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Conteggio parole: 1818
Canzone per il capitolo: Follow you- Imagine Dragons

Primo giorno: affondare il volto contro il cuscino di Vivienne per poterne sentire l'odore. 
Secondo giorno: trovare la forza di alzarmi da quel letto per darmi una sistemata.
Terzo giorno: provare a ragionare, entrando nella sua mente contorta. Forse credeva di starmi facendo un favore. Era cresciuta nel mondo dei criminali, perciò aveva avuto più tempo di me per scoprirne gli aspetti negativi. Forse voleva evitare che soffrissi o che perdessi me stessa. Quindi, forse, aveva avuto dei buoni motivi per avermi lasciata, ma aveva sicuramente sbagliato metodo. E mi aveva parlato di scelte solo per togliermi dalle mani la possibilità di scegliere.
Quarto giorno: lasciare che la rabbia mi dominasse, almeno per la prima parte della mattinata. 
Nel pomeriggio, sedevo sulla finestra e passavo le mani sul mio nuovo pigiama. Era la prima cosa che avevo rubato da sola, senza l'aiuto di nessuno. Alla stessa maniera, con un po' di impegno, avevo ritrovato la strada per entrare nell'Underbelly. Mentre mi vestivo per potermici recare, non potetti evitare di pensare a Vivienne, al nostro giretto sotterraneo e alle sensazioni che ancora invadevano il mio corpo al ricordo della sua mano stretta nella mia; la vicinanza del suo corpo e il suo profumo. Mi chiedetti se pensava a me o se provava un minimo di rimpianto per quello che era accaduto ed anche se le mie azioni future non dipendevano da lei, avremmo definitivamente dovuto avere una seria conversazione quando li avrei ritrovati. Perché non avevo intenzione di mollare finché non mi sarei riunita ai Poppy.

Parigi era calda e colma di persone mentre camminavo per le strade ed erano tutti così presi dal loro mondo che non mi videro sparire prima nelle ombre, poi nell'Underbelly. Appena scese le scale a chioccia, il buio del luogo mi fece sentire claustrofobica. Per i primi minuti, temetti che qualcuno avrebbe potuto indicarmi per urlare: "hey, questo non è il suo posto!" Ma erano le mie paranoie a parlare, poiché a malapena sembrarono notarmi.

<<Bene, bene, ecco la nuova fiamma di Vivienne>>, esclamò la voce familiare di Ariana. Frugò tra alcune delle sue cose, cacciando una fialetta contenente quelli che credevo essere chicchi di caffè. <<Devi recuperare l'energia...>>, si fermò, mostrandomi poi un tubetto di rossetto. <<...oppure è terminata la sua scorta?>>.

<<No, non ne ha bisogno. Ma, teoricamente, se ne avessi bisogno, potrei comprarlo da te?>>, domandai, ignorando la bile che minacciò di salirmi in gola al ricordo di quel rossetto. 

<<No. Lo preparo solo per Vivienne>>, disse con un tono deciso, ma senza sembrare scortese.

<<Immagino sia il motivo per cui lei ne è immune>>, mormorai tra me e me.

<<Esatto. Lei e Niko sono fatti della stessa pasta: due folli. Vivienne potrebbe mangiare l'intero tubetto e nel peggiore dei casi avrebbe solo un brutto mal di testa>>, rispose sorridendo. Poi, abbassò il tono della voce in maniera cospiratoria, sporgendosi in avanti. <<Non darle ascolto se dovesse chiederti di provarlo, le tossine scivolerebbero passivamente nella tua pelle e, nonostante sia una dose molto bassa, potrebbe fare seri danni se non hai sviluppato un'immunità>>. Troppo tardi, ma apprezzai comunque la buona volontà.

<<Proverò a non dimenticarlo>>. 

<<Solitamente, non rivelo i segreti dei miei clienti, ma ho un buon presentimento con te>>, ammise con un piccolo sorrisetto. <<Ed ho anche il presentimento che non sei qui per comprare>>, aggiunse subito, posando una delle boccette. 

<<No, hai ragione. Mi chiedevo se sapessi dove si riuniscono di solito i Gilded Poppy quando non sono a Parigi>>.

<<Non puoi chiederglielo tu?>>, domandò con un sopracciglio inarcato. Sapevo che non avrebbe mai rivelato quell'informazione senza un buon motivo.

Queen of thieves (libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora