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Conteggio parole: 2344
Canzone per il capitolo: La vie en rose-Edith Piaf

Quel pomeriggio, all'hotel, ero intenta a sistemare gli ultimi dettagli del ritratto, consapevole che Vivienne era alle mie spalle ed osservava i miei movimenti con attenzione.

<<Sta venendo bene>>, disse, facendomi comprendere che era abbastanza vicina da sentire ma non da toccare. Ignorai il piccolo tremolio alla schiena, voltandomi verso di lei. La sua mano era posata contro il proprio mento, osservando la tela davanti a noi. Come sempre, era vestita per conquistare e il rossetto era un chiaro avvertimento. 

<<Grazie>>, mi limitai a dire alla fine. Il ritratto di Celine era pulito, ben fatto, curato nei minimi dettagli, eppure non mi piaceva nemmeno la metà dei disegni- anche disordinati- che avevo fatto di Vivienne sui miei quaderni. 

<<Vorrei non doverlo fare>>, sussurrai.

<<Pensavo ti piacesse dipingere>>, ribatté.

<<No, mi piace infatti. Intendevo, l'intera "messa in scena">>, spiegai meglio, facendo le virgolette con la mano libera sull'ultima parola. <<Credo di sentirmi in colpa perché con noi è molto gentile>>.

<<Quei gioielli non sono nemmeno suoi...Saranno in suo possesso finché la società non li rinchiuderà in una cassaforte>>.

<<Oh, quindi non glieli fanno nemmeno tenere?>>, domandai con confusione.

<<Povera piccola sangue blu. Almeno potrà ricordarli con il ritratto>>, la prese in giro lei. Dopotutto, se l'alternativa era una cassaforte polverosa, forse era meglio che fossero nelle mani dei Poppy. Per un'istante, vidi quella collana al suo collo elegante...mi fermai, per evitare che quei pensieri prendessero una piega diversa.

<<Sappiamo dove sono ora, perché non andiamo a prenderli?>>, chiesi, sentendomi abbastanza stupida. Invece, notai orgoglio e soddisfazione nei suoi occhi. 

<<Ora sì che pensi come una ladra>>, esclamò contenta. <<Ma quello che ci differenzia dagli altri ladri è la "messa in scena">>, spiegò. Vivienne aprì le braccia, come se con le mani stesse provando lei stessa a dipingere un quadro. 

<<Celine se l'è cercata nel momento in cui ha messo in mostra i gioielli ed ora abbiamo un pubblico per cui valga la pena fare uno spettacolo e lasciare il marchio distintivo>>, affermò. Pensai al papavero lasciato sul pavimento di quella galleria da Jett. Brevemente, mi chiesi perché avevano scelto proprio quel nome come simbolo. 
Vivienne posò le mani sulle mie spalle, come ad assicurarsi la distanza, e mi voltò verso il ritratto. La luce lo illuminò per alcuni secondi, però fui io ad avere un'illuminazione: tutto sarebbe finito quella settimana in un modo o in un altro. Non ci avevo ancora pensato.

<<Mi sembra di aver fatto così poco>>, sussurrai, scuotendo la testa. Vivienne batté le mani.

<<Non essere così triste. Hai quello che serve per entrare a far parte di questo mondo, sai?>>, disse. <<Anzi, ho intenzione di provartelo>>, aggiunse subito. La sua mano, come sempre coperta dal guanto, si posò sulla mia e mi allontanò dal quadro. <<Fidati di me>>.

***

Era da poco iniziata la sera quando ci fermammo davanti alla gioielleria dove si trovavano i gioielli di Celine, perciò iniziai a sentire i brividi formarsi sulla mia pelle mentre guardavo tra Vivienne e la vetrina. 

<<Pensavo che dovessimo aspettare>>, dissi con confusione.

<<Infatti. Siamo qui per renderli nervosi>>. C'era sempre qualcosa di bollente nello sguardo di quella donna; sensuale e attraente come il suo sorriso. Mi era capitato di vederlo di tanto in tanto: qualcosa di famelico e vorace, che minacciava di consumare tutto ciò che aveva intorno. 

Queen of thieves (libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora