì con lei. Come se gli altri dovessero meritare di attirare la sua attenzione. <<Mi dispiace averla fatta attendere>>, continuò, sedendosi e portandomi a fare lo stesso. <<Coordinerò io l'evento. Si senta libera di chiamarmi Diana. Abbiamo parlato a telefono?>>. 

<<E' un piacere conoscerla di persona>>, disse la donna. Essere esposta alla lingua in quel breve periodo mi aveva concesso di rinfrescarmi la memoria, inoltre Remy si era offerto di aiutarmi con il minimo indispensabile per poter portare avanti almeno una conversazione. In quel momento, apprezzai molto il tempo passato con lui perché mi consentiva di non essere lasciata completamente fuori.

<<Ammiro il suo lavoro da quando ha organizzato il compleanno di Harry in una sola settimana>>, aggiunse dopo alcuni secondi.

<<Spero che non le dispiaccia se ho portato la mia assistente?>>, chiese Vivienne, indicandomi con un cenno della mano. <<E' indispensabile per il mio lavoro, e...>>, si prese una pausa, sporgendosi in avanti come a volermi separare da lei e l'altra. <<che rimanga tra noi, non so cosa farei se non ci fosse>>, terminò poi. Non ci fu bisogno di fingere, poiché il rossore sulle mie guance nacque in maniera naturale. Sicuramente, questo era il suo obiettivo. 

<<E' molto facile lavorare bene quando hai accanto una persona come...Diana>>, dissi, utilizzando il nome corretto. Temetti di ricevere irritazione da parte di Vivienne che, nemmeno venti minuti prima, mi aveva detto di fare silenzio, ma invece con la mia genuinità, la nostra storia sembrò diventare persino più reale. Celine, infatti, rilassò le spalle e una scintilla d'orgoglio brillò negli occhi della mia mentore. In risposta, la sua mano strinse leggermente la mia gamba. 

<<Vorrei ringraziarla per aver trovato il tempo di parlare con me nonostante tutti i suoi impegni>>, disse Celine. <<La sua discrezione sarà molto apprezzata per questo lavoro>>. Ricordando che ero effettivamente la sua assistente, immaginai che avrei dovuto fare qualcosa di più che semplicemente sedermi e guardare con gli occhi spalancati. Fortunatamente per me, nella borsa portavo sempre un quaderno in cui ero solita disegnare, perciò decisi di prenderlo per dare l'impressione che segnavo dei dettagli della loro conversazione di tanto in tanto. 

<<Porta un fardello davvero pesante. Sono poche le persone che possono dire di stringere tra le mani un pezzo di storia>>, affermò Vivienne. 

Queen of thieves (libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora