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Conteggio parole: 3261
Canzone per il capitolo: I want you to want me- Cheap Trick

Vivienne era vicina. Molto vicina. Con le dita ancora premute contro il retro del mio collo, fino a che tra di noi non ci fu più spazio. 

<<Hai bisogno del mio aiuto...adesso?>>, mormorai, disposta a fare qualsiasi cosa pur di interrompere quel momento di tensione. Ma appena  pronunciai quelle parole, la mia mente condivise con me delle immagini con tutte le cose che avrei voluto fare per lei. 

<<Sì, la notte non è ancora finita, tesoro>>, rispose, guardandomi con quegli occhi misteriosi. Il calore salì verso le mie guance, perciò lei ne tracciò il contorno con il pollice prima di ritirarsi velocemente come se si fosse appena bruciata. <<Ammetto di essere tornata solo per posare i gioielli. Ho un appuntamento>>, continuò. Lanciammo entrambe un'occhiata verso la finestra, dunque io mi chiesi chi doveva incontrare a quell'ora della notte.

<<Siccome hai riposato, voglio che vieni con me>>, commentò. Mi affrettai ad indossare le scarpe, mettendomi in piedi per poterla guardare con un sorriso. Finalmente, iniziava il mio lavoro con i Gilded Poppy. 

Avevo provato con tutta me stessa a studiare le strade con attenzione, sia per curiosità sia magari per essere in grado di ritornarci in secondo momento. Ma dopo alcuni minuti, terminai per perdermi nel labirinto della città. Mi condusse in un vicoletto angusto, in seguito mi guidò per scendere lungo una scala stretta e rugginosa. La forma a chiocciola delle scale sembrò continuare all'infinito, giù e giù e giù...fino a che non prese persino a girarmi la testa, e proprio quando temevo di cadere, giungemmo in una vecchia stazione abbandonata. Un vecchio e gigantesco orologio dorato indicava l'ora, perciò compresi che quello funzionava. La metropolitana poteva sembrare abbandonata, tuttavia lì sotto c'era qualcuno che aveva bisogno di vederne l'ora. 

Camminammo per alcuni minuti, addentrandoci seguendo i binari. Dopo una minuscola galleria, mi ritrovai a guardare un vero e proprio mercatino nascosto. C'erano persone con delle bancarelle, piccoli carretti e innumerevoli individui poggiavano nei luoghi più bui del percorso, come se desiderassero nascondersi. Non era legale, sicuramente. Eppure, era tutto così bello che avrei passato ore intere a guardare ogni singolo oggetto messo in vendita. Vivienne, però, mi guidò con una mano bancarella dopo bancarella, fino a che non giungemmo quasi fino alla parte finale della stazione, nel punto più isolato e buio. Lì, una donna sbucò accanto alla propria bancarella. Era alta, dalla pelle scura, con indosso una felpa aperta fino a mostrare l'inizio di un tatuaggio circolare sul petto. 

<<Vivienne, sei sveglia ad un buffo orario>>, commentò la sconosciuta. Parlava in inglese, tuttavia il suo accento francese era molto marcato. Prontamente, però, Vivienne prese a parlare in francese e siccome non ricordavo molto della lingua, terminai per perdere il mio tempo a guardare cosa vendeva. C'erano delle minuscole bottigliette in vetro, con dei liquidi strani e di colori diversi. 

<<...Dunque, eccoci tornati a Parigi. Ovviamente, dovevo venire a farti visita, Ariana>>, disse Vivienne, ritornando improvvisamente a parlare inglese. Mi voltai verso di lei, notando dal modo in cui sorrideva che lo faceva per me. Per permettermi di capire. 

<<Ma davvero>>, mormorò la donna, Ariana, inarcando un sopracciglio.

<<Certo, tesoro, altrimenti perché sarei qui a quest'ora?>>, domandò la donna. Il suo tono di voce divenne suggestivo, basso e delicato. Come quello che aveva usato con me fino a quel momento. Persino il nomignolo. Persino il modo in cui posò la mano sull'avambraccio dell'altra per poterle scivolare più vicino...aveva già fatto tutto con me. 

<<Non sono uno dei tuoi giocattoli, Vivienne. Vieni al dunque>>, borbottò Ariana, allontanandosi da lei. Nonostante il tono brusco, la mia mentore scoppiò a ridere in maniera genuina; una risata quasi senza controllo. 

Queen of thieves (libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora