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Conteggio parole: 2689
Avvertenze: bondage, ma non ancora smut
Canzone per il capitolo: E.T- Katy Perry

Nonostante i nostri sospetti, non potevamo tirarci indietro quando avevamo ricevuto il permesso del museo di occupare un'ala per la mostra. Perciò, ci decidemmo a portare i quadri anche se non sapevamo cosa fosse successo di preciso con Dean.

<<Questi dove vanno, "capo"?>>, disse Leon con un sorriso divertito in volto. Non potetti evitare di ricambiare, indicandogli poi la posizione. Senza problema alcuno, sollevò una grande scatola dal portabagagli della macchina. Teoricamente, era materiale per la mia mostra. Concretamente, era materiale che serviva a Jett per costruire le sue bombe.

<<Appena finito qui, andiamo fuori a pranzo. Offro io>>, esclamò Leon a metà dell'opera.

<<Ah, Leon, continui ad essere l'unico uomo decente>>, commentò Vivienne, sorridendo. 

<<Unico uomo etero decente, vorrai dire>>, disse Jett, inarcando un sopracciglio.

<<Mi dispiace, non solo solita raccontare menzogne>>, lo prese in giro la ragazza. Lui avrebbe voluto rispondere, ovviamente, ma venne fermato quando un membro dello staff si avvicinò a me iniziando a dire cose che non comprendevo. 

<<Chiede dettagli sull'organizzazione della mostra>>, intervenne Vivienne. Ero così felice di averla al mio fianco.

<<Ti va di fare un gioco?>>, domandai. Apparentemente, passò lo sguardo tra me e la donna con fare stoico. Ma la conoscevo, ormai, perciò sapevo che era interessata eccome all'idea.

<<Fingiamo che io sia un'artista eccentrica con richieste bizzarre. Così, qualsiasi stranezza accadrà passerà inosservata>>, mormorai. Non compresi quale storia le raccontò Vivienne, però la donna prese un taccuino e una penna e iniziò a scrivere velocemente qualsiasi cosa le stava dicendo.  

<<Chiede del processo artistico. Quanto ne so?>>, chiese.

<<Niente, ovvio. Io sono la mente, tu il faccino carino che metto nelle mie opere>>, risposi, trattenendo a stento un sorrisetto. 

<<Che destino crudele. Non sono nient'altro se non una musa che il pubblico consumerà>>, disse con fare teatrale, mentre le spostavo una ciocca di capelli dietro l'orecchio. 

<<Vedo che capisci>>, mormorai.

<<Qualcos'altro?>>.

<<Mi vuoi morta>>, dissi. 

<<Anche se fosse, sicuramente non lo racconterei ad una sconosciuta>>, e con quell'ultima battuta, continuò a parlare con la donna per alcuni minuti, raccontandole la storia alla quale avevamo lavorato in fretta e furia. 

<<Adesso chiede del tuo agente. Un certo Etienne?>>, disse Vivienne ed era chiaro che anche lei aveva dei problemi ad inventare una storiella. Non conoscevamo nessuno, non c'era un agente eppure tutti continuavano a nominarlo. Stranamente, la risposta arrivò sotto forma di Dean e Remy che camminavano uno accanto all'altro con lo stesso sorrisetto soddisfatto in volto.

<<Etienne, ancora non so come hai fatto a convincerli>>, esclamò Dean a voce alta, con il chiaro intento di farsi sentire anche da noi. 

<<Voglio il meglio per i miei clienti, non mi accontento di meno>>, disse "Etienne". Vivienne fulminò con lo sguardo suo padre, decidendo volontariamente di ignorare Remy. Quando Dean prese le attenzioni dello staff, allontanammo il ragazzo per potergli parlare senza essere disturbati.

Queen of thieves (libro 1)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora